Fincantieri-Naval Group, l''amico' Macron vuole rinegoziare. Rumors
Nonostante la più volte espressa volontà di Macron e Conte di varare una partnership per dare vita all’Airbus dei mari, Parigi sembra tentata dal cambiare...
Fincantieri in rosso a Piazza Affari, per le rinnovate tensioni commerciali tra Usa e Cina e per lo scattare di fisiologiche prese di profitto dopo il rialzo del 7,3% segnato alla vigilia, con gli investitori focalizzati sia sulla gara da 20 miliardi di dollari per le nuove fregate missilistiche multi missione FFG(X) indetta dalla Us Navy (che ha selezionato cinque possibili fornitori: Austal Usa, Lockheed Martin, General Dynamics Bath Iron Works, Fincantieri Marine e Huntington Ingalls Industries), sia sul piano industriale da presentare al governo per l’alleanza con Naval Group.
Un’alleanza fortemente voluta dal presidente francese Emmanuel Macron come contropartita al via libera all’acquisto del 50+1% di Stx France (il cui closing definitivo è atteso entro la prossima settimana) e che dovrebbe vedere uno scambio incrociato di partecipazioni non superiori al 10% e la creazione di una joint- venture paritetica a cui demandare la supervisione dei programmi comuni futuri, sull’esempio di quanto già fatto tra Renault e Nissan.
Se ufficialmente i sorrisi si sprecano, tuttavia, secondo i rumors che rimbalzano da Oltralpe, dietro le quinte tra Italia e Francia permane un clima di grande diffidenza, nonostante l’incontro tra Macron e il premier italiano Giuseppe Conte del mese scorso a Parigi. Parigi infatti ha cercato in tutti i modi di ottenere nella futura “Airbus dei mari” quell’influenza che la Germania non le ha concesso in Airbus, mentre sono tornati fuori alcuni scheletri nell’armadio di Fincantieri.
Le distanze sembrano restare ancora sensibili in particolare sulla valutazione del gruppo italiano: Naval Group è infatti controllata da Thales, a sua volta partecipata (al 25%) da Dassault. Fincantieri nell’agosto dello scorso anno siglò un contratto da 5 miliardi di euro per fornire alcune unità militari al Qatar, esattamente un anno dopo un pre-accordo che però era stato valutato assai di meno: 4 miliardi.
Siccome la maxi commessa ha aumentato la valutazione del gruppo italiano, da parte francese sono sorti sospetti e gelosie ed è scattata un’attenta analisi del contratto per portare alla luce eventuali “magagne”, anche perché Jean-Yves le Drian, ministro della Difesa francese dell’epoca aveva fatto di tutto perché ad aggiudicarsi il contratto fosse Naval Group (che finora è sempre stata una concorrente diretta di Fincantieri).
Gli stessi servizi segreti francesi sarebbero stati “attenzionati” per seguire i retroscena politici ed economici da parte italiana ed in particolare il ruolo di Akbar Al Baker, capo carismatico di Qatar Airways e negoziatore per conto dell’emirato arabo. Al Baker, oltre a incontrare più volte i negoziatori italiani negli Emirati arabi uniti ha avuto rapporti con Air Italy, l’ex Meridiana in cui, come in gran parte della Costa Smeralda, la famiglia Al Thani al governo in Qatar ha un rilevante interesse commerciale e che lo scorso anno siglò una partnership con la stessa Qatar Airways, che divenne socia al 49% della capogruppo AQA Holding assumendo così il controllo di fatto delle linea aerea che poco dopo si ritrovò con 60 nuovi slot aeroportuali e poté ordinare nuovi aerei Boing.
Il tutto in concorrenza con Alitalia, di cui era all’epoca partner industriale di riferimento, sempre con una quota del 49%, Ethiad (la principale compagnia di Abu Dhabi, diretta concorrente di Qatar Airways). Negoziati “a più livelli” di questo tipo non sono possibili in Francia, dopo l’entrata in vigore della legge anti corruzione “Sapin II” alla fine del 2016, per cui Parigi si sente in qualche misura “derubata” dagli amici italiani. I quali a loro volta negli ultimi mesi hanno rimproverato a Parigi la totale mancanza di cooperazione per quanto riguarda le politiche di accoglienza e distribuzione dei migranti e alcuni episodi clamorosi come i respingimenti violenti dei migranti da parte dei francesi a Ventimiglia e Bardonecchia e più in generale sembrano sospettare che Macron voglia provare fino all’ultimo a forzare l’intesa a suo vantaggio.
Da fonti francesi filtra anche l’indiscrezione che un dossier sui metodi di trattativa seguiti da Fincantieri sia già stato recapitato all’Eliseo, che finora non avrebbe risposto. A seguire l’accordo Naval Group-Fincantieri è direttamente Alexis Kohler, segretario generale dell’Eliseo, il che indica quanto l’intesa stessa stia a cuore a Parigi.
(Segue...)