Economia
Eni, mini barile e Covid mandano i conti in perdita per 8,56 miliardi
4° trimestre ok. Descalzi: "L'anno più difficile nella storia dell'industria"
Eni chiude il 2020, l'anno del Covid, con una perdita netta adjusted di 742 milioni per effetto della flessione della performance operativa, dei minori risultati delle joint venture e altre partecipazioni industriali a causa del deterioramento del quadro macroeconomico e dell'andamento del tax rate e un rosso (perdita netta di competenza degli azionisti) di 8,563 miliardi rispetto all'utile netto di 148 milioni del 2019, di cui circa 3,3 miliardi di perdita operativa. L'utile operativo adjusted nell'anno si e' attestato a 1,898 miliardi, con una flessione del 78 per cento. Nel quarto trimestre il gruppo ha registrato un utile netto adjusted di 66 milioni e un perdita netta di 725 milioni e un utile operativo adjusted di 488 milioni. La produzione di idrocarburi nell'anno si e' attestata a 1,733 mln boe/g, in linea con guidance e in calo del 7% da 1,871 mln del 2019. Eni conferma che proporra' all'assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo di 0,36 euro per azione (0,86 nel 2019) di cui 0,12 distribuiti gia' in acconto a settembre.
Eni ricorda di aver definito, durante l'anno, la strategia al 2050 con l'obiettivo di diventare leader nella fornitura di prodotti decarbonizzati e di conseguire un miglior bilanciamento del portafoglio, riducendo l'esposizione alla volatilita' dei prezzi degli idrocarburi. Nel 2020, evidenzia, si e' verificata la massima contrazione mai registrata della domanda petrolifera globale(-9% dal 2019) a causa delle misure di lockdown adottate a livello mondiale per contenere la diffusione della pandemia di Covid-19. E il crollo dei prezzi e dei margini delle commodity (Brent -35%, prezzo del gas Italia -35%,margine di raffinazione-60%) con rilevanti impatti sui risultati e i cash flow di Eni.
Durante il picco pandemico, il management, ricorda il gruppo, ha attuato misure decisive per salvaguardare la liquidita' e la solidita' patrimoniale dell'azienda, difenderne la redditivita' e aumentarne la resilienza allo scenario, senza pregiudicarne la capacita' di tornare a crescere non appena le condizioni macro lo consentiranno: rivista la strategia di breve/medio termine riducendo di 8 miliardi gli esborsi per costi ed investimenti del biennio 2020-2021, piu' esposto al downturn, e allocando risorse aggiuntive di circa 0,8 miliardi per accelerare lo sviluppo dei business green; ottimizzazioni dei capex concentrate nel settore E&P attraverso il 're-phasing' di alcuni progetti che potranno essere riproposti in futuro con la normalizzazione dello scenario; modificato il profilo di crescita delle produzioni; assunzione di uno scenario petrolifero piu' conservativo con un Brent LT a 60 $/barile in termini reali 2023 (rispetto ai precedenti 70 $/barile) per riflettere i rischi di ritardi nella ripresa economica post-pandemica e di un periodo prolungato di debolezza nella domanda energetica.
Nel 2020 i capex organici sono stati ridotti a 5 miliardi(-2,6 miliardi dal budget originario a cambi costanti, pari a -35%) e gli opex di 1,9 miliardi rispetto al livello pre-Covid di cui circa il 30% strutturali. Il cash flow adjusted ante working capital di 6,73 miliardi e' stato in grado di autofinanziare i capex organici dell'anno con un avanzo di 1,7 miliardi. Rispetto alla stima iniziale di euro11,5 miliardi di cash flow adjusted allo scenario di 60 $/barile, la flessione dei prezzi degli idrocarburi ha inciso per circa -4,5 miliardi e gli impatti del Covid-19 per circa -1,7 miliardi, in parte compensati dai cost saving e dalla performance.
Il leverage a fine anno e' pari a 0,31 ed Eni chiude l'anno con una riserva di liquidita' di circa 20,4 miliardi di cui 9,4 miliardi di attivi di tesoreria, 5,5 miliardi investiti in attivita' liquide, 0,2 miliardi di crediti finanziari a breve e 5,3 miliardi di linee di credito committed non utilizzate. La produzione di idrocarburi del quarto trimestre si attesta a 1,71 milioni di boe/giorno (-11% rispetto al periodo di confronto), 1,73 milioni di boe/giorno nell'anno, in linea con il consensus.Al netto dell'effetto prezzo, il calo della produzione e' dovuto agli effetti del Covid-19, ai correlati tagli produttivi dell'Opec+ e alla riduzione della domanda gas (principalmente Egitto). Alle 14 Eni presentera' il Piano strategico alla comunita' finanziaria.
"E' stato l'anno piu' difficile nella storia dell'industria energetica, Eni ha dato prova di grande forza e flessibilita', rispondendo con prontezza allo straordinario contesto di crisi e progredendo nel processo irreversibile di transizione energetica. In pochi mesi abbiamo rivisto il nostro programma di spesa e minimizzato l'impatto sulla cassa della caduta del prezzo del greggio, aumentato la nostra liquidita' e difeso la nostra solidita' patrimoniale. I risultati del quarto trimestre, con un prezzo del Brent a 44 dollari al barile sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente, superano le aspettative del mercato a livello di utile operativo ed utile netto, e confermano la generazione di cassa operativa e l'efficacia della nostra azione di risposta alla crisi", ha commentato l'amministratore delegato Claudio Descalzi.
"Grazie alle azioni che abbiamo messo in campo - ha aggiunto - la generazione di cassa adjusted 2020 di 6,7 miliardi e' stata in grado di autofinanziare i capex con un avanzo di 1,7 miliardi. L'indebitamento netto (ante IFRS 16) rimane al livello di fine 2019 ed il leverage si attesta intorno al 30%".
Secondo il manager, "il settore upstream consolida fortemente la tendenza alla ripresa, nell'anno i business destinati alla generazione e vendita di prodotti decarbonizzati hanno conseguito risultati eccellenti, con l'Ebit di Eni gas e luce in aumento del 17% e le lavorazioni delle bio raffinerie del 130%, oltre a 1GW di capacita' di generazione da solare ed eolico gia' installata o in fase di sviluppo. Abbiamo posto le basi per una forte accelerazione delle rinnovabili, con l'ingresso in due mercati strategici quali gli Usa e l'eolico offshore del Mare del Nord, con la partecipazione al progetto Dogger Bank in Uk che sara' il piu' grande al mondo nel suo genere".