Economia

Evasione, Falciani ad Affari: ecco perchè Ocse ed Europa sbagliano

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

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"La strategia dell'Ocse e l'accordo fra l'Ue e la Svizzera sono insufficienti per risolvere la piaga dell'evasione e dell'elusione fiscale". Hervè Falciani, l'informatico pentito che ha rivelato i segreti dei grandi evasori fiscali d'Europa che con la sua “lista” con i nomi di 130.000 correntisti sottratta alla filiale svizzera del colosso bancario Hsbc ha fatto tremare il sistema bancario internazionale, intervistato da Affaritaliani.it al festival dell'Economia di Trento, spiega perché le politiche europee e gli accordi bilaterali fra gli Stati e i cosiddetti paradisi fiscali non stanno risolvendo la piaga dei capitali sottratti al Fisco. E sulla voluntary disclosure...


L'INTERVISTA

Come valuta la strategia dell'Ocse e quest'ultimo accordo tra la Ue e la Svizzera per contrastare l'evasione e l'elusione fiscale? Sono efficaci per mettere fine alla piaga dei capitali sottratti all'Erario?
"Assolutamente no. Sono insufficienti. Le autorità devono abituarsi a pensare e muoversi in modo più ampio. Non possono credere di risolvere il problema non andando all'origine dello stesso. E' come con il cancro. Non ci si può occupare delle ramificazioni senza andare a colpire il tumore. Il problema rimarrà lì in fondo".

Cosa intende per tumore? A cosa si riferisce?
"E' il segreto, la perdita delle informazioni ad opera delle autorità che non dispongono totalmente. Le informazioni che abbiamo qui in Italia possono essere cambiate, alterate oltre confine quando entrano nei paradisi fiscali. In questo modo viene inficiata l'efficacia globale nel controllare i movimenti dei capitali".

Cosa fare visto che non si può eliminare totalmente il segreto?
"Sgomberando il campo da questa illusione, le autorità devono organizzare meglio la raccolta delle informazioni locali per poi strutturare su una base veritiera le proprie politiche fiscali. Senza l'informazione non possiamo adottare nessuna azione concreta. Dobbiamo occuparci dei punti deboli del sistema bancario e la Svizzera è uno di questi".

Svizzera, Montecarlo, Liechtenstein, Panama, Libano, Brunei e Trinidad e Tobago: i paradisi fiscali si stanno riducendo dopo l'offensiva dell'Ocse?
"Per il momento no. Se si farà quello che ho detto sopra e cioè organizzare meglio la raccolta delle informazioni nel Paese d'origine, allora si riuscirà a sottrarre ai paradisi fiscali la linfa vitale. Queste aree esisteranno sempre, fino a quando non riusciremo a togliere loro il motivo per cui esistono. Solo con l'informazione possiamo combattere il segreto bancario che è all'origine dell''evasione e delle disuguaglianze".

Qual è il suo giudizio sulla voluntary disclosure italiana e cioè la sanatoria per i capitali detenuti all’estero di nascosto dal Fisco?
"Può essere utile per un tipo di azione a contrasto dell'evasione e dell'elusione. Si deve utilizzare chi aderirà alla voluntary come testimone delle attività delle banche, per chiedere poi agli istituti di credito di avere accesso ai conti e progredire nelle discussioni con le stesse".