Economia
Forum EY sul Terzo Settore: creare valore sociale nella rivoluzione digitale
Al Forum EY sul Terzo Settore si discute di "valore sociale nell'era della rivoluzione digitale" presso la Fondazione Feltrinelli
Fondazione Feltrinelli ospita il Forum EY sul Terzo Settore: "“Il valore sociale nell’era della rivoluzione digitale: innovazione, responsabilità, competenza e rete”
Contribuire a fare sistema tra associazioni, imprese sociali, fondazioni di impresa, aziende e pubblica amministrazione per favorire crescita economica e benessere diffuso. Identificare i percorsi che consentano di rispondere ai bisogni sociali del territorio per generare un futuro sostenibile. Facilitare le partnership costruttive tra profit e non profit per creare valore condiviso. Evidenziare il ruolo della trasformazione digitale nella produzione di valore sociale. Valorizzare la finanza sociale come leva strategica di sviluppo. Questi i temi principali del Forum EY sul Terzo Settore, giunto alla IV edizione, che si è tenuto questa mattina presso la Fondazione Feltrinelli, a Milano.
Al centro della discussione le opportunità offerte dall’innovazione digitale in termini di gestione delle organizzazioni non profit, delle risorse e dei flussi finanziari; la sostenibilità sociale come sbocco occupazionale e terreno di sviluppo per nuove competenze; il necessario cambio di cultura e paradigmi per produrre più valore economico e sociale; la potenzialità del digitale come cruscotto per analisi previsionali e pianificazione sul territorio; la collaborazione fra Terzo Settore, Imprese e Pubblica Amministrazione per un nuovo sistema di welfare e benessere sociale.
Commenta Donato Iacovone, Ad di EY in Italia e Managing Partner dell’Area Med: “Per avere successo nel lungo termine, le imprese devono integrare la sostenibilità nel core business, il Terzo Settore deve definire un processo decisionale efficace, che consenta di raggiungere obiettivi realistici, e la Pubblica Amministrazione, che ha sempre meno risorse, proprio per questo deve favorire nuove modalità di alleanza. Per riuscire a crescere c’è bisogno di un processo forte di valorizzazione delle reti profit e non profit e di forma innovative di partnership con la PA. Portare innovazione all’interno del mondo sociale e fare sistema è determinante per far crescere l’economia e supportare il welfare”.
Il Terzo Settore, costituisce una risorsa preziosa, sia dal punto di vista quantitativo, che dal punto di vista qualitativo. Lo conferma l’ISTAT, nel suo ultimo censimento ha evidenziato che, al 31/12/2015 le istituzioni non profit attive in Italia sono 336.275: l’11,6% in più rispetto al 2011, e complessivamente impiegano 5 milioni 529 mila volontari e 788 mila dipendenti. Rispetto al Censimento del 2011 il numero di volontari cresce del 16,2% mentre i lavoratori dipendenti aumentano del 15,8%. C’è una mancanza di expertise professionali tecniche, si stima che 50.000 persone andranno in pensione a breve termine e non si sa come sostituirle.
Da un punto di vista qualitativo, oltre a sviluppare competenze tecniche in ambiti specifici, il mondo del volontariato e del Terzo Settore rappresenta anche un laboratorio straordinario per lo sviluppo di Competenze soft già presenti in passato, ma che devono essere ridisegnate per adattarsi alle nuove condizioni sociali e professionali come requisito fondamentale per far fronte a modalità di lavoro nuove.
Il Forum rappresenta un’ulteriore tappa del cammino che Fondazione EY ha attivato attraverso i sette workshop svolti tra maggio e giugno, nel corso dei quali i rappresentanti delle principali realtà e associazioni hanno dialogato al fine di cogliere le opportunità attuali e fare rete per affrontare le criticità per uno sviluppo sociale.
