Economia

Bce, lavoro non complicato: così la Lagarde risponderà alla Corte tedesca

di Andrea Deugeni

L’ex membro del Comitato esecutivo dell'Eurotower e presidente di Société Générale Lorenzo Bini Smaghi ad Affaritaliani.it

“La Banca centrale europea presenterà le minute (verbali delle riunioni, ndr) con le proprie argomentazioni e i dati. Non è molto complicato: dovrà spiegare che nel valutare la decisione di mettere in atto il programma di quantitative easing, sono stati presi in considerazione tanti fattori, i pro e i contro e politiche alternative che erano state messe in atto fino ad allora. Non dovrà riargomentare tutto di nuovo”. 

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L'economista Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Société Générale e già membro del Comitato esecutivo della Bce, spiega così ad Affaritaliani.it quello che attende l'istituto guidato da Christine Lagarde dopo che questa mattina i giudici della Corte costituzionale tedesca hanno stabilito in una sentenza che il programma di acquisti dei titoli di Stato (Pspp) della Bce relativo al quantitative easing1 e 2 (Qe) non finanzia gli Stati e quindi rispetta il divieto del Trattato contro la monetizzazione dei debiti pubblici nazionali.

Al tempo stesso però la Corte ha accolto il ricorso di alcuni accademici ed economisti tedeschi sulla possibilità che il Qe negli acquisti dei titoli di Stato abbia violato il mandato della Bce con un mancato rispetto del principio di proporzionalità nel Trattato o ultra vires (non rispetto della ripartizione delle competenze tra l'Unione europea e gli Stati membri). 

"I giudici non hanno potuto dare un giudizio complessivo fino a quando non ci sarà stata una valutazione della proporzionalità", aggiunge Bini Smaghi nello spiegare il senso della sentenza. Rispetto alle attese in cui si temevano le implicazioni politiche di un’eventuale presa di posizione di Karlsruhe in disaccordo con la Corte europea, si tratta comunque di una decisionee positiva? "Sì, anche se mi sembra che la Corte tedesca sia alla ricerca di un ruolo". 

@andreadeugeni