Economia
Fibercop dopo Ferraris: caccia al nuovo ad, Sarmi punta alla poltrona. Gubitosi e De Paoli in pole position
I due azionisti della società della rete, Kkr e Mef, non saranno facili da accontentare. Ora le deleghe sono in mano al presidente Massimo Sarmi, mentre la nomina dell'ad spetta al fondo Usa
Fibercop dopo le dimissioni di Luigi Ferraris
Dopo le dimissioni dopo soli sei mesi di Luigi Ferraris, al termine di un lunghissimo consiglio di amministrazione, parte la caccia al nuovo ad di FiberCop. La società della rete vede tra gli azionisti principali il fondo Usa Kkr e il Mef, ossia il governo italiano. Due azionisti non facili da accontentare. Ora le deleghe sono in mano al presidente Massimo Sarmi, che è espressione del Mef e ad altri manager di FiberCop, mentre la nomina dell'ad spetta al fondo Usa.
Inutile dire che Kkr dall'amministratore delegato si aspetta sopratutto ricavi e margini in crescita. Aumentare i ricavi per la società che vende la connessione tramite la sua rete agli altri operatori non è certo facile dato che c'è un concorrente, Open Fiber. La società è partecipata in modo massiccio dal governo italiano tramite Cassa depositi e Prestiti (60%) mentre il 40% è nelle mani di Macquarie, fondo australiano. Il Mef punta a una fusione tra FiberCop e Open Fiber per realizzare la cosiddetta rete unica. Kkr, se la fusione avvenisse entro 30 mesi dal 1 luglio scorso (giorno dell'acquisto della società della rete) dovrebbe sborsare altri 2 miliardi a Tim oltre ai 18 già pagati per FiberCop. Ci sono anche altri problemi tra cui gli investimenti per portare ovunque la fibra sostituendo anche i tratti in rame, che sono ancora oltre il 50%, della rete ex-Tim. Lo stanziamento previsto è di 12 miliardi in 5 anni ma potrebbero non essere sufficienti.
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E poi c'è il Master Service Agreement stipulato con Tim che garantisce a FiberCop 2 miliardi di ricavi (gli altri 2 previsti vengono da contratti con gli altri operatori) che è sotto indagine da parte dell'Antitrust per verificare l'assenza di rapporti privilegiati in particolare per la scontistica accordata. E poi ci sono gli obiettivi di copertura delle aree grigie con i soldi del Pnrr lavori che devono terminare forzatamente altrimenti niente finanziamenti, nel giugno 2026. Si sa che il presidente Sarmi ambirebbe alla poltrona di ad ma dato che è espressione del Mef la nomina pare complicata. Al momento la rosa dei nomi è nutrita (Luigi Gubitosi, Alberto De Paoli, Alberto Calcagno ecc..). Chi sarà il fortunato?