Economia
Fondazione Cdp si dà alla cultura. Come presidente va un interno
Il progetto del Ceo Fabrizio Palermo
Cdp accelera sulla cultura. Dopo un consiglio di amministrazione di fine gennaio in cui i consiglieri hanno portato avanti il progetto di costituzione di una fondazione di gruppo indipendente prevista dal piano industriale, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it il Ceo Fabrizio Palermo è alle prese ora con la costituzione del board dell’ente che sul modello della Fondazione FS si occuperà delle iniziative culturali e formative di Cdp. Attività che prima venivano fatte in ordine sparso e che ora invece il Ceo vuole riunire sotto uno stesso cappello.
Per la composizione dell’organo operativo della fondazione, Palermo sta cercando fra gli interni del gruppo di via Goito da cui proverrà anche il presidente, board di cui faranno parte però anche due membri esterni: uno rappresentante del Ministero dell’Economia, principale socio della Cdp con l’82,77% del capitale e l’altro espressione delle fondazioni azioniste, nocciolo di soci con il 15,93% a cui è spettata anche l'indicazione del presidente Giovanni Gorno Tempini.
Come i nomi, anche l’entità del patrimonio da affidare alla nuova Fondazione Cdp è in fase di definizione. Intanto, fra le varie forme in cui il braccio armato del Tesoro che gestisce il risparmio postale degli italiani è stato coinvolto nell’attuazione del decreto Rilancio appena varato dal governo, vi è anche quello del lancio di piattaforma digitale pensata per la fruizione del patrimonio italiano culturale e di spettacoli, "anche mediante la partecipazione" della Cdp. Una sorta di "Netflix della cultura italiana” per cui nel 2020 il decreto ha previsto 10 milioni di euro.
Secondo quanto ha rivelato l’agenzia Radiocor, la piattaforma pubblica avrà lo scopo di sostenere la cultura, i concerti e gli spettacoli dal vivo colpiti duramente nel periodo di lockdown. Nelle prossime fasi dell'emergenza, anche quando riapriranno al pubblico rappresentazioni teatrali, d'opera e concerti, bisognerà fare i conti con le limitazioni per ragioni sanitarie che potrebbero non rendere sostenibili economicamente questi prodotti.
Anche per questa ragione è stata dunque pensata una piattaforma che trasmetta sia spettacoli realizzati proprio per il digitale sia prodotti che possono essere visti e ascoltati in sala e in streaming, secondo un modello misto. Come previsto dalla norma del decreto, il progetto potrà coinvolgere anche altri soggetti, pubblici e privati; la governance e il nome sono al momento in discussione. Per quel che riguarda i tempi di realizzazione ci sono già modelli abbastanza avanzati e studiati con la Cdp proprio per andare a coprire un tipo di offerta al momento quasi del tutto assente.
L'intento del progetto è quello di valorizzare non solo le grandi produzioni famose tipo quelle della Scala, ma anche spettacoli più di nicchia e meno appetibili e sostenibili economicamente. D'altro canto si cercherà anche di valorizzare l'arte italiana, prevedendo delle produzioni, anche di tipo seriale, per raccontare i musei, le collezioni, le opere d'arte, oppure puntando su un connubio tra gli spettacoli e la fruizione dell'immenso patrimonio artistico italiano.
@andreadeugeni