Economia
Basta con la pratica scorretta del “Closet Indexing” nei fondi
La "gestione passiva" è una tentazione troppo forte per i gestori di fondi che non riescono a sovraperformare
L’associazione internazionale Better Finance, con sede a Bruxelles, ha annunciato i risultati della sua recente ricerca sui dati ESMA a proposito del cosiddetto “Closet Indexing”, che già l’anno scorso l’European Securities and Markets Authority (ESMA) aveva affrontato e che la CONSOB, con Avviso n. 0046340 del 19 maggio 2016 aveva puntualmente segnalato.
IL CLOSET INDEXING E I GESTORI DI FONDI
Con la pratica “Closet Indexing” i gestori di fondi che dichiarano nei loro KIID (prospetto e relativa documentazione informativa) di adottare una metodologia di gestione attiva, cioè si impegnano e conseguire un certo scostamento positivo rispetto ad un determinato benchmark, in realtà si limitano a replicare sostanzialmente l’indice di riferimento, senza alcuno sforzo professionale per conseguire risultati migliori.
In tal modo commettono due irregolarità: la prima è di promettere risultati migliori nei propri prospetti, quando poi non li cercano affatto, la seconda è di far pagare questo servizio profumatamente, quando per replicare un indice basterebbe acquistare un etf senza alcun costo di gestione.
E' POSSIBILE CONSULTARE I DATI ALLA FONTE
Oggi Better Finance permette la consultazione del sito www.checkyourfund.eu , permettendo alle parti interessate e agli investitori individuali di esaminare in dettaglio i risultati della ricerca e, in alcuni casi, scoprire se i propri investimenti sono potenzialmente “falsamente attivi”, cioè ricadono nella riprovevole tipologia del “Closet Indexing”, in base ai criteri dell'ESMA. La banca dati contiene la valutazione di 2332 fondi ed è facilmente consultabile semplicemente inserendo il codice ISIN relativo.
Ovviamente non si tratta di un'analisi completa dato l’enorme numero di strumenti esistenti in Europa, ma la banca dati può comunque costituire sia un importante riferimento per i singoli investitori che cercano di evitare danni al proprio patrimonio, sia un primo passo per l'identificazione dei gestori disonesti.
LA GESTIONE PASSIVA E' UNA TENTAZIONE TROPPO FORTE
D’altra parte la "gestione passiva" è una tentazione troppo forte per i gestori di fondi, perché con tasse elevate, scarso talento e forte concorrenza è quasi impossibile per i gestori attivi nel loro complesso riuscire a sovraperformare il mercato nel lungo termine. Ovviamente questo è in contrasto con gli obblighi di correttezza, diligenza e trasparenza previsti dall'art. 21 del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (e di quelle attuative del Regolamento Intermediari n. 16190/07).
La pratica del “Closet Indexing” è molto fuorviante e la promozione e la distribuzione di tali fondi provoca un danno sostanziale perché l'investitore sta pagando per un servizio che non sta ricevendo.
Ancora peggio: purtroppo lo studio sui dati ESMA ha evidenziato che il 57% dei 2332 fondi UCITS non ha fornito i dati completi secondo i criteri di campionamento ESMA, e sono in pratica riusciti a sfuggire a un serio controllo a causa della mancanza di informazioni. Del restante 43%, il 16% (165 fondi in totale) secondo l’analisi effettuata da Better Finance, manifesta proprio caratteristiche (ad es. indici di correlazione) che li segnala come potenziali fondi “Closet Indexing”, in base alle metriche proposte dell'ESMA.
Ma l’associazione Better Finance non demorde e prosegue nella sua indagine anche nel 2017.