Tra i relatori, nell’ordine: Donato Iacovone, Amministratore Delegato di EY in Italia e Managing partner dell’area mediterranea; Paolo Venturi, Direttore di AICCON-Università di Bologna; Vincenzo Algeri, Responsabile Area UBI Comunità; Luciano Balbo, Fondatore Oltre Venture prima società di venture capital sociale in Italia; Carola Carazzone, Segretario Generale Assifero; Marco Gerevini, Consigliere Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore; Federico Mento, Segretario Generale Social Valute Italia e Direttore Human Foundation; Marco Morganti, CEO Banca Prossima; Carlo Segni, Lead Financial Officer The World Bank (da luglio 2018 Cassa Depositi e Prestiti); Cristina Tajani, Assessore a Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane, Comune di Milano; Enrico Giovannini, Portavoce dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile; Alessandro Beda, Consigliere Delegato Fondazione Sodalitas; Giuseppe Bruno, Vice Presidente Gruppo Cooperativo CGM; Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore; Serena Porcari, Presidente Dynamo Academy Impresa Sociale; Fabrizio Sammarco, Amministratore Delegato ItaliaCamp; Rossella Sobrero, Professore di Comunicazione sociale all’Università degli Studi di Milano; Mario Calderini, Professore ordinario e Direttore del Centro di Ricerca Tiresia presso la School of Management del Politecnico di Milano.
Paolo Venturi, Direttore di AICCON-Università di Bologna ha commentato: “L’impresa sociale di nuova generazione deve aprirsi all’innovazione per continuare a svolgere la sua funzione d’interesse generale. Dentro questa prospettiva la finanza d’impatto e il ruolo delle comunità assumo una rilevanza centrale per generare impatto sociale e inclusione”.
Tavola rotonda: Aumentare l’impatto sociale di organizzazioni non profit, imprese, amministrazioni: il digitale e la finanza sociale come leve strategiche
Vincenzo Algeri, Responsabile Area UBI Comunità: “UBI Banca da anni applica l'approccio del “fare sistema” tra profit e non profit, coinvolgendo associazioni, imprese sociali, fondazioni di impresa, imprese e pubblica amministrazione. Con questi interlocutori una specifica Area strategica della banca, denominata UBI Comunità, sviluppa relazioni commerciali e partnership pluriennali. Dall’incontro e dal dialogo con questi enti sono nati progetti di finanza sociale di rilevante innovazione, come il Project Finance Sociale e i Social Bond. Gli enti del Terzo Settore, in particolare, in questo continuo scambio di esperienze sono diventati non solo dei clienti di cui meglio comprendiamo le esigenze, ma anche partner di progetti rendicontati a livello di impatto sociale, nonché fornitori di servizi nell’ambito del welfare aziendale promosso da UBI Banca”.
Carola Carazzone, Segretario Generale Assifero: “Di fronte a complesse crisi globali - economiche, ambientali, sociali, culturali – la filantropia strategica sta assumendo un nuovo ruolo politico e sociale. L’unicità del valore delle fondazioni filantropiche sta nella ricchezza privata che possono mettere a disposizione del bene comune, nella qualità dei loro asset, non nella quantità, visto che anche messe tutte insieme non potrebbero mai sostituire i budget pubblici. Politicamente e finanziariamente indipendenti, le fondazioni filantropiche hanno una enorme libertà strategica e una ampia flessibilità e agilità di azione. Di fronte a politiche economiche e sociali costrette a occuparsi del contingente, le fondazioni, ben lungi dall’essere meri erogatori-tampone, oggi sono probabilmente tra gli attori più capaci di innovazione e cambiamento sociale, più efficaci nel rimettere al centro dell’azione politica e sociale, il futuro. Con il 40% delle fondazioni filantropiche esistenti oggi a livello globale costituite dopo il 2000, le fondazioni hanno un importante ruolo da giocare: sostenere processi partecipativi in grado non solo di gestire risposte ma di costruire il futuro. E fondamentale che le fondazioni investano nelle organizzazioni del terzo settore e in obiettivi strategici e missioni – come direbbe Mariana Mazzucato - non solo in progetti”.
Marco Gerevini, Consigliere Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore: “Ormai il confine tra secondo e terzo settore va sfumando sempre più. La recente riforma del terzo settore, in particolare nell’ambito della disciplina dell’impresa sociale, introduce elementi di interesse anche per investitori profit che abbiano a cuore il bene comune e l’impatto sociale prodotto dai loro investimenti. Perché si diffonda questo nuovo approccio agli investimenti che guarda non solo al rendimento finanziario ma anche alla generazione di benefici per le comunità e gli individui, è necessario che migliori sostanzialmente la qualità della domanda, in termini di prospettive di sostenibilità economica, e che si sviluppino ulteriormente e si consolidino alcuni elementi cruciali: dalle metodologie per la valutazione dell’impatto, agli strumenti finanziari di capitale e di debito più idonei, alla presenza di soggetti di supporto come advisor, consulenti, intermediari finanziari, incubatori, acceleratori, allo sviluppo di tecniche finanziarie che includano nei modelli di valutazione il valore dell’impatto generato, a riduzione del rischio o dell’ “hurdle rate” dell’investimento”.
