Economia
EssilorLuxottica, guerra totale fra soci. Del Vecchio pronto alle vie legali
Nel mirino le mosse del vice Sagnieres sulla governance
Bordata di Leonardo Del Vecchio, presidente esecutivo e primo azionista di EssilorLuxottica, gigante da 16 miliardi delle montature e delle lenti, al vicepresidente esecutivo Hubert Sagnieres, accusato di "avere rotto il patto siglato nel 2017", che prevede uguaglianza di potere tra i due manager, e di essersi "comportato, durante la prima assemblea generale Del nuovo gruppo, il 29 novembre, come se Essilor avesse acquistato Luxottica".
In un'intervista al quotidiano francese Le Figaro, Del Vecchio ha detto che quando gli e' stata proposta la maxi fusione italo-francese dell'occhialeria tra Luxottica ed Essilor "ho avuto fiducia e ho accettato, perche' l'operazione e' stata fantastica" e ha dato vita a "un leader mondiale in Europa da due aziende perfettamente complementari", ma "avevo visto un rischio: avere due persone alla guida".
Ora è guerra aperta con i soci francesi e Del Vecchio si dice anche pronto alle vie anche legali. Non ha intenzione di far saltare la fusione e un'Opa sarebbe troppo onerosa anche per lui, ma sulla governance non intende transigere. E vuole fare in fretta per trovarne una definitiva.
"Sagnières ha nominato - spiega l'imprenditore italiano che in maggio compira' 84 anni - quattro manager chiave, tutti di Essilor, con i quali cerca di gestire il gruppo da solo. Tutti questi manager - sono stati assunti con contratti a tempo indeterminato con aumento di stipendio e paracadute d'oro. Questo l'ho saputo solo due settimane fa: ne' il consiglio di amministrazione, che ha la competenza di nominare i leader chiave, ne' io stesso, che avrei dovuto decidere con Sagnieres, siamo stati informati".
Del Vecchio, dopo due giorni di silenzio totale, ricostruisce come nel Consiglio di amministrazione di lunedi' abbia detto che Sagnieres "stava violando i patti. Non possiamo accettarlo. Ho fatto delle proposte. Ha detto no a tutto. Per trovare un compromesso, ho persino proposto di nominare due co-investitor relator, uno di Essilor e uno di Luxottica: lo ha rifiutato".
Quindi Delfin "sta valutando i modi migliori per garantire la conformita' al contratto", riservandosi "di intraprendere tutte le azioni che riterra' necessarie o appropriate per proteggere il suo interesse, quello di EssilorLuxottica e di tutti i suoi stakeholder". Ma una "prise de controle" 'rampante' o de facto "e' fuori discussione", afferma l'azionista di maggioranza di EssilorLuxottica nel suo duro comunicato che ha fatto emergere lo scontro. In attesa di una risposta dei francesi, forse presi in contropiede dalla chiara dichiarazione di guerra.