Fiat Chrysler Automobiles (Fca) in deciso rialzo in borsa a Milano, grazie alle prime indiscrezioni sul nuovo piano industriale 2018-2022, con cui Sergio Marchionne passerà il testimone al suo successore e che sarà ufficialmente presentato domani. Molti i temi che dovrebbero essere affrontati, ma tre sopra tutti sono già nel mirino degli analisti: il futuro dei marchi (con l'uscita dall'auto di massa e la concentrazione della produzione sul segmento "premium"), il polo del lusso e gli investimenti in innovazione, a partire dalle motorizzazioni elettriche.
Per quanto riguarda i marchi, l'intenzione di Marchionne sarebbe quella di porsi l'obiettivo di raddoppiare i volumi di vendita di Jeep, passando da circa 1,4 milioni nel 2017 a circa 2,8 milioni nel 2022. Un obiettivo ambizioso, che però è stato già mancato una volta: l'attuale piano prevedeva infatti entro il 2018 almeno 2 milioni di vetture a marchio Jeep vendute in tutto il mondo.
In parallelo al focus su Jeep, ritenuto il brand col maggior potenziale di espansione internazionale e capace di generare un effetto mix positivo, Fca rinuncerebbe poi a competere nel "mass market" con Fiat (marchio destinato a uscire dal mercato americano e da quello cinese, in cui nonostante gli sforzi non è mai realmente decollato e dove, segnalano gli analisti di Equita Sim, i margini sono probabilmente "bassissimi") e con Chrysler (che tornerebbe a essere un marchio presente solo sul mercato americano).
Non sarebbe certo una novità clamorosa: Marchionne in una lectio magistralis tenuta all'Università di Trento aveva già chiarito che "ci sono solo alcuni marchi, molto forti e altamente specializzati, che rimarranno indenni o saranno solo parzialmente toccati dalla rivoluzione che il settore dell'auto sta vivendo", ma "nel mercato di massa il marchio non sarà più così importante". Quasi a dire che era ormai ora di fare pulizia (con prevedibili conseguenza anche per altri marchi "minori" del gruppo come Lancia).
Anche il secondo punto su cui il piano dovrebbe fare chiarezza, la creazione di un polo del lusso Maserati-Alfa Romeo sotto un'unica entità societaria, non è propriamente un'ipotesi clamorosa. Secondo Banca Imi, ad esempio, la combinazione Maserati-Alfa Romeo (due marchi la cui identità per Marchionne consiste "nell'esperienza stessa di guida") dovrebbe aiutare il gruppo "a valorizzare meglio entrambi i brand", con la possibilità di un futuro scorporo sull'esempio di quanto accaduto con Ferrari.
L'ipotesi sembra convincere anche gli uomini di Equita Sim, che però precisano: prima occorrerà attendere che Alfa Romeo torni redditizia. "L'obiettivo di tornare a break-even nel quarto trimestre 2017 è stato mancato e non sono più stati forniti nuovi target", per cui l'ipotesi del varo di un'unica entità societaria (suscettibile di essere successivamente scorporata) pare ragionevole solo a medio-lungo termine. Accanto a quelle sul futuro dei marchi automobilistici, gli uomini di Equita si attendono qualche "la conferma dello spin-off di Magneti Marelli e probabilmente un deal per Comau", mentre "ogni altro annuncio rappresenterebbe una sorpresa".
Ultimo ma non meno importante, il tema dell'innovazione: sempre Marchionne aveva sottolineato come l'unione delle due innvoazioni della propulsione elettrica e della guida autonoma "provocherà un cambio di paradigma totale, che è destinato a cambiare il volto dei trasporti", così gli analisti non escludono che proprio le motorizzazioni elettriche, campo in cui il gruppo è finora rimasto indietro rispetto ai concorrenti, possano essere indicate come sostituti per i diesel, come pure che si ponga l'accento sull'importanza di proseguire la sperimentazione sulla guida autonoma.
Ma quanto possono pesare in termini di valorizzazione i singoli temi che saranno affrontati nel nuovo business plan? Al momento in borsa Fca vale poco più di 28 miliardi di euro: in questa cifra sono compresi circa 4 miliardi di valore attribuito ai marchi Maserati e Alfa Romeo, che in caso di scorporo potrebbero arrivare a valere il doppio, e 24 miliardi di valore attribuito a Jeep, che grazie ad una maggiore focalizzazione potrebbe arrivare a valere sino a 30-31 miliardi.
In tutto, dunque, Fca potrebbe nell'arco dei prossimi cinque anni arrivare a valere 38-40 miliardi di euro prima di un eventuale scorporo del lusso. Sarà quello il prezzo giusto per far digerire, anche a sindacati e politici, l'uscita di scena dalla produzione di auto di massa e la conseguente inevitabile riorganizzazione della capacità produttiva? La risposta tra meno di 24 ore.