Banca Etruria, 37 manager nel mirino: richiesta danni da 400 milioni
Banca Etruria, nel mirino del liquidatore anche Pierluigi Boschi, padre del ministro Maria Elena
Oltre 400 milioni. E' quanto rischiano di dover sborsare gli ex consiglieri e ex sindaci e di Banca Etruria per la mala gestione dell'istituto. Lo rivela il Corriere della Sera secondo cui a tanto ammonterebbero i danni causati secondo quanto chiesto al tribunale civile di Roma dal liquidatore Giuseppe Santoni, con il via libera di Bankitalia.
Nel mirino ci sono 37 persone che hanno avuto il compito di guidare Etruria dal 2010 fino al crac e che ora dovranno presentare le loro memorie difensive. La maggior parte rischia di dover pagare più di 10 milioni di euro e dunque di subire il pignoramento dei beni. Tra loro anche Pierluigi Boschi, padre del ministro Maria Elena, che a partire dal 2014 era vicepresidente insieme ad Alfredo Berni quando l’istituto di credito era guidato da Lorenzo Rosi. Ma anche i loro predecessori quando al vertice c’era Giuseppe Fornasari.
Una delle possibilità prevedrebbe di utilizzare i soldi del risarcimento per gli obbligazionisti subordinati andando a rimpinguare i fondi necessari per i creditori che si sono ritrovati a mani vuote dopo che nel 2015 il governo ha deciso di liquidare le quattro banche: oltre ad Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca Marche.
I giudici, sempre secondo quanto riferisce il CorSera, dovranno anche esaminare l’attività della società di revisione PriceWaterhouseCoopers. Sotto la lente c'è anche Ubi Banca, che in fase di acquisto ha sottoscritto una clausola chela obbliga ad aderire all’eventuale giudizio.
Tornando ai 37 manager, Santoni scrive che a portare crac di Etruria sono stati i comportamenti dolosi degli amministratori, ma anche quelli colposi. In particolare i componenti dei Cda e i sindaci avrebbero erogato mutui e finanziamenti senza richiedere le necessarie garanzie e in alcuni casi — scrive ancora il Corriere — "anche in conflitto di interessi".