Economia
Covid, Inail: i contagi da lavoro sono oltre quota 54.000 con 319 morti

I casi di Coronavirus stimati dall'Inail dimostrano che i contagi da lavoro incidono del 17,2% rispetto al totale. I numeri cambiano in base al tipo di attività
Covid: i casi di contagio da lavoro registrati dall'Inail
I casi di infezione da Covid-19 di origine professionale denunciati all’Inail alla data del 30 settembre sono 54.128. Lo rende noto l'istituto sottolineando che si tratta di una cifra pari a circa il 15% del complesso delle denunce pervenute dall’inizio dell’anno, con un’incidenza del 17,2% rispetto al totale dei contagi nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data e concentrati soprattutto nei mesi di marzo (51,2%) e aprile (33,8%).
Rispetto al monitoraggio precedente, effettuato al 31 agosto, le denunce in più sono 1.919, di cui 1.127 relative a infezioni avvenute in settembre e le altre 792 nei mesi precedenti, per effetto del consolidamento dei dati. I casi mortali sono 319, 16 in più rispetto al 31 agosto (per lo più distribuiti tra marzo e aprile, con nessun decesso a settembre) e pari a circa un terzo del totale dei decessi denunciati all’Inail dall’inizio dell’anno, con un’incidenza dello 0,9% rispetto ai casi mortali da Covid-19 comunicati dall’Iss alla stessa data.
L’analisi per mese di accadimento rileva che al picco dei contagi sul lavoro dei mesi di marzo e aprile è seguito un ridimensionamento a maggio e, soprattutto, nei mesi estivi, con un andamento al di sotto dei mille casi mensili, anche per effetto delle ferie. In settembre, però, è emersa una recrudescenza dei casi denunciati, che hanno superato nuovamente quota mille, numero destinato ad aumentare ulteriormente nella prossima rilevazione, per effetto del consolidamento particolarmente influente sull’ultimo mese della serie.
Covid: differenza di contagio in base all'attività
Ripartendo l’intero periodo di osservazione in due intervalli – fase di “lockdown” (fino a maggio compreso) e fase “post lockdown” (da giugno a settembre) – si riscontrano significative differenze in termini di incidenza del fenomeno nei vari ambiti di attività. Per l’insieme dei settori della sanità, assistenza sociale e amministrazione pubblica, in particolare, si osserva una riduzione dell’incidenza delle denunce, passata dall’80,6% dei casi codificati fino a maggio al 54,2% del quadrimestre successivo, con un nuovo incremento della quota nel solo mese di settembre.
Viceversa, la graduale ripresa delle attività sospese durante il lockdown è stata accompagnata da un aumento della quota di denunce in altri settori, a partire da quelli che nel periodo estivo hanno avuto una crescita di lavoro, come i servizi di alloggio e ristorazione (passati dal 2,5% del primo periodo al 6,4% del quadrimestre successivo), il commercio (dall’1,4% al 3,4%) o i trasporti (dall’1,1% al 4,9%).
Lo spartiacque del lockdown fa emergere differenze anche nell’analisi dei contagi sul lavoro per professione. Se la categoria dei tecnici della salute – con il 39,2% delle infezioni denunciate, oltre l’83% delle quali relative a infermieri, e il 9,5% dei casi mortali – si conferma la più colpita, seguita dagli operatori socio-sanitari (20,6%), dai medici (10,1%), dagli operatori socio-assistenziali (8,9%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,7%), dopo il lockdown l’incidenza delle professioni sanitarie sul totale dei contagi da Covid-19 si è progressivamente ridotta. La categoria dei tecnici della salute è passata dal 39,8% del primo periodo, maggio compreso, al 26,3% del quadrimestre giugno-settembre, mentre per i medici dal 10,3% nella fase di lockdown è scesa al 5,7% in quella successiva. In settembre, però, l’incidenza di entrambe le categorie è tornata ad aumentare.
Con la ripresa delle attività, è cresciuta l’incidenza di altre professioni sul totale delle infezioni da Covid-19 denunciate all’Inail. È il caso degli esercenti dei servizi di alloggio e ristorazione (passati dallo 0,6% del primo periodo al 3,5% di giugno-settembre), degli addetti ai servizi di sicurezza, vigilanza e custodia (dallo 0,5% all’1,4%) o degli artigiani e operai specializzati (dallo 0,2% al 4,8%).