Economia

Clima,dazi,debito:il nuovo nemico Usa è Pechino. Geopolitica,rivoluzione Trump

L’avvio dell’era-Trump rischia di spostare l’asse delle tensioni geopolitiche mondiali dall’asse Washington-Mosca a quello Washington-Pechino. Ecco perché

L'avvio dell'era-Trump segnerà uno spostamento dell'asse delle tensioni geopolitiche mondiali dalla direttrice Washignton-Mosca a quella Washington-Pechino? Tutto sembra indicarlo, con almeno tre terreni di gioco su cui il 45esimo presidente Usa potrebbe voler sparigliare le carte rispetto al suo predecessore: le politiche ambientali, il commercio internazionale e la (im)possibilità di quadrare il cerchio tra la necessità di ridurre deficit e debito pubblico e quello di sostenere la crescita a colpi di investimenti in infrastrutture (e tagli di tasse).
 
Sul clima lo scontro rischia di accendersi anche prima dell'arrivo di Trump alla Casa Bianca, il prossimo 20 gennaio: alla 22esima conferenza Onu sui cambiamenti climatici di Marrakesh il presidente cinese Xi Jinping ha già messo le mani avanti, avvertendo gli Usa che non possono non rispettare gli accordi sottoscritti. Trump per contro in campagna elettorale ha ripetuto che qualora eletto avrebbe decretato il ritiro degli Usa dall'Accordo di Parigi, ratificato solo due mesi fa da Obama assieme a Xi Jinping nel corso del G20 di Hangzhou. 
 
Nella prima intervista alla Cbs da presidente eletto Trump si è concentrato su temi più "domestici", dalla promessa di realizzare il famoso (o famigerato, a seconda dei punti di vista) muro lungo il confine col Messico all'espulsione di "2-3 milioni di immigrati illegali", piuttosto che alla prossima nomina di un giudice "pro life" (contrario all'aborto, ndr) alla Corte Costituzionale dove un seggio è vacante dopo la morte di Antonin Scalia. Nessun accenno per ora alle tematiche più internazionali, il che potrebbe essere sinonimo di una volontà di mantenere basso il profilo e trovare un compromesso, ma non è detto che il compromesso possa piacere a Pechino, impegnatasi in questi anni anche più dell'Occidente nel tentativo di abbattere le emissioni di gas serra.
 
Sempre nell'intervista alla Cbs Trump, che in campagna elettorale aveva minacciato di introdurre dazi del 35% sulle automobili importate dal Messico e del 45% sulle merci in arrivo dalla Cina, ha evitato di parlare di commercio con l'estero, mentre la tv pubblica cinese Cctv ha oggi segnalato come il presidente eletto e Xi Jinping abbiano già avuto un primo colloquio telefonico e si siano ripromessi di "incontrarsi presto", convenendo che le due maggiori economie mondiali "necessitano di collaborazione e ci sono molte cose sulle quali possiamo cooperare".