Eurozona, sprint per il bilancio. Entrate e spese: come funzionerà
La Germania non si oppone più al bilancio per l’eurozona e a trasformare l’Esm nel Fondo monetario europeo, ma restano da decidere regole di funzionamento e...
Angela Merkel ed Emmanuel Macron non potevano lasciarsi senza un accordo e un accordo c’è stato, ma a detta di molti è solo un timido passo in avanti nella direzione che il presidente francese aveva auspicato, ossia rafforzare il Meccanismo europeo di stabilità (Esm) per render più solida l’unione bancaria e associare alla zona euro un bilancio, per poter mettere in cantiere l’unione fiscale. Berlino per il momento ha detto sì alla proposta francese di bilancio comune per i 19 membri dell’Eurozona, che opererebbe separatamente da quello comunitario (che riguarda tutti i 28 stati della Ue, compreso ancora il Regno Unito), ma solo dal 2021, se anche gli altri 17 paesi lo vorranno, e senza entrare nei dettagli operativi.
Via libera anche alla trasformazione dell’Esm in un vero e proprio fondo monetario europeo (Fme) in grado di intervenire in situazioni di crisi del debito sovrano (come fu nel 2010 per la Grecia), ma lo stesso Macron ha dovuto ammettere che “molto resta ancora da fare”. Nulla di deciso, in particolare, su punti qualificanti come chi debba gestire il bilancio, con la Francia che insiste per un ministro delle Finanze unico, passo decisivo per arrivare poi all’unione fiscale che Berlino continua a osteggiare temendo un eccessivo “ammorbidimento” delle regole fiscali.
La Merkel in questo momento non poteva del resto concedere di più, tanto che la stampa tedesca già stamane rilancia le posizioni “euroscettiche” di esponenti Csu (partito alleato di governo ma con la quale la Merkel è già ai ferri corti sulla questione dei migranti) come Markus Soder secondo cui occorrerà “chiarire con precisione” che i paesi “virtuosi” non potranno essere costretti a pagare per stati con politiche di bilancio più lassiste e basate sul deficit, come Italia o Spagna.
Per questo, probabilmente, si è preferito non dire nulla riguardo le regole per alimentare il bilancio stesso: il bilancio prevederà “spese ed entrate” hanno garantito i due leader, ma queste ultime potrebbero essere rappresentate da trasferimenti nazionali (il che presupporebbe un’imposizione fiscale sui cittadini europei, ossia l’istituzione di una tassa ad hoc) o fondi provenienti dal bilancio generale della Ue-28, ha volutamente lasciato nel vago Angela Merkel.
La cancelliera non ha minimamente affrontato neppure il tema delle dotazioni inziali del Fme, che Macron voleva fosssero di “diversi punti di Pil” dell’Eurozona (atteso pari a oltre 11.600 miliardi di euro quest’anno). Eppure di tempo per decidere ce n’è stato in abbondanza. Di un budget specifico per i paesi aderenti alla zona dell’euro se ne parla almeno dall’ottobre del 2012, quando l’allora ministro francese delle Finanze ed oggi Commissario Ue per gli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici (secondo cui una parola definitiva dovrà venire dal Consiglio Europeo del 28 e 29 giugno), propose un bilancio dell’eurozona da utilizzare per combattere la disoccupazione in paesi che si trovassero sotto pressione come all’epoca la Spagna.
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