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Economia
Exor: lusso, fintech, salute. Formula Elkann per il portafoglio della holding

Per quanto concerne il fintech, inutile soffermarsi nuovamente: l’unione tra finanza e nuove tecnologie ha portato molti frutti. Non è avvenuto quel meccanismo di sostituzione che molti paventavano, per cui le banche avrebbero avuto nuovi competitor. Semmai si è proceduto con un’integrazione tra vecchi e nuovi soggetti, per un’offerta complessiva dedicata alla clientela che non può più fare a meno dei dati e delle tecnologie.

Oggi i finanziamenti alle imprese vengono concessi con un click, l’accesso alle informazioni bancarie (la Psd2) ha aperto un mondo vastissimo che ha fatto sì che si abbassassero i costi operativi e migliorasse la concorrenza.

Infine, la mobilità. Da questo punto di vista bisogna intendersi: se per mobilità si intende quella sostenibile, facile pensare che sia dal punto di vista dei veicoli da lavoro (e quindi Cnh) sia per quanto concerne quelli per i privati (con Stellantis) si stia già facendo molto in termini di miglioramento della tecnologia. Per quanto riguarda camion e mezzi pesanti, la diffusione dell’idrogeno e dei gas a liquefazione è in costante crescita. Mentre sull’elettrico per le vetture private, Stellantis sta puntando forte.

Proprio l’azienda nata dalla fusione tra Psa e Fca sta dando ottimi risultati: Elkann ha ricordato come Carlos Tavares, in cinque mesi, abbia raggiunto risultati estremamente commendevoli. Nota a margine: l’azienda ha registrato la migliore performance in Europa e ha “mangiato” quote di mercato ai tedeschi di Volkswagen. Vedremo se si tratta di una congiuntura particolarmente fortunata o di un trend che andrà a consolidarsi.

In tema di automotive, prosegue la selezione dei sostituti di Louis Cammilleri al timone di Ferrari, ma il tempo passa e non si vedono all’orizzonte nomine. E questo perché, come vedremo, bisogna prima sistemare altre caselle..

Sempre in tema di sostenibilità, è di martedì la notizia di un investimento da 105 milioni insieme al gruppo Marcegaglia a sostegno della svedese H2 Steel, una start-up che punta a mettere in commercio entro il 2024 acciaio prodotto interamente tramite l’idrogeno. Obiettivo ancora più ambizioso per il 2030: 5 milioni di tonnellate di acciaio, quanto l’acciaieria di Taranto una volta tornata a regime.

Infine, la Juventus. E qui la faccenda si complica pesantemente. In primo luogo perché il Covid ha ulteriormente incancrenito dei conti già complicati. Il rosso dei primi sei mesi di bilancio è superiore ai 113 milioni, con debiti complessivi a 358 milioni. Facile immaginare che Elkann – che non per niente non ha parlato della squadra di calcio della famiglia – non sia molto contento.

Anche perché la vicenda allenatore e management è stata gestita in maniera piuttosto confusa. In queste ore si annuncia il ritorno di Allegri per una cifra intorno agli 8,5 milioni annui oltre ai premi per la vittoria dello scudetto o della Champions. Fanno circa 17 milioni all’anno che bisognerà accantonare per almeno un triennio. 

A questi andranno sommati 3,5 milioni annui per Andrea Pirlo che verrà esonerato nelle prossime ore. C’è da garantire una sorta di “buonuscita” da 2,5 milioni per Maurizio Sarri che aveva una clausola che prevedeva un rimborso in caso di mancato rinnovo al termine di questa stagione.

E poi (altra nota dolentissima) c’è Cristiano Ronaldo. Costato 105 milioni nel 2018 (più circa 60 annui di stipendi) oggi è a bilancio per 26,25 milioni di ammortamento residuo e, appunto, per 60 milioni di emolumenti. A pagare per l’acquisizione – a bocce ferme, scriteriata – del fuoriclasse portoghese è stato Fabio Paratici, storico dirigente, artefice in tandem con Giuseppe Marotta dell’epopea juventina dell’ultimo decennio.

Ma potrebbe non bastare: Andrea Agnelli è da tempo nel mirino del cugino John. Prima per vicende personali e di etichetta: il presidente della Juve ha lasciato la moglie e madre di due figli Emma Winter per accasarsi con Deniz Akalin, moglie dell’allora direttore marketing Francesco Calvo (liquidato dalla società con una buonuscita milionaria).

Poi per ragioni di bilancio: perché la mancata vittoria della Champions, inseguita come una chimera per tutti questi anni, si è tradotta in mancati emolumenti che hanno impedito alla Juve di fatturare come gli altri giganti del calcio, dal Barcellona al Manchester United, passando per Psg e Real Madrid.

Quindi per ragioni calcistiche: essersi intestarditi su Andrea Pirlo come nuovo allenatore; aver puntato su un Cristiano Ronaldo per forza di cose in parabola discendente; essersi affidato mani e piedi al duo Paratici-Nedved che ha avuto atteggiamenti lontani dal consueto stile Juve sono tutti punti a sfavore di Andrea Agnelli.

Né va dimenticata, infine, la figuraccia planetaria della Super Lega, che si tradurrà inevitabilmente in sanzioni da parte della Uefa per i tre club rimasti sulle loro posizioni, cioè Real, Barcellona e, appunto, Juventus. Elkann non avrebbe apprezzato questa mossa per ovvi motivi.

E dunque attenzione, perché dopo Pirlo e Paratici potrebbe saltare anche Agnelli. Al suo posto in molti candidano Alessandro Nasi, uomo di conti e di marketing già nel cda di Exor. Agnelli ha sempre avuto campo libero nella Juve a patto di mantenere determinati paletti sempre ben chiari. Cosa che, al momento, sembra non essere più garantiti. 

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