Economia

Enel, dalla lista dei fondi al ruolo di Endesa: tutti i temi sul tavolo

Covalis presenta un elenco di sei nomi e si prepara per l'assemblea del 10 maggio. Ma sul tavolo di Cattaneo ci sono molti dossier

Covalis e Mondrian: i rimproveri a Scaroni e Cattaneo

Ancora più irrituale è la composizione della lista: sei membri, come quella del Mef. Perché? Le motivazioni sono diverse. Da una parte nessuno pensa realmente che possano saltare le nomine di Paolo Scaroni e Flavio Cattaneo, dall’altra si teme che l’assemblea del prossimo 10 maggio possa trasformarsi in un Vietnam con attacchi e contrattacchi. 

Dopo Covalis è arrivato il fondo britannico Mondrian, che di Enel ha l’1,7%. La firm londinese ha sparato ad alzo zero, dichiarandosi “estremamente delusa dalla totale mancanza di trasparenza nel processo e nei criteri di nomina” e preoccupata per la “assenza di coinvolgimento da parte del governo italiano, nonostante i nostri sforzi per avviare un dialogo costruttivo”. Insomma, non esattamente un clima costruttivo, soprattutto perché si teme che il nuovo corso dia vita a una “significativa interruzione della strategia e della gestione di Enel non sia nell’interesse degli azionisti e che l’opacità del processo ponga ulteriori seri interrogativi sulla qualità della corporate governance”.

Si rimprovera Paolo Scaroni per aver avviato un legame profondissimo con il gas russo quando era a capo di Eni e si imputa a Flavio Cattaneo di avere poca o nessuna competenza in ambito sostenibilità. Poiché si tratta di fondi, in entrambi i casi non si può pensare che non ci sia una logica di business dietro. Le dinamiche Esg non sono più accantonabili, pena l’esclusione dai circuiti più importanti. Enel può tornare indietro nella sua strategia? Difficile che accada, soprattutto perché il “faraone” Starace – come veniva chiamato bonariamente tra le mura dell’azienda – ha fissato una serie di paletti (l’ultimo con il green bond con precisi Kpi di sostenibilità da raggiungere) che rendono il processo pressoché irreversibile.