Economia
Criptovalute, dai terroristi allo scandalo FTX. Tutti le usano, zero controlli
E come si finanziano i terroristi oggi? Anche quelli di Hamas? Con le criptovalute. Un mercato parallelo senza controlli
Le insidie delle criptovalute, prodotti speculativi ad alto rischio
L'universo tende intrinsecamente al caos, è il secondo principio della termodinamica. Per gli addetti ai lavori, nella nostra società del denaro, questo caos non regolamentato, nel bene e nel male, ha preso l’aspetto delle criptovalute, le monete virtuali basate sulla tecnologia blockchain che vengono utilizzate per acquistare beni o servizi e scambiare valore ma non circolano nei normali servizi finanziari, bancari e governativi.
Per anni quando si parlava di criptovalute si è sempre fatto riferimento a grandi profitti e a pochi controlli. Il recente scandalo americano di FTX, società per lo scambio di criptovalute, costituita ad Antigua e Barbuda e con sede alle Bahamas, che ha spazzato via milioni e sottoposto ad indagine per frode e riciclaggio il fondatore Sam Bankman-Fried, ha incrinato lo storytelling positivo portato avanti per anni.
Sam Bankman-Fried al suo apice deteneva più di 10 miliardi di dollari in depositi dei clienti. E FTX non è stata neanche l'unica grande struttura a crollare nel 2022. Diverse società di prestito crittografico sono cresciute rapidamente e deragliate altrettanto velocemente di recente.
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Detto questo le criptovalute restano ancora fuori da qualsiasi regolamentazione, sono circondate da molteplici conflitti di interessi e pericoli non sempre gestibili, anche se restano appetibili per chi non vuole muoversi nei circuiti bancari. E il tonfo colossale del magnate americano ha continuato a non cambiarne il funzionamento e la regolamentazione.
Non a caso sia terroristi sia riciclatori di denaro utilizzano le criptovalute per accumulare capitali e coprire le proprie tracce. Un esempio fra tutti, il gruppo militare palestinese Hamas che ha operato l'attacco in Israele qualche giorno fa. Ha raccontato di recente il Wall Street Journal: Hamas ha raccolto milioni di dollari in criptovalute nell'anno che ha preceduto questo assalto. Ma non è il solo gruppo. Sempre il WSJ ha spiegato in queste ore che l’organizzazione Palestinian Islamic Jihad ha ricevuto 93 milioni in valute digitali dall'agosto 2021 allo scorso giugno, a differenza di Hamas che ne ha raccolti 41 milioni.
Neanche le regole di Wall Street, che consentono attività speculative e un'aggressività imponente fuori dal comune, vengono applicate se parliamo delle criptovalute. E anche se non sono un pericolo sistemico vista l’odierna dimensione del mercato, 1.000 miliardi di dollari, il problema esiste e si espande. Per ora solo i singoli investitori sono a rischio, quando si tratta di criptovalute le persone non sono coperte dalle norme degli Stati nazione, non c’è protezione dei consumatori che spesso non sono ben informati dei rischi.
L’evoluzione legale della vicenda FTX va però monitorata perché potrebbe determinare un cambio di volta nella politica soprattutto americana.
Il Congresso degli Stati Uniti per adesso è diviso sul da farsi, tra chi pensa che non ci sarà un altro scandalo come FTX e chi ha intenzione di intervenire in modo ferreo. Intanto si prosegue verso il caos senza grandi cambi di rotta e di certo con la crescita di questi mercati l’instabilità finanziaria, la manipolazione dei mercato e la criminalità finanziaria sono destinate semplicemente ad aumentare.