Economia
Borse ai nuovi massimi storici, sale il valore dell'oro: prezzo 2.448 l'oncia
Il Dow Jones ha raggiunto per la prima volta nella sua storia quota 40 mila punti
Borse su nuovi massimi storici
Persiste l’euforia generalizzata sui mercati finanziari, con i principali listini globali che hanno raggiunto per l’ennesima settimana, nuovi massimi storici. Il Dow Jones ha raggiunto per la prima volta nella sua storia, quota 40 mila punti, con l’S&P 500 che ha chiuso a +0.12% mentre il Nasdaq ha ceduto lo 0.06%. In Europa il Dax resta a ridosso di nuovi massimi, dopo aver raggiunto il picco storico sopra 18.907 giovedì scorso.
L’appetito al rischio è tornato di moda in seguito ai dati in ribasso negli Stati Uniti, che dovrebbero aiutare la Fed ad allentare la politica monetaria nei prossimi mesi, anche se, in questa fase, i rappresentanti del Fomc continuano ad insistere sul fatto che l’inflazione non è ancora sconfitta. Gli investitori però sono fiduciosi riguardo al fatto che non vi sarà recessione ma rallentamento che permetterà comunque di rivedere i tassi al ribasso prossimamente.
Sul fronte societario, le azioni di Walmart e Caterpillar hanno guadagnato rispettivamente l'1% e l'1,5%, spingendo il Dow al rialzo. Le azioni di Reddit sono aumentate del 10% dopo che la società ha annunciato una partnership sui contenuti con OpenAI. Al contrario, le azioni meme sono scese per la terza sessione, con GameStop in calo del 19,7% e AMC in calo del 5,2%. Nel corso della settimana, l’S&P 500 ha guadagnato l’1,4% e il Nasdaq l’1,9%, segnando entrambi la quarta settimana vincente consecutiva, la prima da febbraio. Il Dow Jones ha registrato la quinta settimana positiva consecutiva, con un guadagno dello 0,9% nel periodo.
Sul nostro mercato, assistiamo ancora a movimenti bilaterali e poco volatili, con una certa tendenza al ribasso del biglietto verde contro le principali valute, eccezion fatta per il UsdJpy che rimane vicino ai massimi di periodo, per questioni legate alla politica monetaria giapponese, ma non solo, anche con riferimento alla concorrenza asiatica di Cina e Corea, che tengono il cambio deprezzato per mantenere alte le proprie quote di mercato nel sud est asiatico, costringendo il Giappone a non rivalutare lo Jpy. Bisogna però ricordare che ora il paese del sol levante è alle prese con un calo dei consumi interni che, necessariamente lo costringe a tenere sotto controllo il cambio, per evitare che il costo elevato in Usd della materia prima importata, deprima ulteriormente la domanda interna, per cui il sostegno allo Jpy rischia di diventare necessario per la BoJ.
Sull’euro poco da dire, con oscillazioni comprese tra 1.0830 e 1.0890, almeno per ora, con “chances” di salire verso 1.0950. Sul Cable si evidenzia una certa forza, confermata dal calo del cross EurGbp, tornato a 0.8550. Possibili obiettivi del cross a 0.8530 mentre sul cambio originale, 1.2770 80 area sembra essere il prossimo target. Nel contesto di appetito al rischio attuale, scende anche il franco svizzero sia contro euro ma anche contro dollaro. EurChf sopra 0.9850, resistenza chiave e in linea con il possibile obiettivo di parità. UsdChf per contro resta vicino a quota 0.9100. Interessanti movimenti dei carry trades contro Chf e Jpy per approfittare del delta tasso di interesse.
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Tra le commodities segnaliamo l’argento, che è salito oltre i 30 dollari l’oncia, il livello più alto da gennaio 2013 e in rialzo di oltre il 25% da inizio anno. Le ragioni sembrano essere dovute agli investimenti e alla domanda nel settore industriale. A gennaio, il rapporto oro/argento superava 90, lo spread più ampio da settembre 2022. Da allora si è ridotto a circa 80 e si stima che scenderà ulteriormente a 70 se la Fed taglierà i tassi. Nel frattempo, la materia prima ha continuato a salire, anche grazie all’utilizzo nella costruzione di pannelli solari, che si prevede raggiungerà un record quest’anno e spingerà forse ancora l’argento al rialzo. Per quel che riguarda l’oro, segnaliamo il ritorno verso i massimi storici, realizzati il 12 aprile a 2.430 dollari l’oncia. Il trend è sempre rialzista, anche se andrà valutata la price action intorno ai massimi.
Per quel che riguarda il petrolio, la price action continua a flirtare con le resistenze poste tra 79.60 e 80.50, spinto dal ritorno al rialzo della domanda globale, dopo i dati positivi sulla produzione industriale cinese, cresciuta del 6,7% su base annua nell’aprile 2024, al di sopra delle previsioni di mercato del 5,5%, e sopra al 4,5% del mese precedente. Le attività nel settore manifatturiero (7,5% contro 5,1% a marzo), dei servizi di pubblica utilità (5,8% contro 4,9%) e nel settore minerario (2,0% contro 0,2%) hanno tutte accelerato grazie alle continue misure di sostegno da parte del governo. Le resistenze chiave, per il petrolio WTI, sono poste a 80.5 e 83.30. Negli Stati Uniti, ritorna l’attesa per i vari interventi dei diversi funzionari della Fed, ma soprattutto l’interesse sarà rivolto ai verbali della riunione del FOMC. Tra i dati che usciranno, segnaliamo il PMI manifatturiero e dei servizi S&P, gli ordini di beni durevoli e le vendite di case nuove ed esistenti.
A livello globale, un occhio di riguardo verso le decisioni sui tassi da parte delle banche centrali di Cina, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Turchia. Verranno pubblicati i tassi di inflazione per Canada, Uk, Giappone e Sud Africa. Senza dimenticare i PMI manifatturiero e dei servizi per Australia, Giappone, India, Francia, Germania, Area euro e Regno Unito. Infine, fiducia dei consumatori per Australia, Regno Unito e Area Euro, insieme ai dati sulle vendite al dettaglio per Regno Unito e Canada e sulla bilancia commerciale per Area Euro e Giappone.
*Senior Analyst di ActivTrades.