Economia

Enel, Starace è mister 80%. Il rally del titolo dal 2014

Le aspettative del mercato sui dividendi. I rendimenti in crescita nel periodo del nuovo piano industriale. Ecco perché le azioni continuano a crescere

Mister quasi 80%. Che Francesco Starace, ex capo di Enel Green Power e ora in sella al colosso elettrico come amministratore delegato dal 2014, fosse un manager apprezzato dal mercato, bastava ascoltare i commenti dei broker e degli analisti nelle sale operative che accompagnavano il miglioramento del business e il recupero della redditività della controllata del Tesoro portato avanti dal vertice nell'ultimo triennio. Nonostante un debito-monstre di quasi 40 miliardi di euro, ereditato dal passato. 

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Ma ancor di più dei giudizi delle agenzie di rating e delle case d'investimento che pure oggi sono arrivati copiosi a commento del nuovo piano industriale appena presentato a Londra, è l'andamento del titolo Enel, presente in molti portafoglio degli asset manager internazionali, a parlare chiaro e a dimostrare quanto la svolta di puntare sulla vocazione industriale del gruppo e sulla crescita della presenza nel settore delle energie rinnovabili piaccia aggli investitori.

Da quando ha ricevuto dal duo Renzi-Padoan il mandato di nuovo timoniere dell'Enel (4 maggio 2014) le azioni del gruppo hanno guadagnato quasi l'80% contro circa il 4% messo a segno nello stesso periodo dal Ftse Mib e il +0,6% dello Stoxx 600 Utilities (+14,4% invece lo Stoxx Europe 600). Trend che, grazie alle promesse su dividendi e coerenza industriale continuano anche nella seduta di Borsa di oggi dopo che il manager ha illustrato nella City le nuove strategie del gruppo. Il colosso elettrico ha battuto le attese del consenso sui numeri del piano e il titolo ha chiuso con un progresso del 2,58% dopo la pubblicazione degli obiettivi al 2020, conquistando la maglia rosa della Borsa.

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Gli analisti di Equita Sim confermano la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 5,65 euro dopo il business plan, che evidenzia "numeri in linea con le" loro "anticipazioni" ma "decisamente superiori al consenso". Target "rialzati sull'utile 2018 e 2019. Dividendo minimo a 28 centesimi per il 2018", sintetizzano da Equita. Nel complesso, "giudizio positivo, quindi", concludono gli esperti. Anche Banca Imi conferma la raccomandazione add e il prezzo obiettivo a 5,7 euro sul titolo.

Per gli esperti vengono confermati "i principali pilastri strategici" e la "maggior notizia positiva è sulla crescita del dividendo, che dovrebbe portare a un incremento del rendimento dall'attuale 4,3% al 7% nel periodo del piano, agli attuali prezzi di Borsa".

Banca Akros, infine, conferma il rating neutral e il prezzo obiettivo a 5 euro. Il piano al 2020, commentano gli analisti, indica "target migliorati e coerenti con quelli forniti lo scorso anno. Il management conferma la sua visione chiara sul futuro: reti e rinnovabili sono chiave. Continuiamo ad apprezzare la strategia e le mosse in atto per raggiungere gli obiettivi annunciati".