Borse giù dopo il lancio del missile coreano. Scatta la caccia ai beni rifugio
I timori legati ai rischi geopolitici che hanno pesato sui mercati all'inizio di agosto tornano a crescere. Oro al top da 9 mesi. Euro/usd sfonda quota 1,20
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
E' caccia ai beni rifugio: oro, dollaro, franco svizzero e Bund. Con l'euro che, grazie alla forte ripresa economica nel Vecchio Continente e allo scenario rialzista sui tassi Bce, fa capolino nel ristretto club degli asset sicuri. Le tensioni fra gli Stati Uniti e la Corea del Nord tornano ad agitare i mercati finanziari, in particolare quelli azionari. Con una reazione maggiore rispetto a quanto era successo precedentemente in piena estate, le Borse accusano il lancio da parte della Corea del Nord di un nuovo missile balistico che ha sorvolato il Giappone prima di precipitare in mare al largo delle coste di Hokkaido. Un test che alza il velo su gettate missilistiche da parte di Pyongyang sempre più lunghe.
Al suono della campanella di chiusura per i listini europei che scontano anche il rafforzamento della moneta unica, il Ftse Mib lascia sul terreno l'1,46%, il Dax l'1,46%, il Cac 40 di Parigi lo 0,94% e l'Ftse 100 di Londra lo 0,87%%. Il segno meno prevale anche nell'avvio delle negoziazioni a Wall Street con Dow Jones in discesa dello 0,26%, Nasdaq Composite dello 0,51% e S&P500 dello 0,39%. Poi, però, a metà seduta gli indici americani si risollevano e annullano le perdite.
Sui monitor degli operatori compaiono le breaking-news con le dichiarazioni dei leader mondiali che condannano la mossa del dittatore Kim Jong-un e che fanno scattare le vendite. Dopo la nuova mossa minacciosa di Pyongyang "tutte le opzioni sono sul tavolo", ha avvertito il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
"Il mondo ha ricevuto l'ultimo messaggio della Corea del Nord forte e chiaro - ha aggiunto il numero uno della Casa Bianca in una nota - il regime ha segnalato il proprio disprezzo per i suoi vicini, per tutti i membri delle Nazioni Unite e per gli standard minimi di comportamento internazionale accettabile".
"Questo atto oltraggioso di lanciare un missile contro uno Stato è una minaccia senza precedenti, grave e seria che mina la pace e la sicurezza della regione", ha dichiarato invece il premier giapponese, Shinzo Abe. Non sorprende dunque che il Vix, l'indice della volatilità (soprannominato anche l'indice della paura) sia in rialzo del 19% a 13,46.
Le Borse dell'Asia e dell'area del Pacifico - che teoricamente sono quelle che dovrebbero soffrire maggiormente dopo il nuovo lancio di un missile balistico della Corea del
Nord che ha sorvolato il Giappone -hanno chiuso fiacche ma senza crolli: l'indice medio Msci Asia Pacific ha perso lo 0,4%, come il Nikkei 400 di Tokyo.
L'importante listino della Corea del Sud ha ceduto solo lo 0,2%, mentre Shanghai ha addirittura guadagnato qualche frazione di punto. I mercati dell'area "non avranno forti reazioni finche' l'amministrazione Trump non passerà dalle parole ai fatti", afferma Bryan Goh, chief investment officer di Bordier & Cie a Singapore.
In generale, la reazione degli investitori è quella classica da manuale: accanto alla vendita degli asset più rischiosi, gli operatori si sono diretti verso quelli che riparano da un'aumento della volatilità azionaria.
Il Bund tedesco vede il rendimento a dieci anni scendere allo 0,34%, l'oro tocca il top da 9 mesi sopra quota 1320 dollari l'oncia, mentre il cambio dollaro/yen ha toccato i minimi da novembre scorso poco sopra quota 108 e il franco svizzero ha guadagnato posizioni su euro e dollaro.
Oltre all'assenza di chiarezza sul fronte del quantitative easing da parte della Bce (Mario Draghi nel corso del vertice di Jackson Hole non ha fatto alcun riferimento alla politica monetaria dell'Eurotower) e alle incertezze sulla politica economica di Donald Trump, l'attuale fase di avversione al rischio ha portato l'euro sui nuovi massimi. La moneta unica, infatti, ha chiuso le negoziazioni sopra quota 1,20 dollari, per la prima volta da due anni e mezzo.