Economia
Brembo, altro che Trump: anno record. Nessuno frena più Bombassei
Nuovi segnali incoraggianti dagli Usa all’Asia per il colosso dei freni. E dietro l'angolo c'è la sfida dell'auto elettrica. In un anno in Borsa fa +35,5%
I segnali provenienti dagli Usa si sommerebbero a quelli già positivi visti in Asia nei primi sei mesi dell’anno (in Cina e in India le vendite nel semestre sono salite rispettivamente del 63,2% e del 31,7% su base annua) e confermerebbero la dinamica positiva “trasversale” sia a livello di segmenti di mercato sia di aree geografiche già sottolineata dal presidente Alberto Bombassei. Ultimo ma non meno importante motivo di soddisfazione per Bombassei (ex presidente di Federmeccanica ed ex vicepresidente di Confindustria, che con Luca Cordero di Montezemolo, Gianni Punzo, Flavio Cattaneo e Diego Della Valle è anche tra gli azionisti di Ntv) sono le notizie che giungono dal fronte dell’auto elettrica.
Brembo, aveva già fatto sapere dopo la semestrale di essere pronta alla sfida dei freni per l’auto elettrica, anche se ad oggi non c’è ancora un sistema elettrico che riesca ad offrire la stessa capacità di frenata di un sistema meccanico.
Proprio oggi dal Giappone è arrivata la notizia che i produttori automobilistici Toyota e Mazda, insieme alla compagnia di componentistica Denso, hanno dato vita a una società in comune per sviluppare auto elettriche e distribuirle. Una risposta alle politiche ambientali “più rigorose” che diversi Paesi stanno adottando, a partire dalla Cina, al fine di ridurre l’effetto serra e “avviare una regolamentazione che impongano delle quote di vendita di veicoli elettrici”. Una risposta probabilmente all’annuncio dato da Pechino che ha appena imposto ai gruppi che costruiscono o importano in Cina almeno 30 mila vetture all’anno una quota di vendite di vetture elettriche pari al 10% dal 2019, quota destinata a salire al 12% dall’anno successivo, pena pesanti sanzioni.
Pechino e Tokyo sono dunque intenzionate a sfidarsi per la leadership mondiale dell’auto elettrica e l’Europa e gli Usa potrebbero decidere di muoversi di conseguenza. Bombassei, forte del vantaggio derivante dall’aver previsto per tempo l’evolversi della situazione, può incrociare le dita.
Luca Spoldi