Economia

Cna: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sorpassate anche dai Lander tedeschi

Eduardo Cagnazzi

Parolo: "L'autonomia che vogliamo è uno strumento per disporre di maggiori risorse per la crescita e gli investimenti nel quadro di una salda unità nazionale".

Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, le tre Regioni a statuto ordinario, sono tra le prime in Europa per valore delle esportazioni, ma tra le ultime per investimenti destinati allo sviluppo economico. A farne le spese, tra le voci più importanti, ci sono gli investimenti destinati alle aziende e quelli destinati alla ricerca scientifica. Lo rileva un’indagine promossa dalla Cna delle tre regioni secondo cui emerge una competizione sempre più serrata tra gli enti regionali europei. “Il budget del Baden-Württemberg, il ‘minore’ dei Länder presi in considerazione, è pari al doppio del bilancio della Lombardia, la maggiore delle tre Regioni esaminate. Sia in termini percentuali sia in termini di valori assoluti, il livello di disponibilità nel budget regionale per le spese di investimento vede un netto vantaggio per i Länder e per le Comunità autonome rispetto alle tre Regioni italiane. Mentre la Lombardia ha il 5% del budget finalizzato agli investimenti (1,18 miliardi di euro), la Baviera può mettere in campo per investimenti e sviluppo il 10,6% (più di 6 miliardi di euro) del proprio bilancio”, afferma Daniele Parolo, presidente della Lombardia. In sintesi, questa regione può spendere per gli investimenti 119 euro per abitante, i Paesi Baschi 529 euro, la Baviera 466 euro. “L’autonomia che vogliamo è uno strumento per disporre di maggiori risorse per lo sviluppo e per la crescita, nel quadro di una salda unità nazionale. Solo così -conclude Parolo- potremo restare agganciati alle dinamiche della competizione globale e supportare l’intera Penisola nel suo percorso di rilancio”. Lombardia, Emilia Romagna e Veneto sono anche le Regioni italiane più competitive d’Europa a livello economico, produttivo e commerciale. La Lombardia è al quarto posto in Europa per valore delle  esportazioni, dietro solo ai grandi Länder tedeschi del Baden- Württemberg, della Baviera e del NordReno-Vestfalia; l’Emilia Romagna occupa la sesta posizione per export per abitante (circa 13.500 euro), la prima tra le Regioni “non tedesche”; il Veneto figura invece all’ottavo posto in Ue per quota delle esportazioni sul Pil (oltre il 38%), livello leggermente inferiore solo a quello del Baden-Württemberg. Tuttavia, Baden-Württemberg, Baviera e Nord Reno-Vestfalia e gli altri Länder tedeschi beneficiano non solo di un quadro nazionale maggiormente competitivo, ma anche di maggiori competenze e   risorse a livello regionale.       

La comparazione con i Lander tedeschi, Catalogna e i Paesi Baschi.                                                                      L’Osservatorio Cna ha effettuato una comparazione dei bilanci delle tre Regioni con quelli dei tre Länder tedeschi e con i budget delle Comunità autonome spagnole di Catalogna, Paesi Baschi e Comunità Valenciana. In Germania e in Spagna, infatti, rileva l’Osservatorio, vige un sistema istituzionale consolidato che attribuisce significative competenze e risorse alle Regioni, non dissimile da quello che in Italia regola questi enti a statuto speciale (Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige/Südtirol). Questo divario si manifesta in tutta la sua evidenza considerando la spesa media per abitante, che nelle tre Regioni si attesta tra i 2.300-2.400 euro, a fronte dei 4.700 euro dei Paesi Baschi e 4.400 euro del Baden-Württemberg e del Nordreno-Vestfalia. Il gap risulta ancora più accentuato con riferimento alle spese in conto capitale, che oscillano tra gli 88 euro dell’Emilia Romagna ai 132 per abitante in Veneto, ben poco rispetto ai 529 euro dei Paesi Baschi e dei 466 euro della Baviera.

Dal rapporto emerge ancora che Lombardia, Emilia Romagna e Veneto si caratterizzano per un basso livello di spesa pubblica in rapporto al Pil. Le Regioni ordinarie hanno contribuito in maniera rilevante al risanamento dei conti pubblici nazionali mediante tagli ai trasferimenti e un inasprimento dei vincoli di bilancio: a fronte di una decurtazione dei trasferimenti statali di quasi 7 miliardi di euro, alle tre Regioni d’eccellenza è stato chiesto un contributo di 2,3 miliardi di euro, vale a dire 1/3 dei tagli totali. Rispetto al 2010, l’Emilia Romagna ha perso il 54% dei trasferimenti statali non destinati alla sanità, mentre Lombardia e Veneto il 48%. A pagarne il prezzo più alto sono stati soprattutto gli investimenti e le spese per lo sviluppo economico, e in particolare la ricerca scientifica: nei bilanci consuntivi per l’anno 2017 di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto mancano quasi 1,7 miliardi di spese per investimento rispetto al 2008. Nel 2016 il calo degli investimenti si è attestato per il complesso delle tre Regioni al -43% (-39% in Lombardia, -44% in Veneto e -50% in Emilia Romagna). Di questi valori, secondo gli analisti della Cna, la percentuale impegnata per funzioni non sanitarie, tra cui lo sviluppo economico, sono scese dal 20,6% al 15,3% in Emilia Romagna, dal 34% al 14,9% in Lombardia e dal 30,6% al 17,1% in Veneto.

Il regionalismo differenziato.                                                                                                                                      I dati dimostrano come l’applicazione del regionalismo differenziato comporterebbe un incremento dei bilanci delle tre Regioni di 9,9 miliardi di euro tra spesa diretta e fondi agli enti locali, costituendo una leva inedita per stimolare la crescita economica e aumentare il livello di competitività delle imprese, diventando uno strumento al servizio delle Regioni per intervenire in maniera mirata e più incisiva sul gap infrastrutturale che penalizza le imprese, per incrementare l’attuale esigua dotazione di risorse per investimenti e sviluppo economico, per sostenere l’economia produttiva nei necessari percorsi di innovazione.