Economia
Clima,dazi,debito:il nuovo nemico Usa è Pechino. Geopolitica,rivoluzione Trump
L’avvio dell’era-Trump rischia di spostare l’asse delle tensioni geopolitiche mondiali dall’asse Washington-Mosca a quello Washington-Pechino. Ecco perché
Ma evidentemente sugli stessi punti se Trump dovrà concedere qualcosa alle lobby industriali americane, potrebbero nascere divergenze non irrilevanti. Così non sarà un caso se il quotidiano cinese Global Times, di proprietà statale, ha invece ricordato che nel caso di un varo di misure protezionistiche Pechino è pronta ad adottare un approccio "dente per dente", con inevitabili conseguenze (ossia ritorsioni commerciali) per auto e iPhone americani venduti in Cina: GM, Ford e Apple sono avvisate.
Ultimo ma non meno importante potenziale terreno di scontro, se Trump, come ha ribadito anche nell'intervista alla Cbs, procederà ad un taglio delle tasse e contemporaneamente aumenterà la spesa pubblica, deficit e debito pubblico potrebbero anziché ridursi salire ulteriormente.
Verrebbe meno uno dei cardini della teoria economica del partito Repubblicano, cosa che potrebbe non essere presa troppo bene da molti esponenti moderati del "Grand old party" e soprattutto potrebbe indurre le agenzie di rating a ridurre il rating sovrano degli Stati Uniti.
Ma questo finirebbe con l'accelerare ulteriormente la già visibile tendenza al rialzo dei rendimenti, ossia farebbe accelerare il calo delle quotazioni dei T-bond. E chi è il principale detentore di titoli di stato a stelle e strisce al mondo? Pechino, naturalmente, che quindi ha più di un motivo per preoccuparsi delle future mosse di Trump e così mette le mani avanti, dichiarando sempre attraverso il Global Times che in quel caso "il nuovo presidente verrebbe condannato per la sua avventatezza, ignoranza e incompetenza e dovrebbe sopportare tutte le conseguenze".
Luca Spoldi