Economia
Fisco,Di Maio: carcere per gli evasori. Ma la sua ricetta fa acqua.Ecco perchè
Andrea Deugeni
Risorse dalla lotta all'evasione da destinare alla neutralizzazione delle clausole sull'Iva? Parla Garbarino, direttore dell'Osservatorio Fiscale della Bocconi
La proposta del vicepremier Luigi Di Maio di evitare l'aumento dell'Iva recuperando risorse dalla "lotta alla grande evasione, con il carcere ai grandi evasori"? "E' demagogica e sicuramente inefficace, perché un’efficace lotta al fenomeno deve basarsi su un altrettanto efficace azione amministrativa, sulla certezza delle sanzioni non penali, su una corretta informazione dei contribuenti e sulla definizione di strumenti all’interno della cosiddetta intelligence fiscale”. Lo spiega ad Affaritaliani.it Carlo Garbarino (nella foto subito sotto), professore di diritto tributario e direttore dell'Osservatorio Fiscale dell'Università Bocconi, secondo cui "il recupero dell’evasione non è uno strumento congiunturale di raccolta del gettito da dedicare a questo o a quel fine di spesa pubblica, ma è una caratteristica strutturale del sistema fiscale". Ecco perché.
A inizio maggio, il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato che il governo "potrà contrastare l'aumento dell'Iva anche con una seria lotta alla grande evasione, con il carcere ai grandi evasori”. Sono anni che dagli esecutivi di turno sentiamo parlare di “seria lotta all’evasione”, ma poi le cifre di sommerso ed evasione reale rimangono elevate. E’ plausibile quanto afferma il ministro per lo Sviluppo economico?
“Fermo restando che l’evasione fiscale rimane un fenomeno altamente riprovevole, da perseguire e quindi oggetto anche di sanzioni penali, come avvenuto regolarmente negli ultimi decenni, ogni volta che si affronta il problema dell’evasione fiscale, la proposta, spesso demagogica e sicuramente inefficace della politica è quella d’invocare il carcere per gli evasori, quando un’efficace lotta al fenomeno deve basarsi su molti altri strumenti. Rimanendo inteso che i reati fiscali sono un elemento che non deve essere eliminato”.
“Sono un’efficace azione amministrativa, la certezza delle sanzioni non penali, una corretta informazione dei contribuenti e la definizione di corretti strumenti all’interno della cosiddetta intelligence fiscale”.
Perché sono più efficaci?
“Questa pletora di strumenti è più efficiente rispetto alla fattispecie reato perché, come dimostrano consolidate ricerche, la riprovevolezza penale e l’elevatezza delle sanzioni non sono lo strumento determinante per garantire una corretta e diffusa compliance dei contribuenti, ivi specie se è di piccole dimensioni”.
“Sono valutazioni estremamente complesse che spettano alle istituzioni. Ma nel corso degli anni, con un’azione amministrativa costante ed efficace, una gran parte è sicuramente recuperabile”.
Si è in tempo anche per la prossima legge di Stabilità che va preparata in autunno, visto che le clausole di salvaguardia sull’Iva equivalgono per il 2019 a 23,1 miliardi e scatterebbero il primo gennaio del prossimo anno?
“Soltanto un processo penale impiega dai 2 ai 4 anni. Il recupero dell’evasione non è uno strumento congiunturale di raccolta del gettito da dedicare a questo o a quel fine di spesa pubblica, ma è una caratteristica strutturale del sistema fiscale. Valgono elementi di tempo e di compliance indotta nel contribuente: non è che inasprendo le pene per i reati fiscali, il giorno dopo è possibile incassare le risorse che servono alle esigenze immediate di finanza pubblica. Ci vuole tempo. C’è un altro fattore poi da tenere in considerazione”.
“Una volta che scatta il carcere per un contribuente che ha evaso le imposte negli ultimi cinque anni, il Fisco ha represso e sanzionato il colpevole, ma non ha recuperato immediatamente il gettito”.
Ma la compliance aumenterebbe in futuro?
“L’effetto deterrente delle sanzioni penali sul contribuente è tutto da valutare, ma quello che in questo caso conta è l’effetto tempo: non serve per raccogliere il gettito a breve e comunque anche a medio-lungo termine è più importante l’efficacia dell’azione amministrativa. Fa parte della demagogia politica annunciare sanzioni penali per gli evasori perché soprattutto in questo momento paga in termini elettorali”.
@andreadeugeni