Economia
Il caffè rischia di diventare un lusso per pochi: quanto arriverà a costare una tazzina al bar
Prezzi delle materie prime in aumento e cambiamenti climatici: il caffè ha registrato una crescita del 18,2% rispetto al 2021. Ecco il trend dei prezzi

Caffè, il prezzo nel 2025 potrebbe ancora salire
Potrebbe salire ancora il costo del caffè al bar. Secondo Assoutenti la tazzina è arrivata a 1,21 euro, il 18,2% in più rispetto al 2021, con punte di 1,35 e 1,38 a Trento e Bolzano. Il motivo è il forte incremento dei prezzi della materia prima all'ingrosso salito in tre anni da 8,86 a 12,66 al chilo, ossia il 42,8% in più. Anche il prezzo del caffè sale come quello di altre commodities, materie prime che all’interno della loro supply chain vengono scambiate sui mercati internazionali prima di giungere al distributore e al trasformatore italiano.
Ciò accade perché i luoghi di produzione sono molto lontani da quelli dei consumatori. Il Brasile è il primo produttore al mondo e ha avuto problemi climatici non da poco che hanno fatto diminuire la produzione e impennare i prezzi. Inoltre la filiera è molto lunga e complessa e include come componente molto importante il trasporto, quasi sempre via nave, con ciò che questo comporta in termini di costi dei noli marittimi o disponibilità di cargo.
I valori sono comunque molto fluttuanti. Quello dei futures (contratti di acquisto differito di una attività) del caffè sono eloquenti: il loro valore presso la Borsa di New York era di meno di un dollaro per libbra prima del Covid, a fine 2019, ed è volato oltre i due dollari tra ottobre 2021 e ottobre 2022 per poi scendere sotto quota 1,5 e impennarsi di nuovo da fine 2023 per raggiungere e superare i 4 dollari a libbra nel gennaio 2025. Tra le ragioni la siccità e il caldo record che hanno colpito il Brasile, e che hanno impedito un incremento dell’offerta a fronte, invece, di un costante aumento della domanda mondiale.
Ed è per questo che il caffè oggi rappresenta la commodity che ha visto la più importante impennata dei prezzi. Ad avere avuto un andamento simile anche il cacao, i cui futures tra il 2016 e il 2022 erano rimasti tra i 2.000 e i 3.400 dollari alla tonnellata, ma hanno cominciato a vedere forti incrementi nel 2023, arrivando a prezzi stabilmente sopra i 7mila dollari nel 2024, con punte anche superiori a 12mila. La ragione è stato il mancato aumento dell’offerta nei due Paesi in cui si concentra l’80% della produzione mondiale di Cacao, Costa d’Avorio e Ghana, in cui i piccoli produttori non hanno risorse sufficienti per gli investimenti, nonché le ondate di caldo e di siccità che hanno colpito l’Africa Occidentale.
Quanto al caffè, un'industria che genera oltre 200 miliardi di dollari di giro d'affari e vede oltre al Brasile anche Vietnam e Indonesia tra i principali produttori e Europa e Stati Uniti come maggiori consumatori, il prezzo potrebbe ancora aumentare. Lo spiega un rapporto della Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura. Il problema sono gli eventi estremi che hanno colpito le nazioni che sono tra i principali produttori, siccità in Vietnam e Brasile, piogge torrenziali in Indonesia. A pesare anche il fatto che quasi il 50% della produzione mondiale di caffè viene da Brasile e Vietnam dove i piccoli agricoltori rappresentano l''80% della produzione totale. Questi agricoltori hanno poche risorse a disposizione e fanno fatica ad adattarsi a nuove tecnologie e pratiche sostenibili. Per conseguenza non riescono ad affrontare le difficoltà derivate dalla fluttuazione dei prezzi e delle condizioni climatiche avverse.
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