Banca Generali, acquisizioni nel mirino? Rumors - Affaritaliani.it

Economia

Banca Generali, acquisizioni nel mirino? Rumors

Secondo le indiscrezioni, la controllata del Leone potrebbe espandersi anche a Hong Kong e a Shanghai

 

Indiscreto/ Dalle parti della holding, Assicurazioni Generali, per ora è rimasto tutto come prima, con la conferma del prestito titoli sul 3,01% di Intesa SanpaoloTanto che ieri, quando è terminato il Cda di Generali non c'è stato alcun comunicato da diffondere. Ma nella compagnia assicurativa si continua a cercare la soluzione migliore per difendersi da una probabile scalata della banca guidata da Carlo Messina e valutare scelte alternative al prestito titoli, organizzato in quatto e quattr'otto lunedì 23 gennaio, con l'obiettivo di sterilizzare i voti in caso di un'eventuale Opa di Intesa, sulla quale le voci si erano fatte insistenti e si attendeva una mossa lampo della banca. Dopo aver ingaggiato altri advisor (oltre a Goldman Sachs) come Morgan Stanley e Jp Morgan, il Ceo Philippe Donnet potrebbe percorrere la strada della crescita per linee esterne. Acquisizioni, per aumentare la stazza. Ma senza grandi mosse, commentano nelle Sim milanesi, rispolverando gli antichi veti di Mediobanca sull'immettere risorse fresche nella controllata triestina per finanziarie grandi campagne estere...  

Non c’è solo l’Italia nel mirino di Gian Maria Mossa, direttore generale di Banca Generali, che piuttosto, come riferito in un'intervista rilasciata a Repubblica, guarda a Oriente e, in Europa, alla Svizzera per far crescere l’asset gatherer del gruppo Generali. Con un caveat: per quanto il settore del risparmio gestito sia già molto concentrato in Italia, qualcosa potrebbe forse muoversi nell’ambito del private banking.

Banca Generali, secondo le strategie indicate nel piano industriale, è intenzionata a puntare principalmente sulla crescita organica in Italia, ma fuori dal nostro Paese, dunque?

Tutto è possibile, a patto che le mosse siano coerenti col piano industriale della controllata di Trieste, ma per ora Mossa sembra studiare partnership più che acquisizioni e in ogni caso occorrerebbe selezionare con attenzione quelle che potrebbero essere le prede ideali per Banca Generali. Il gruppo italiano viene da un 2016 “d’oro”, chiuso con una raccolta netta vicina ai 5,7 miliardi di euro rispetto ai 4,6 miliardi dell’anno precedente e masse gestite che hanno raggiunto i 47 miliardi e a Piazza Affari vale circa 2,7 miliardi di euro di capitalizzazione.

Tra le possibili prede svizzere vanno certamente escluse Bsi, ceduta dalla stessa Generali a Btg Pactual nel 2014 per 1,23 miliardi di euro e poi incorsa e poi rilevata (per 1,33 miliardi di franchi) e incorporata dalla zurighese EFG International lo scorso anno. Niente da fare neppure per Upb - Union Banque Privee, con oltre 118 miliardi di franchi svizzeri di masse gestite uno dei principali gruppi di private banking rossocrociati, impegnata già da qualche tempo in una propria campagna acquisti (nel 2015 ha rilevato le attività di Coutts International dal gruppo Rbs) e che sta definendo nuove partnership come quella, appena annunciata, con Partners Group Ag. Resterebbero, secondo alcuni operatori, la possibilità di qualche “colpo” tra i gruppi di minori dimensioni, oppure con un nome blasonato come Edmond de Rothschild.

Il gruppo elvetico è però specializzato nell’asset management oltre che nel private banking e, stando a mission incentrata sulla distribuzione e piano industriale di Banca Generali, è fuori radar. Le voci che circolano sembrano più messe in giro ad arte per rendere più appetibili dossier preparati da banche d’affari, a fronte di un modesto reale interesse da parte dei potenziali acquirenti.

Se la Svizzera non sembra così attraente, in Asia la scelta potrebbe essere più vasta, tanto più che secondo vari esperti del settore il 2017 potrebbe rivelarsi un anno cruciale per il settore, in particolare per il private banking in Cina.

Le prospettive del settore continuano ad apparire solide tanto più che ci si attende che entro il 2018 l’Asia-Pacifico rappresenti oltre un terzo di tutta la ricchezza mondiale. Per Mossa, insomma, potrebbe aprirsi lo spiraglio per piantare una bandierina a Hong Kong o a Singapore, prima che a Zurigo o Ginevra: saranno solo uffici di rappresentanza e partnership distributive o arriverà anche qualche acquisizione? La risposta nei prossimi mesi. Per il momento, il focus resta incentrato sull'Italia.