Economia

Csc, la produzione industriale a -0,6% su giugno; piatto il trimestre in corso

Negli ultimi due mesi l’attività industriale in Italia ha mostrato una dinamica altalenante, giù dello 0,6% in luglio dopo un incremento dello 0,3 a giugno

Negli ultimi due mesi l’attività industriale in Italia ha mostrato una dinamica altalenante, essendo diminuita dello 0,6% in luglio dopo un incremento dello 0,3% nel mese precedente. Sia la domanda interna che quella estera si sono ulteriormente indebolite nell’ultimo bimestre, come confermato anche dall’indagine ISTAT sulla fiducia degli imprenditori manifatturieri. Nel terzo trimestre si stima una sostanziale stagnazione della produzione, dopo il calo rilevato nel secondo. La debolezza dell’attività industriale contribuisce a frenare il PIL anche nei mesi estivi, dopo la stagnazione stimata per il secondo trimestre.

Il CSC rileva una diminuzione della produzione industriale dello 0,6% in luglio su giugno, quando è stimato un incremento dello 0,3% rispetto a maggio. Nel secondo trimestre l’attività diminuisce dello 0,6% sul primo e nel terzo la variazione acquisita è di -0,1%.

La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, aumenta in luglio dello 0,2% rispetto allo stesso mese del 2018; in giugno è stimata scendere dello 0,4% annuo. Gli ordini in volume registrano diminuzioni congiunturali sia in luglio (-0,3% su giugno, -0,9% sui dodici mesi) che in giugno (-0,4% su maggio, -1,6% annuo).

La dinamica dell’attività nella media degli ultimi due mesi rimane fiacca. La domanda interna non mostra segnali di rilancio, specie nella componente investimenti, mentre quella estera risente di un contesto internazionale in rallentamento, soprattutto in Europa. In particolare preoccupa l’andamento dell’economia
tedesca, atteso in ulteriore indebolimento nei mesi estivi. L’indice di fiducia delle imprese in Germania (IFO) è diminuito per il quarto mese di fila a luglio, scendendo al minimo da sette anni; anche il PMI manifatturiero tedesco è andato peggiorando, avendo toccato il livello più basso dal 2012. Secondo molti osservatori è elevato il rischio recessione nell’industria tedesca e questo avrebbe ricadute negative sul manifatturiero italiano per la stretta relazione tra i sistemi produttivi dei due paesi, specie nel comparto automotive che è ancora oggi il più penalizzato. Le prospettive per la produzione industriale italiana non sono migliori di quanto finora osservato. Gli ordinativi in volume sono diminuiti negli ultimi due mesi e la fiducia rilevata dall’ISTAT tra le imprese manifatturiere è scesa nuovamente in giugno e luglio, proseguendo lungo un trend negativo in atto dalla fine del 2017. Ha pesato il peggioramento dei giudizi degli imprenditori sull’andamento corrente di produzione e ordini, mentre - nell’ultimo mese - sono tornate a diminuire le scorte. Le attese sono rimaste sostanzialmente invariate e non lasciano intravedere un cambio di rotta nel breve periodo.

La dinamica debole dell’industria frena il PIL italiano anche nei mesi estivi, dopo la stagnazione stimata nel secondo trimestre. Per l’intero 2019 difficilmente si potrà andare oltre una crescita dello 0,1% sul 2018.

Csc