Economia

Brexit: Cia, senza accordo a rischio oltre 3 mld di export agroalimentare

Eduardo Cagnazzi

Mastrocinque: "Con un peso del 12,5%, la Campania la più colpita da un'ipotesi di mancata intesa". A rischio anche il Made in Italy del Piemonte e del Veneto

Bisogna evitare a tutti i costi una Brexit senza accordo, che avrebbe effetti negativi sugli scambi commerciali e colpirebbe in modo diretto l’Italia, per la quale il Regno Unito rappresenta il quarto mercato di sbocco per le esportazioni agroalimentari complessive e il terzo all'interno dei confini comunitari. Così Cia-Agricoltori Italiani sul voto del Parlamento britannico che ha bocciato l’intesa Londra-Ue sull’uscita dall’Europa.

L’export di cibo e bevande Made in Italy verso il Regno Unito vale più di 3,3 miliardi di euro. Lo sottolinea l’ufficio studi Cia, secondo cui circa un quarto del totale dei prodotti italiani venduti Oltremanica (24% per un fatturato superiore a 810 milioni di euro) è rappresentato dal vino. Secondo l’organismo degli agricoltori, ogni 100 bottiglie Made in Italy vendute nel mondo, ben 14 finiscono sulle tavole britanniche. Di assoluto rilievo anche il nostro export verso Londra di ortofrutta trasformata (13%) e ortofrutta fresca (4%), così come dei prodotti da forno e farinacei (11%). E’ chiaro, quindi, che un mancato accordo sulla Brexit avrebbe conseguenze preoccupanti sul settore agroalimentare tricolore -osserva ancora l’Ufficio Studi Cia- soprattutto su alcune regioni particolarmente coinvolte, come la Campania (dove le esportazioni alimentari verso il Regno Unito pesano per il 12,5% sulla formazione del valore aggiunto agroalimentare), ma anche il Veneto e il Piemonte (dove tale incidenza vale rispettivamente l’11% e il 7,4%).

Per Cia, l’intesa raggiunta tra Europa e Regno Unito, dopo oltre due anni di trattative, fornisce importanti garanzie ai settori economici, ma il venir meno di tale accordo creerebbe una situazione di incertezza per imprese e cittadini, che rischia di assumere una dimensione ancora più allarmante in una fase di grande difficoltà sul fronte del commercio internazionale e della crescita economica, sia europea che nazionale. Per questo, è necessario fare il possibile per risolvere le tensioni attuali e scongiurare il pericolo del no deal. Un mancato accordo sulla Brexit colpirebbe soprattutto l'agricoltura campana. Secondo gli analisti di Cia, infatti, le esportazioni alimentari della Campania verso il Regno Unito pesano per il 12,5% sulla formazione del valore aggiunto agroalimentare. Si tratterebbe della regione italiana più colpita da un'ipotesi di Brexit senza accordo, più del Veneto e il Piemonte (dove tale incidenza vale rispettivamente l’11% e il 7,4%). “Chi ha responsabilità di intervenire -osserva Alessandro Mastrocinque (nella foto), presidente di Cia Campania- lo faccia al più presto. Mentre la politica discute, ci sono migliaia di piccoli imprenditori che lavorano per garantire prodotti di alto livello in un mercato ormai unito, dove ognuno di noi gioca la sua partita. L’intesa raggiunta tra Europa e Regno Unito, dopo oltre due anni di trattative, fornisce importanti garanzie ai settori economici e alla società civile. Ora il comparto teme che il venir meno di tale accordo creerebbe una situazione di incertezza per imprese e cittadini, che rischia di assumere una dimensione ancora più allarmante in una fase di grande difficoltà sul fronte del commercio internazionale e della crescita economica, sia europea che nazionale”.