Economia
Coronavirus, pronto il blitz delle banche centrali: taglio congiunto dei tassi
Anche G7 ed Eurogruppo preparano un'azione concertata. Rumors
Gli economisti dell’Ocse oggi lo hanno chiesto: è il momento di intervenire per le banche centrali. Magari in maniera coordinata in modo da realizzare gli stessi effetti di contro-shock nelle diverse aree monetarie, sulla scia di quanto fatto dalle istituzioni durante la crisi finanziaria quando i mercati bruciavano miliardate sull’onda della diffusione del contagio finanziario dei mutui subprime americani. Questa volta il contagio da frenare nei suoi impatti sull’economia è quello del coronavirus, epidemia che ha ormai raggiunto tutti i cinque continenti e che nello scenario peggiore dell’organizzazione che raggruppa i Paesi più sviluppati del mondo potrebbe portare il Pil globale a crescere solo dell’1,5%, gettando l’Eurozona in recessione.
Così mentre arrivano le disponibilità a considerare tutti gli strumenti necessari da parte di Bank of Japan e Bank of England, secondo quanto riferisce la Reuters che ha citato le indicazioni di Bill Nelson, capo economista del Bank Policy Institute, che contribuì alle azioni della Federal Reserve contro la crisi del 2007-2008, le banche centrali potrebbero seguire quanto fatto nelle scorse settimane dalla People’s Bank of China e cioè scendere in campo a stretto giro per arginare la performance dei mercati finanziari provocata dall'emergenza sanitaria. Performance che nella peggior settimana dall’ottobre del 2008 ha mandato in fumo 6 mila miliardi di dollari di capitalizzazione (617,5 miliardi circa a Piazza Affari).
Nel suo blog “Don't keep your powder dry”, l'esperto ha preannunciato un'azione coordinata da parte dei principali istituti centrali del mondo, che già questo mercoledì, prima che apra Wall Street, potrebbero tagliare i tassi di interesse, un po’ come avvenne nell'ottobre 2008, quando la Fed e altre cinque banche centrali del mondo abbassarono il costo del denaro. Secondo l'economista questa volta saranno coinvolte anche la Banca centrale cinese e quella di Hong Kong, dopo l’helicopter money della scorsa settimana.
Per Nelson la Fed, tornata oggi nel mirino anche del presidente Donald Trump (The Donald l'ha accusata di essere lenta ad agire sui tassi) attuerà un taglio di almeno mezzo punto percentuale sul costo del denaro che scenderà rispetto all'attuale livello dell’1,50% e 1,75%. Del resto i mercati stanno già ipotizzando un ribasso di 25 punti base nella riunione del Fomc in calendario il 17 e 18 marzo, per cui l'unico modo per stupirli sarà un taglio superiore. “L'unico modo per ottenere una reazione positiva del mercato è quello di offrire più del previsto”, ha scritto infatti Nelson.
La novità delle ultime ore è che, secondo quanto si scommette sul mercato in riferimento alla pattuglia di banchieri centrali pronti a fare da backstop con un blitz monetario alle spinte recessive del coronavirus, ci sarebbe anche la Bce che fino alla scorsa settimana ha escluso un intervento in assenza di impatto persistenti sull’inflazione, confidando in una veloce ripresa con un andamento a “V” dell’economia dell’eurozona.
Gli analisti di Goldman Sachs, per esempio, prevedono un taglio cumulativo di 100 punti base da parte della Fed (50 punti base entro il 18 marzo seguito da un allentamento di altri 50 punti entro il secondo trimestre) e di 10 punti base da parte dell'Eurotower sui tassi di deposito overnight (ora a -0,50%). Sforbiciate a cui si aggiungeranno quelle di 100 punti da parte della Banca centrale del Canada e di 50 ad opera della Bank of England.
“Se si verifica una mossa coordinata - scrivono dalla banca d’affari americana - riteniamo che alcune banche centrali per le quali prevediamo ora un primo taglio di 25 punti base nelle nostre nuove previsioni di base potrebbero unirsi alla Fed tagliando di 50 punti base. Ciò potrebbe valere per la Nuova Zelanda e, se la mossa si verifica molto presto, per l'Australia. Sebbene sia difficile fare previsioni, il nostro scenario di base inoltre è che il Regno Unito e il Canada ridurranno entrambi il tasso di riferimento di 50 punti base nei loro prossimi incontri, anche se non si dovesse verificare in tempi brevi una mossa coordinata”.
Il numero due della Banca centrale europea Luis de Guindos ha segnalato che l'Istituto di Francoforte è pronto a tagliare i tassi di interesse e ad acquistare ulteriori asset per sostenere l'economia dell'area euro contro l'impatto dell'epidemia di coronavirus. Nello specifico lo spagnolo ha avvertito che la diffusione del virus potrebbe danneggiare le esportazioni dell'Eurozona, interrompere la catena di approvvigionamento delle imprese e frenare la domanda di servizi.
Pertanto "il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, a seconda dei casi, per garantire che l'inflazione si muova verso il suo obiettivo in modo sostenuto", ha affermato il banchiere. "Restiamo vigili e seguiremo da vicino tutti i dati in arrivo", ha concluso.
Oltre alle banche centrali, anche i Paesi del G7 unitamente a quelli della zona euro si preparano, secondo quanto ha annunciato il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire, a valutare "una azione concertata". Parole che hanno consentito ai listini del Vecchio Continente e a Wall Street di rimbalzare. Tranne a Piazza Affari.
@andreadeugeni