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Economia
Enel, dalla lista dei fondi al ruolo di Endesa: tutti i temi sul tavolo

Ma le grandi aziende partecipate, come Eni ed Enel, saranno dei veri e propri veicoli di spesa del Pnrr e i fondi vogliono accertarsi che non vi siano ripensamenti di sorta. Il governo Meloni sta agendo in continuità con quanto fatto dal suo predecessore, ma la battaglia in Europa contro lo stop alle auto a motore termico ha fatto drizzare le antenne

C’è però un ulteriore profilo di rischio su cui tutti devono prestare la massima attenzione. All’indomani della nomina di Flavio Cattaneo ad amministratore delegato, il ceo di Banca Intesa Carlo Messina ha benedetto la scelta del governo, parlando in modo lusinghiero del manager milanese. E gli analisti della prima banca del Paese hanno parlato di “nuovo e capace management di Enel” che “confermerà probabilmente la dividend policy del gruppo e siamo convinti che adotterà un approccio di trasparente e di rispetto del mercato”. 

Ma fonti vicine ai fondi hanno subito alzato la mano, facendo notare che Intesa fa parte di Assogestioni e che quindi un eccessivo endorsement della figura di Cattaneo o di altri consiglieri della lista di maggioranza poteva perfino configurarsi come possibile concentrazione. D’altronde, fonti vicine al governo, fanno notare che se in assemblea dovessero esserci sorprese, si potrebbe profilare il “change of government” con conseguente possibilità di impiegare il golden power.  Anche Jefferies ha promosso Cattaneo, ricordandone la capacità di creare valore e il ruolo sulle rinnovabili che ha svolto già ai tempi di Terna. Non esattamente un neofita del settore come qualcuno vorrebbe farlo passare.

Intanto, sembra che un primo risultato sia stato raggiunto. Covalis presenterà comunque la sua lista, ma a quanto apprende Affaritaliani.it da fonti qualificate i fondi abbiano apprezzato l’apertura dell’esecutivo che evidentemente si è reso disponibile a offrire garanzie su strategie precise sulle rinnovabili. Che cosa succederà dunque? I grandi fondi aspettano di capire che cosa suggeriranno di fare i proxy advisor, sigle che hanno come mandato quello di "consigliare" sulle strategie d'investimento. 

Dentro a Enel, però, si respira un'atmosfera preoccupata. Qualcuno cerca di convincere il nuovo ceo di essere adatto a restare nell'azienda con la più alta capitalizzazione di Borsa del nostro Paese. Qualcuno si è ormai rassegnato e sa quindi che dovrà fare le valigie. In tutto ciò, la stampa riceve sempre più spesso autentiche "polpette avvelenate". Decisivo sarà, da questo punto di vista, capire chi saranno i manager che andranno a comporre la prima linea di Cattaneo. Qualcuno teme che l'ex amministratore delegato di Telecom possa mettere in piedi un piano di tagli del personale e di razionalizzazione dei costi, vista la struttura particolarmente complessa di Enel. E alcuni sussurrano ad Affari: ma Cattaneo ha già iniziato a parlarne con i sindacati pur non avendo ancora un mandato preciso dal board?

Un'area particolarmente contesa è quella della comunicazione: il posto fa gola a molti, ma il ceo in pectore, si sa, è persona che richiede standard elevatissimi. Alcuni nomi sono già stati fatti, anche se al momento non vi sono ancora candidati in vantaggio. 

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