Economia
Carbone: l’Italia chiude le centrali e apre sempre di più alle rinnovabili
Questo traguardo è stato raggiunto con due anni di anticipo rispetto alla scadenza inizialmente prevista dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) del 2019

Carbone: l’Italia dice addio alle centrali e accelera sulla strada delle rinnovabili
Nel 2025, l’Italia ha definitivamente chiuso un capitolo importante della sua storia energetica, confermandosi tra i Paesi europei più avanzati in termini di transizione green, optando per fonti più rinnovabili e sostenibili. E così il phase-out completo del carbone, iniziato già nel 2010, e conclusosi con la chiusura delle centrali a carbone, tra cui Torrevaldaliga Nord nel Lazio, ha sancito la fine di un’era, segnando una tappa fondamentale nel percorso verso la decarbonizzazione.
Questo traguardo è stato raggiunto con due anni di anticipo rispetto alla scadenza inizialmente prevista dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) del 2019, che fissava l’abbandono del carbone entro il 2027. La decisione di accelerare il processo è stata in realtà guidata da una combinazione di fattori: l’urgenza climatica, la competitività economica delle rinnovabili e una crescente pressione sociale a favore di politiche ambientali più ambiziose.
D'altra parte l'impegno dell’Italia nella lotta al cambiamento climatico, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e del Green Deal europeo, ha reso inevitabile l’addio al carbone, il combustibile fossile più inquinante. Parallelamente, il crollo dei costi delle energie rinnovabili, grazie ai progressi tecnologici e alle economie di scala, ha reso il carbone sempre meno conveniente dal punto di vista economico. In questo contesto, ha giocato un ruolo chiave l’opinione pubblica italiana attraverso il tumulto scatenato da diversi movimenti ambientalisti e dalle comunità locali che hanno spinto per una transizione energetica più rapida e inclusiva.
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Ma il phase-out del carbone è stato reso possibile soprattutto grazie a un massiccio investimento nelle energie rinnovabili. Nel 2025, l’Italia genera oltre il 60% della sua elettricità da fonti pulite, principalmente solare, eolico e idroelettrico. Il gas naturale, meno inquinante del carbone, è stato utilizzato come combustibile di transizione per garantire la stabilità della rete elettrica durante questa trasformazione.
D'altra parte la chiusura delle centrali a carbone ha avuto un impatto significativo sulle comunità locali, in particolare nelle aree dove queste strutture rappresentavano una fonte di occupazione. Per mitigare gli effetti sociali ed economici, il governo italiano ha attuato piani di riconversione industriale, promuovendo la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle rinnovabili, dell’efficienza energetica e della riqualificazione ambientale.