Economia

Dicembre nero per le immatricolazioni auto: Stellantis precipita, vendite giù di quasi il 10%

Le immatricolazioni sono calate del 18,7% sul 2019, cioè sull’anno che ha preceduto la pandemia e al cui livello il mercato auto italiano non riesce a ritornare

di redazione economia

Auto: immatricolazioni nel 2024 -0,5%, dicembre -4,93%

In calo le immatricolazioni auto: a dicembre sono state pari a 105.715 contro le 111,201 di dicembre 2023, giù del 4,93%. Nell'intero anno il ribasso è più contenuto: -0,5%. Le vendite di auto nuove sono state 1.558.704, nel 2023 furono 1.566.521. I trasferimenti di proprietà sono stati 472.071 a fronte di 416.680 passaggi registrati a dicembre 2023, con un aumento del 13,29%.Il volume globale delle vendite mensili, pari a 577.786, ha interessato per il 18,30% vetture nuove e per l’81,70% vetture usate.

Stellantis: immatricolazioni 2024 sotto quota mezzo milione

Stellantis registra un calo del 18,1% delle immatricolazioni a dicembre 2024: sono state 24.411 contro le 29.818 di dicembre 2023. La quota di mercato passa al 23,1% dal 26,8% del dicembre 2023.  Nell'intero 2024, le immatricolazioni sono calate del 9,9% essendo state pari a 452.615 contro le 502.546 del 2023. La quota di mercato passa dal 32% del 2023 al 29% dello scorso anno. 

LEGGI ANCHE: Italia: mercato auto, vendite ed immatricolazioni, i dati per ogni casa automobilistica

Auto: Csp, vendite -18,7% sui livelli ante crisi (2019)

Le immatricolazioni sono calate del 18,7% sul 2019, cioè sull’anno che ha preceduto la pandemia e al cui livello il mercato auto italiano non riesce a ritornare nonostante che il Pil abbia già raggiunto e superato il livello del 2019. E' l'analisi di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor secondo cui "non conforta certo il fatto che la situazione italiana non differisca significativamente da quella dell’Unione Europea i cui dati definitivi verranno resi noti a metà gennaio, ma che farà registrare un calo sul 2019 sostanzialmente analogo a quello italiano, come sostanzialmente analoghe sono le cause che hanno determinato questa situazione e che sono da ricercarsi nella politica dell’Unione Europea per la transizione energetica".

"A differenza del resto del mondo che, quando sostiene l’auto elettrica lo fa attraverso incentivi, l’Unione Europea ha vietato a partire dal 2035 di acquistare auto diverse da quelle elettriche incurante del fatto che qualora si riuscisse ad avere un parco circolante interamente costituito da auto elettriche (e questo potrebbe avvenire non prima degli anni ’50 del secolo) la riduzione delle emissioni di CO2 sarebbe del 3,3% in un contesto in cui rimarrebbe invariata la presenza in atmosfera di tutti gli altri gas ad affetto serra, dal vapore acqueo, al metano, agli alocarburi, al protossido di azoto, all’ozono, eccetera" spiega. 

Tornando al mercato italiano, "poco conforto" viene dall’inchiesta congiunturale mensile sui concessionari condotta dal Centro Studi Promotor. In sintesi, prosegue Quagliano, "a fine dicembre soltanto il 4% degli intervistati giudica alta l’acquisizione di ordini, mentre per l’80% l’acquisizione è stata su bassi livelli e soltanto per il 16% è stata su livelli normali. Ovviamente questa situazione giustifica forti preoccupazioni per l’andamento delle vendite di autovetture in Italia nell’anno appena iniziato e d’altra parte, dalla stessa fonte, cioè dall’inchiesta del CSP, si apprende che nei prossimi tre/quattro mesi le vendite di autovetture aumenteranno soltanto per il 14% dei concessionari interpellati, mentre per il 38% il mercato rimarrà stabile e per il restante 48% sarà in calo". Data questa situazione, le prospettive per il settore dell’auto nel 2025 (e per gli anni seguenti) "non sono certamente positive e va segnalato che catastrofico sarebbe l’effetto sul settore dell’auto se l’Unione Europea irrogasse, anche nell’anno appena iniziato, le multe miliardarie previste per le case automobilistiche che non hanno rispettato i diktat dell’Unione in materia di produzione e di vendite di auto nell’anno precedente che, in questo caso, è il 2024". Quindi, "invece di irrogare multe miliardarie, l’Unione Europea dovrebbe prevedere aiuti alle case automobilistiche tali da compensare i danni prodotti dalla politica adottata dall’Unione nella transizione energetica".