Economia

Economia russa nel 2025: andamento del Pil, inflazione e commercio dopo le sanzioni internazionali

Mosca starebbe anche promuovendo l’uso di valute alternative al dollaro per ridurre la dipendenza dal sistema finanziario occidentale

di redazione economia

I dati dell’economia della Russia

L'economia russa si trova in una fase di trasformazione profonda. Nonostante le sanzioni internazionali imposte a partire dal 2022 abbiano influito pesantemente su diversi settori, la Russia ha adottato strategie di adattamento che le hanno permesso di evitare un collasso economico. Tuttavia, il Paese deve ancora affrontare sfide strutturali significative, legate alla dipendenza dalle esportazioni energetiche, alla riduzione degli investimenti stranieri e alla necessità di diversificare.

Secondo i dati aggiornati a marzo 2025, il PIL russo registra una crescita modesta dello 0,8%, un miglioramento rispetto alla contrazione del -2,1% del 2023. Nello specifico il Prodotto Interno Lordo (PIL) in Russia è aumentato del 3,10 percento nel terzo trimestre del 2024 rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Questo risultato è stato possibile grazie alla ripresa parziale del settore energetico, che contribuisce ancora per circa il 30% al PIL nazionale.

Le esportazioni di petrolio e gas, sebbene ridotte rispetto ai livelli pre-sanzioni, rimangono una fonte vitale di entrate. La Russia ha consolidato i suoi rapporti commerciali con la Cina, l’India e altri Paesi asiatici, che oggi assorbono oltre il 60% delle esportazioni energetiche russe.

Il prezzo del petrolio si attesta intorno ai 70-75 dollari al barile, un livello che garantisce margini di profitto limitati ma sufficienti a sostenere le casse dello Stato. Tuttavia, la volatilità dei mercati energetici globali rappresenta un rischio costante per l’economia russa.

L’inflazione, che aveva raggiunto picchi del 15% nel 2022, è stata progressivamente contenuta grazie a politiche monetarie più rigide e a un maggiore controllo sui prezzi dei beni di prima necessità. Il tasso di inflazione annuale si attesta al 6,5%, un miglioramento significativo rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, il potere d’acquisto della popolazione rimane alquanto compresso, con i salari reali in calo del 10% rispetto al 2021.

Il tasso di disoccupazione è stabile al 5,2%, ma la qualità del lavoro e la produttività sono diminuite, soprattutto nei settori ad alta intensità di tecnologia, dove le sanzioni hanno limitato l’accesso a componenti e know-how occidentali.

Il settore industriale russo ha subito un ridimensionamento significativo a causa delle restrizioni all’accesso ai componenti high-tech e alle tecnologie avanzate. Tuttavia, il governo ha intensificato gli investimenti nella produzione interna. Ad esempio, il settore della difesa ha visto una crescita del 7% nel 2024, grazie agli ordini statali e alle esportazioni verso Paesi alleati.

D’altra parte, il settore tecnologico civile fatica a decollare. La produzione di elettronica e semiconduttori è ancora limitata, con una dipendenza dalle importazioni cinesi che supera il 70%. La Russia sta cercando di sviluppare una propria industria tecnologica, ma i progressi sono ancora lenti e troppo costosi.

Viste le pesanti sanzioni imposte nel tempo dall'Occidente e il limitato accesso ai mercati finanziari globali la Russia ha intensificato i suoi legami con i Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e altre economie emergenti. Il commercio con la Cina è cresciuto del 25% rispetto al 2022, rappresentando oggi oltre il 30% del volume totale degli scambi commerciali russi.

Inoltre, Mosca starebbe anche promuovendo l’uso di valute alternative al dollaro, come il renminbi cinese e la rupia indiana, per ridurre la dipendenza dal sistema finanziario occidentale. Circa il 40% delle transazioni commerciali russe viene ora effettuato in valute diverse dal dollaro.

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