Economia

Crescono le assunzioni nel 2024 ma le aziende faticano a trovare talenti

di Redazione Economia

L’83% delle imprese ritiene che l’integrazione dell’IA in azienda creerà nuovi lavori e mansioni e pensa di dover formare il personale o assumere professionisti

Nel primo trimestre 2024 quasi tutti i settori hanno in previsione di assumere. Le migliori prospettive per energia (+28%), commercio (+23%), IT (+21%) e trasporti (+21%)

Per il primo trimestre del nuovo anno il “ManpowerGroup Employment Outlook Survey” (MEOS) sulle prospettive occupazionali, pur rilevando previsioni meno ottimiste, mostra una previsione di crescita positiva secondo i datori di lavoro italiani, che si aspettano un incremento nelle assunzioni con un Net Employment Outlook (NEO – previsione di occupazione) del +13%, al netto degli aggiustamenti stagionali.

Si tratta del tredicesimo trimestre di fila con aspettative positive. Il confronto con l’ultimo trimestre 2023 mostra un calo di 6 punti percentuali, ma il confronto anno su anno rivela una crescita del +3% rispetto al primo trimestre 2023. Il settore energetico si conferma anche per i prossimi tre mesi quello con le aspettative migliori (+28%), seguito da commercio, IT e trasporti.

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“La nostra ricerca, pur rilevando previsioni meno ottimiste rispetto all’ultimo trimestre, evidenzia che i datori di lavoro italiani che prevedono un aumento del numero di persone nei propri organici per il primo trimestre del nuovo anno sono nettamente superiori a coloro che prevedono una decrescita.  È un segnale positivo, oltretutto in miglioramento se confrontato con l’inizio del 2023", commenta Anna Gionfriddo, Amministratrice Delegata di ManpowerGroup Italia. "Queste previsioni incoraggianti si scontrano con la mancanza di talenti con le competenze cercate dalle aziende, segnalata da tre imprese su quattro. Un fattore che si aggiunge alle sfide relative agli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale: l’83% delle aziende, infatti, si sta preparando ai cambiamenti di ruoli e competenze a seguito dell’introduzione dell’intelligenza artificiale. È necessario quindi un impegno unitario da parte di enti di formazione, istituzioni, imprese e agenzie per il lavoro per l’upskilling e reskilling delle persone, così da offrire ai lavoratori le nuove competenze ricercate dalle aziende e alleviare il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro”.

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Il comparto dell’energia si conferma anche per l’inizio del 2024 il settore con le migliori previsioni di assunzione: +28%, le migliori tra tutti i settori economici. Seguono con buone prospettive anche commercio e servizi (+23%), informatica (+21%) e trasporti (+21%). Prospettive positive anche per l’industria (+13%), le comunicazioni (+12%), finanza e immobiliare (+9%). L’unico settore che evidenzia una flessione delle aspettative è quello della sanità e life sciences, che segna -11%.

In tutte le quattro macroaree italiane gli imprenditori prevedono di aumentare i propri organici nel corso del primo trimestre 2024. Decisamente positive sono quelle del Nord-Est, con un Net Employment Outlook del +33%. Buone anche le prospettive dei datori di lavoro dell’Italia centrale, che con un +14% precedono i loro corrispettivi del Nord-Ovest (+10%). Anche per Sud Italia e Isole le previsioni registrano un positivo +8%.

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Per il primo trimestre del prossimo anno si prevede siano le grandi e grandissime aziende a trainare la domanda di lavoratori. Le migliori prospettive d’assunzione sono indicate dalle imprese tra 250 e 999 dipendenti (+22%), tra 1000 e 4999 (+21%) e sopra i 5000 (+15%). Seguono le organizzazioni di medie dimensioni tra i 50 e i 249 assunti (+13%) e le microimprese sotto i 10 dipendenti (+10%). Tra le aziende “piccole” tra i 10 e i 49 lavoratori si sono rilevate previsioni ancora positive ma più contenute (+5%).

Le imprese italiane continuano a segnalare un grave problema di talent shortage sul mercato del lavoro: il 75% dichiara di aver avuto almeno qualche difficoltà a trovare candidati con le competenze richieste e per oltre una su dieci le difficoltà sono state molte. Ben una su quattro afferma che è difficile trovare le giuste capacità informatiche (25%) e per quasi una su cinque ci sono problemi con le skills chieste nei reparti produttivi (19%). Seguono poi le competenze ingegneristiche (17%), amministrative (16%) e logistiche (16%).

Le imprese stanno valutando come non perdere i talenti già presenti e come attirarne di nuovi. Il 45% pensa di offrire maggiore flessibilità su luogo e orario di lavoro, il 22% considera di aumentare gli stipendi, il 20% ritiene di cercare possibili candidati tra i lavoratori più “senior”. Quasi un’azienda su cinque (19%) ritiene vantaggioso mantenere in organico lavoratori non necessari al momento, pur di averli disponibili in prospettiva futura. Per il nuovo anno le priorità indicate dai datori di lavoro in ambito HR sono le assunzioni in ruoli specializzati (per il 71% degli intervistati), il benessere dei propri dipendenti (per il 68%) e ottimizzare l’uso di lavoratori a tempo determinato e in somministrazione (65%).

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Per quanto riguarda le sfide poste da intelligenza artificiale e transizione ecologica, l’83% delle organizzazioni italiane sta riflettendo su come gestire le sfide legate ai nuovi lavori e mansioni dovuti allo sviluppo dell’IA. Il 23% pensa di formare il personale già in azienda e sempre il 23% vuole assumere nuovi professionisti qualificati. Il 17% ritiene di dover definire meglio quali mansioni possono trarre vantaggio dall’IA e il 16% di dover capire quali competenze attuali dovranno essere aggiornate. Il 15% sta valutando se creare importanti programmi di formazione e aggiornamento per il proprio personale.

Per quanto riguarda la transizione ecologica la maggioranza delle imprese italiane pensa che gran parte delle competenze in ogni settore aziendale dovrà cambiare per adeguarsi a pratiche più sostenibili ed ecologiche. Ad esempio, secondo i datori di lavoro italiani tutte le funzioni IT e Operations dovranno mutare il 66% delle loro competenze tecniche, aggiornandole in chiave green.