Economia
Consumi, Confesercenti: ripresa più lenta, serve tagliare tasse sul lavoro
Consumi: Confesercenti, copn pandemia e italiani più poveri persi 35-40 miliardi
Confesercenti, ripresa consumi più lenta del Pil
La ripresa dei consumi sarà più lenta di quella del Pil. A fine 2022 in Italia saremo ancora 20 miliardi di euro sotto il livello dei consumi del 2019 e il recupero completo arriverà solo nel 2023. E' il grido d'allarme lanciato dalla Confesercenti in occasione dell'assemblea a Roma. Una situazione aggravata da un serie di fattori come "la riduzione dei redditi degli italiani che, a fine 2021 sarà inferiore di 512 euro a persona rispetto al 2019 e anche all'incremento dell'inflazione che, in due anni potrebbe sottrarre 9,5 miliardi di euro di spesa versante consumi (4 miliardi quest'anno e 5,5 miliardi del 2022), secondo quanto ha evidenziato Patrizia De Luise, presidente della confederazione delle piccole e medie imprese di vicinato, del turismo e dei servizi, che proprio quest'anno compie 50 anni. Imprese che, seppure tra le tante difficoltà, sono protagoniste della ripartenza come ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio inviato alla Presidente della Confesercenti, Patrizia De Luise. "La ripartenza - sostiene Mattarella - vede protagoniste le imprese, grandi e piccole, che hanno resistito a momenti durissimi. Hanno saputo rilanciare la propria attività e l'occupazione, che tuttavia presenta ancora criticità, incluso l'ambito del lavoro autonomo, particolarmente colpito". Ed infatti, nel corso della pandemia covid-19, stima la Confesercenti si è assistito ad un crollo del lavoro autonomo con 356 mila posizioni cancellate "una vera e propria strage" oltre che alla perdita di 720 mila occupati dei quali ne sono stati recuperati solo 340 mila, meno della metà. E, come se non bastasse, è crollato anche l'indice di natalità delle imprese: in 18 mesi si è registrata una denatalità di oltre 75 mila attività.
Confesercenti, proposta al governo: un'agenzia a sostegno delle imprese di vicinato
Di qui la proposta di Confesercenti al governo lanciata dalla De Luise di un'agenzia a sostegno delle imprese di vicinato. "Proponiamo al Governo, e ci rendiamo disponibili a partecipare con nostri capitali, la creazione di un'agenzia per il sostegno dell'impresa di vicinato, delle imprese diffuse. Una collaborazione Pubblico-Associazioni di imprese. Con un obiettivo ambizioso: rigermogliare, ridare forza ed energia alla cultura di impresa" afferma De Luise. "Per questo, con vigore e convinzione, chiediamo al Governo ora di sostenere il nostro progetto. - ha sostenuto l'imprenditrice- Dobbiamo dare vita ad imprese efficienti, preparate, integrate con il territorio, rispettose dell'ambiente". E l'impegno della presidente a "promuovere ogni anno una proposta di Legge di iniziativa popolare e un confronto costante con partiti e Istituzioni. La prima sarà proprio la proposta di legge per l'agenzia a sostegno delle imprese di vicinato" ha detto De Luise rivolgendosi ai politici e ad alcuni esponenti della maggioranza di governo, che hanno partecipato ai lavori: il leader della Lega Matteo Salvini, il presidente di M5S Giuseppe Conte, il segretario del Pd Enrico Letta, la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni e il viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto (Fi).
Confesercenti, stop aumento tasse locali
Una proposta che si aggiunge ad alcune richieste urgenti formulate da Confesercenti, a cominciare da quelle in materia fiscale: dallo stop all'aumento delle tasse locali che comporterebbe per le imprese maggiori oneri ari a 3 miliardi alla necessità di "riequilibrare il divario fiscale fra chi opera nel fisico e le grandi piattaforme internazionali dell'on-line" visto che si stima una crescita strutturale intorno al 40% di acquisti online a discapito delle altre forme di distribuzione". Nella "agenda" di Confesercenti non poteva mancare un riferimento alla legge di bilancio che proprio oggi è approdata al Senato, per iniziare il suo iter parlamentare. In particolare De Luise ha sottolineato la necessità di ridurre il costo del lavoro. "Purtroppo, però, fino ad ora è stato fatto il contrario: - ha osservato De Luise - così come descritta in manovra, infatti, la riforma degli ammortizzatori sociali è un po' contraddittoria e comporterà per il settore del terziario un incremento complessivo dei contributi di quasi 600 milioni di euro con aliquote triplicate, di cui 200 riferiti alle imprese fino ai 15 dipendenti. L'aumento medio complessivo per dipendente è di 90 euro".