Coronavirus, report Inail: "28mila contagi sul lavoro, il 45,7% infermieri" - Affaritaliani.it

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Coronavirus, report Inail: "28mila contagi sul lavoro, il 45,7% infermieri"

Coronavirus, report Inail: "28mila contagi sul lavoro, il 45,7% infermieri". La replica della ministra al Lavoro Catalfo: "Massimo sostegno per chi ha il Covid"

Coronavirus, report Inail: "28mila contagi sul lavoro, il 45,7% infermieri"

Sono più di 28mila i contagi da Covid-19 di origine professionale denunciati all’Inail tra la fine di febbraio e lo scorso 21 aprile. Il 45,7% riguarda la categoria dei “tecnici della salute”, che comprende infermieri e fisioterapisti, seguita da quella degli operatori socio-sanitari (18,9%), dei medici (14,2%), degli operatori socio-assistenziali (6,2%) e del personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (4,6%). A rilevarlo, alla vigilia delle celebrazioni del primo maggio, è il primo report dell’Istituto dedicato al fenomeno delle infezioni sul lavoro da Covid-19, da cui emerge che il settore della Sanità e assistenza sociale – in cui rientrano ospedali, case di cura e case di riposo – registra il 72,8% dei casi di contagio sul lavoro da Covid-19 denunciati all’istituto. La ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, ha comunque assicurato il massimo sostegno a chi ha contratto il virus. A livello territoriale quasi otto denunce su 10 sono concentrate nelle regioni dell’Italia settentrionale: il 52,8% nel Nord-Ovest (35,1% in Lombardia) e il 26,0% nel Nord-Est (10,1% in Emilia Romagna). Il resto dei casi è distribuito tra Centro (12,7%), Sud (6,0%) e Isole (2,5%). I dati sono provvisori e il loro confronto con quelli rilevati a livello nazionale dall’Istituto superiore di sanità richiede cautele, sia per la maggiore complessità nella trattazione delle denunce che deriva dall’attuale contesto di emergenza, sia per il fatto che la platea Inail, riferita ai soli lavoratori assicurati, non comprende categorie particolarmente esposte al rischio di contagio, come quelle dei medici di famiglia, dei medici liberi professionisti e dei farmacisti.

"Un tema da affrontare"

“Il dibattito sull’ampliamento della platea degli assicurati Inail, che all’inizio dell’anno ha portato all’estensione della tutela obbligatoria ai rider addetti alle consegne a domicilio - afferma il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – con questa emergenza è tornato di grande attualità. In queste settimane, in particolare, abbiamo costituito un gruppo di lavoro con le federazioni dei medici per studiare la possibilità di estendere la nostra copertura ai medici liberi professionisti e convenzionati”. “Il tema – aggiunge il presidente dell’Istituto – dovrà però essere affrontato anche a livello complessivo, per comprendere gli oltre tre milioni e mezzo di lavoratori che non possono accedere a rendite o indennizzi in caso di infortunio o malattia professionale. Il mondo del lavoro, infatti, è cambiato moltissimo negli ultimi anni ed è arrivato il momento che anche le norme sulla protezione dei lavoratori ne prendano atto. L’Inail, per quanto gli compete, è pronto a sostenere questa svolta”.

Il commento di Catalfo: "Massimo sostegno ai contagiati"

Ai lavoratori che hanno contratto il virus e in particolare al personale sanitario sarà garantito il massimo sostegno. Lo assicura la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, commentando i dati Inail relativi ai contagi sul lavoro. “Il governo – sottolinea Catalfo – lavora in stretta sinergia con l’Inail e con le altre istituzioni coinvolte nella gestione dell’emergenza per fare in modo che la graduale ripresa delle attività avvenga in condizioni di massima sicurezza per tutti, individuando misure di protezione efficaci anche attraverso un confronto costante con le parti sociali”. “Il protocollo per la sicurezza sui luoghi di lavoro firmato lo scorso 24 aprile è il caposaldo per poter lavorare in sicurezza nella fase 2. Allo stesso tempo andrà assicurato il massimo sostegno ai lavoratori che hanno contratto il virus, a partire dalle categorie più esposte, come gli operatori sanitari impegnati in prima linea per il contenimento della pandemia”. “La celebrazione del primo maggio – conclude Catalfo - deve essere l’occasione per dare il giusto riconoscimento al loro impegno e a quello degli altri lavoratori che negli ultimi due mesi hanno garantito l’erogazione dei servizi pubblici essenziali”.