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Economia
Fare la Pace è un’impresa. Emozionante convegno Rondine Cittadella della Pace

“Costruiamo imprese per fare la pace”. L’obiettivo è ambizioso, ma la strada intrapresa è sicuramente quella giusta. Imprenditori e giovani innovatori sociali si sono incontrati a Milano per discutere su come fare impresa sostenibile e generare sviluppo, ricchezza locale e globale, e promuovere la pace.

E’ stato questo il tema centrale dell’evento “Fare la Pace è un’impresa” promosso da Rondine Cittadella della Pace, associazione candidata al Nobel per la Pace 2015, in collaborazione con Plef, Planet Life Economy Foundation, Italpreziosi e Aboca, che si è tenuto nella bellissima location del Vodafone Village a Milano.

 

PRESENTI NUMEROSI PERSONAGGI DELL'IMPRENDITORIA ITALIANA

 

All’evento hanno partecipato l’imprenditore Brunello Cucinelli, presidente e Ad di Brunello Cucinelli e Ivana Ciabotti, presidente Nazionale di Confindustria Federorafi.

Presenti anche i dirigenti di AIME, Associazione Imprenditori Europei, che a fianco della storica sede di Varese sta creando una delegazione anche a Milano.

Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, ha portato la sua terribile testimonianza e ha introdotto lo spettacolo “Dissonanze in Accordo” che vede protagonisti i giovani studenti di Rondine provenienti da luoghi di guerra, un racconto che conduce verso il superamento del conflitto.

 

RONDINE CITTADELLA DELLA PACE

 

Tutto nasce a Rondine, un piccolo borgo vicino ad Arezzo, scoperto da sei amici, all'età di 24 anni, che avevano in comune un sogno. Un sogno che poi diventerà, più adulti, la Cittadella della Pace. Un luogo “dove si può riflettere con calma su questioni urgenti”. Un luogo dove oggi giovani provenienti da luoghi in conflitto in tutto il mondo accettano la sfida di convivere per due anni con il proprio nemico e intraprendere un percorso di riconciliazione. Un avvicinamento che parte dalle banalissime azioni quotidiane come lavare i panni nella stessa lavatrice dove li ha lavati il “nemico”, allo scambio acceso di idee, che però porta alla definizione di regole che contribuiscano a un dialogo costruttivo. E a “scoprire la persona al di là della bandiera”.

 

IL RUOLO DI PLEF "PLANET LIFE ECONOMY FOUNDATION"

 

Un’esperienza unica quella vissuta dagli studenti dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace, che mira a formare attraverso il percorso di studio e formazione persone che possano ricoprire ruoli di rilievo e incidere positivamente nella realtà sociale ed economica dei propri Paesi d’origine. “Un’esperienza dal grande valore morale, politico e diplomatico, che favorisce la riflessione e il superamento del conflitto creando nuove prospettive” sottolinea Emanuele Plata, presidente di Plef.

Plef si occupa delle imprese e di portarle sul percorso della sostenibilità non solo per quanto riguarda l’ambiente, ma anche l’economia. Temi molto presenti anche nei mercati” spiega Plata. Che aggiunge” la massima ‘vita mia morte tua’ è superata: solo dalla coevoluzione nasce il valore durevole”.

 

TUTTO SI EVOLVE, ANCHE LA MORALE

 

“Ernesto Illy diceva ‘tutto evolve anche la morale’. Vi è infatti una condizione tipica dell’uomo che è la cooperazione” spiega il presidente di Plef. “L’impresa ha come obiettivo la costruzione del valore, ma ha anche davanti a sé altri valori come l’ambiente e la sostenibilità ed entra in relazione con un territorio e soprattutto con le persone”.

Rondine trasmette questi insegnamenti: mercato, pace e democrazia. Gli studenti sono campioni eccezionali nella costruzione di valore aggiunto, hanno un potenziale straordinario. Sono ambasciatori di un nuovo Rinascimento. E Plef li rende consapevoli di questo” conclude Emanuele Plata.

 

LE EMOZIONANTI STORIE DEGLI STUDENTI

 

Un potenziale che viene plasmato nei progetti di impresa presentati da tre studenti di Rondine. Alcuni in fase di sviluppo altri invece diventati realtà. Ahmed Osman sudanese attiverà “Daylight” un programma per portare energie rinnovabili in Sudan attraverso il micro credito, uno strumento di sviluppo ecosostenibile, che permetterà l’accesso ai servizi finanziari alle persone in condizione di povertà ed emarginazione.

Poi c’è la start up di Nadia Shaulova, giovane russa che ha sviluppato il progetto “Social Fashion” per unire culture e tradizioni di diversi popoli in conflitto attraverso la moda. La giovane ha visitato diversi luoghi come i campi profughi della Palestina dove si fanno i ricami tradizionali, ha scoperto diversi popoli come i beduini del deserto che le hanno insegnato a ricamare. E ha indossato i vestiti di tutte queste diverse nazioni e ha provato la sensazione “di essere parte di loro, anzi di essere loro. La pace è un tessuto che si costruisce”.

Infine il business di Nato Kenkadze, georgiana. Il suo Generator 9.8 è stato il primo coworking sociale mai realizzato a Tbilisi. Ed è stato premiato come la miglior impresa sociale della Georgia. Ma se di giorno è uno spazio dove le associazioni, start up e liberi professionisti di diversi settori locali e internazionali vengono per fare il loro lavoro, la sera lo spazio si trasforma in un club sociale dove si organizzano diversi tipi di eventi. La rivista internazionale “No-yolo” la ha nominato miglior bar dell’Europa dell’Est. Purtroppo la burocrazia lo sta uccidendo, ma non è detta l'ultima parola.

Tre progetti di economia sociale che costruiscono azioni di pace concrete e che aprono al futuro con una nuova visione.

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