Economia
I biglietti degli aerei costano 2,5 euro in più
Di Piero Righetti
Uno dei punti principali che caratterizzerebbe in positivo la legge di stabilità, e cioè la Finanziaria 2016 in vigore da venerdì 1° gennaio, sarebbe - secondo il Governo e secondo la stragrande maggioranza della stampa italiana - l'assoluta mancanza di aumenti delle tasse, dirette e indirette, locali e nazionali. Anzi, propagandano proprio in queste ore i vari televideo e i sempre più numerosi e monotoni telegiornali, dal prossimo anno diminuiscono luce e gas. Non solo; tutte le relative bollette diventano sempre più chiare e trasparenti! Peccato che ancora più "trasparenti" stiano diventando i risparmi in banca, sempre che non spariscano del tutto con un improvviso colpo di prestigio come avvenuto per coloro che confidavano nella solidità e nella "trasparenza" delle ormai famose quattro bad banks Etruria, Carichieti, Banca Marche e Cariferrara.
Dunque i carichi fiscali nel prossimo anno diminuiranno. E' una bugia. Chi lo conferma è o in mala fede o poco informato. Da venerdì 1° gennaio - ma nessuno ne parla - aumentano di 2,5 euro tutti i biglietti aerei, fatta eccezione di quelli per destinazioni nazionali. Lo stabilisce un decreto interministeriale Lavoro-Economia-Trasporti datato 29 ottobre, pubblicato soltanto pochi giorni fa e che, pur avendo vigore dall'1.01.2016, di fatto ha una decorrenza retroattiva.
Questo decreto, attuativo della legge 9/2014, doveva essere emanato entro il 31.10.2015, ma il Governo, con il solito disinvolto sistema "a fregatura", l'ha pubblicato soltanto prima di Natale ma, datandolo 29 ottobre, ha rispettato "formalmente" la data del 31 ottobre stabilita dalla legge.
La conseguenza è che tutti coloro che, per risparmiare qualche euro e per assicurarsi tempestivamente il posto in aereo, hanno comprato in anticipo i biglietti per voli successivi al 31 dicembre 2015, saranno costretti a versare al momento dell'imbarco una "tassa" aggiuntiva.
Di qui una serie di ricorsi preannunciati da Assoaeroporti e da varie compagnie, a cominciare da Easy Jet, Ryanair, Lufthansa, Air France-Klm e Iag. Ma le cose più assurde sono il perché e la destinazione di questa tassa d'imbarco aggiuntiva.
L'ha introdotta la legge 291/2004, che ha istituito il Fondo di solidarietà per il trasporto aereo, meglio conosciuto come Fondo "salva Alitalia". Un Fondo che, in applicazione appunto di questa legge, ha garantito a tutto il personale delle compagnie aeree in crisi, sospeso o licenziato, ben 7 anni di mobilità e di cassa integrazione complessivi con importi pari all'80% della retribuzione e con ratei mensili anche di 7-8000 euro. A persone che in moltissimi casi - hanno accertato Inps e Ispettorati del lavoro - continuavano tranquillamente a svolgere il proprio lavoro alle dipendenze di compagnie aeree straniere percependo tranquillamente queste altissime indennità di mobilità e di Cig.
Il costo di tutti questi trattamenti, garantiti da un Fondo di solidarietà giuridicamente definito "autofinanziato" (!) è stato posto a carico del Bilancio dello Stato, e quindi di tutti noi, e, per una parte residuale, di tutti coloro che comprano un biglietto aereo. La legge del 2004 ha infatti stabilito l'aumento di 1 euro della tassa d'imbarco, tassa che si deve pagare quanto si viaggia in aereo.
Ma non basta; questa tassa è stata via via aumentata e fino al 31 dicembre 2015 è di 6,5 euro in tutti gli aeroporti italiani, tranne Roma: a Ciampino e a Fiumicino si devono infatti pagare 7,5 euro. Ma 9 o 10 euro sono ancora pochi: nel 2017 si dovranno infatti pagare 2,14 euro in più e nel 2018 ulteriori 2,34 euro, in modo da arrivare dall'1.01.2018 ad una tassa di imbarco aggiuntiva di 10,78 euro in tutti gli aeroporti, tranne i due di Roma in cui si pagheranno 11,78 euro! Il tutto per assicurare nel triennio 2016/2018 un finanziamento aggiuntivo di 184 milioni di euro l'anno a questo Fondo "autofinanziato".
E come la mettiamo con il fatto che le norme del Jobs act stabiliscono, al decreto legislativo 148/2015, articolo 40, comma 9, che "la disciplina del Fondo del trasporto aereo è adeguata alle norme previste dal presente decreto... sulla base di accordi e contratti collettivi" stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative?
Tutte le norme del decreto 148 ribadiscono che i Fondi di Solidarietà sono a carico soltanto di coloro, datori di lavoro e lavoratori, che sono iscritti ai Fondi stessi, Fondi che devono quindi essere totalmente autofinanziati.
Che ne pensano Confindustria, Cgil, Cisl e Uil di questa assurdità e di questa chiara illegittimità e violazione di legge? Che ne pensano e che faranno il Governo e i tre Ministeri che hanno emanato il decreto che aumenta anno dopo anno la tassa di imbarco? Continueranno nel loro "silenzio assordante"?