Ferrarini ad Affaritaliani.it: "Ora un piano di rilancio. Poi un partner".
ESCLUSIVO/ L'industriale, vice di Boccia, in un colloquio con Affari fa il punto sulla crisi del proprio gruppo alimentare dopo l'apertura del concordato
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
“Una soluzione in continuità a vantaggio di tutti i soggetti interessati, passando per una partnership industriale o finanziaria che garantisca il mantenimento del valore dell’impresa e sia in grado di sostenere le azioni di risanamento che l’azienda intende svolgere”.
Lisa Ferrarini, vicepresidente di Confindustria e numero uno del gruppo leader nella produzione di prosciutti che fa capo alla seconda generazione di imprenditori dell’omonima famiglia emiliana, in un colloquio esclusivo con Affaritaliani.it fa il punto circa il futuro industriale delle proprie aziende e sull’andamento della crisi, smentendo così anche le indiscrezioni che sono circolate circa il futuro industriale delle proprie aziende. Società finite in tensione finanziaria a causa di un incremento di indebitamento dovuto anche ai prestiti “baciati” contratti con Veneto Banca, finanziamenti che hanno finito per spingere gli istituti di credito poi a chiudere i cordoni della borsa e a non concedere ulteriori rotazioni finanziarie alla Ferrarini, una volta scattata la liquidazione della banca di Montebelluna.
Dopo l’ok a inizio agosto del Tribunale di Reggio Emilia alla richiesta della società di concordato preventivo cosiddetto “in bianco”, strumento giuridico che permette di congelare per quattro mesi i debiti, le società del gruppo Ferrarini hanno il tempo di pianificare nei prossimi mesi una riorganizzazione e una ristrutturazione in termini di continuità aziendale, "per preservare e garantire i rapporti con i propri dipendenti, i clienti, i fornitori e le banche - spiega l'industriale ad Affaritaliani.it - e predisporre così un piano che possa servire alla compagine sociale per supportare e stimolare l’ingresso nel capitale della società di un possibile partner industriale o finanziario in grado di sostenere adeguatamente lo sviluppo dell’attività aziendale in un’ottica di continuità.”
“Dopo un’estate in tensione in cui i prodotti sono mancati, stiamo rimettendo in carreggiata la macchina industriale”, aggiunge la Ferrarini. “Stiamo ricostituendo le scorte e ritornando a rifornire i nostri clienti, recuperando più velocemente del previsto quote di mercato”, sottolinea la vicepresidente di Confindustria. Che scandisce poi le prossime tappe del concordato in continuità, grazie al quale ha guadagnato mesi preziosi: “Ora, abbiamo tempo fino a febbraio per la presentazione del piano industriale a cui stiamo lavorando senza sosta insieme ai nostri professionisti e ad una società leader nella consulenza strategica aziendale, specializzata nella realizzazione di piani di rilancio”.
“Si sta dunque lavorando su un piano industriale così detto stand alone - dice ancora - ossia che possa sostenere l’uscita della società dalla procedura concorsuale con i mezzi propri generati dall’attività core, piano che potrà eventualmente essere modificato se si presenterà la possibilità di un ingresso di un partner finanziario o industriale in grado di rafforzare il piano e capace di dare ulteriore sviluppo all’attività”.
L'empasse sembra superata. “Nell’ultimo mese di agosto - spiega la vicepresidente di Confindustria - le società del gruppo hanno rifornito tempestivamente i propri clienti e chiunque ha potuto acquistare dagli scaffali della Gdo e del canale distributivo del normal trade che sono stati sistematicamente riforniti, con un paniere di prodotti identico a quello del recente passato, confermando così, qualora ve ne fosse bisogno, che il core business delle società del gruppo è di alto livello, non solo qualitativo. Ciò è potuto accadere grazie alla piena collaborazione dei dipendenti, dei fornitori strategici e di tutte le numerose persone che operano fattivamente a sostegno delle società, testimoniando con il loro prezioso contributo la fiducia nell’ azienda e la loro volontà di salvaguardia dell’occupazione e dei valori condivisi delle società".
Insomma, dopo qualche abboccamento nei mesi scorsi non andato a buon fine con potenziali partner industriali, la Ferrarini ha deciso dunque di giocare la carta della bontà del proprio prodotto, rimanendo sul mercato adattando il proprio modello di business alla nuova fase. La mission è impegnativa, ma la vicepresidente di Confindustria è fiduciosa.
“E’ doveroso registrare e ringraziare - conclude - proprio i consumatori, che hanno offerto la loro migliore risposta alla crisi, in quanto la rapida ripresa nelle vendite dei prodotti del gruppo sta a testimoniare che le società mantengono la loro posizione competitiva sul mercato e si apprestano svoltare con l’appoggio e la fiducia dei tanti i soggetti coinvolti che hanno a cuore solo la collettività aziendale e gli interessi comuni”.
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