Federico Mento, Segretario Generale Social Valute Italia e Direttore Human Foundation: “C’è bisogno di innovare il nostro sistema di Welfare, scommettendo sulla valutazione d’impatto sociale e promuovendo una collaborazione sempre maggiore tra attori pubblici, attori privati e Terzo Settore”.
Marco Morganti, CEO Banca Prossima: “Dalla sua nascita nel 2007, tramite uno speciale Fondo di garanzia per gli enti nonprofit, Banca Prossima ha dato credito a 1.700 imprese che non vi avrebbero avuto accesso secondo i criteri di rating convenzionale, per un totale di €450 milioni. Si tratta di numeri non indifferenti sul totale di 63mila clienti complessivi della Banca, dato l’elemento di rischio insito nel finanziamento di questi soggetti. Eppure, fa riflettere la qualità media del credito. Il 90% di questi enti sono tuttora in vita e stanno restituendo regolarmente il debito, molto spesso realizzando una crescita quantitativa e qualitativa che li porta definitivamente nella fascia della migliore clientela. Il nostro operare concretamente per la crescita del Terzo Settore con questi e altri strumenti specifici significa davvero operare in termini di impatto. E di impatto misurabile. Siamo molto contenti che questo ruolo propulsivo di Banca Prossima sia riconosciuto e apprezzato in occasioni qualificanti come quella odierna”.
Cristina Tajani, Assessore a Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane, Comune di Milano: "Il modello di governance delle politiche per l'innovazione che Milano ha sperimentato in questi anni è stato rivolto a riconoscere e includere i nuovi attori emergenti nell'ideazione e nel disegno delle policy. L'innovazione per noi ha senso soltanto se è capace di essere inclusiva e di generare meccanismi virtuosi di crescita e redistribuzione insieme. Le nostre prime sperimentazioni sull'impatto sociale sono orientate a incentivare e accompagnare la nascita di attività ibride, capaci di coniugare la generazione di ricchezza con la sostenibilità e la condivisione, soprattutto in periferia".
Key note speaker
Enrico Giovannini, Portavoce dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile: “I segnali dell’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo si moltiplicano, anche nel nostro Paese. Ecco perché occorre subito un più forte impegno del settore privato, del non-profit e della politica verso lo sviluppo sostenibile. Non parliamo di un’utopia, ma di scelte concrete possibili e vantaggiose per tutti, non solo per pochi”.
Enrico Giovannini, Portavoce Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Tavola rotonda: La sostenibilità come opportunità di incremento occupazionale di qualità, di sviluppo di nuove competenze e nuove forme di lavoro per produrre più valore economico e sociale.
Alessandro Beda, Consigliere Delegato Fondazione Sodalitas: “Il tema della sostenibilità investirà complessivamente l’occupazione giovanile in quanto tutte le imprese italiane progressivamente dovranno fare i conti con una strategia sostenibile» ha dichiarato Alessandro Beda, Consigliere Delegato di Fondazione Sodalitas. «Per quanto riguarda direttamente l’occupazione nelle professioni di sostenibilità aziendale, l’offerta sarà in crescita esponenziale in quanto oggi il tema ha toccato non più del 10% delle imprese italiane. La sostenibilità coinvolgerà tutte le professioni e i ruoli all’interno delle aziende: si aprono, dunque, grandi opportunità di lavoro per il futuro”.
Giuseppe Bruno, Vice Presidente Gruppo Cooperativo CGM: “Fare impresa sociale significa operare costruendo nuovi paradigmi, capaci di cambiare o contaminare positivamente gli schemi tradizionali dell’economia, sia quella for profit sia non profit. Un tipo di impresa capace di scardinare gli stereotipi sul “vecchio mondo del sociale”, perché mette al centro la capacità di costruire non solo valore sociale ma anche economico sotto forma di “ricchezza diffusa”. Per rispondere ai bisogni di oggi e di sempre occorre sostenibilità, capacità di fare investimenti, nuove competenze e vicinanza ai territori e alle comunità”.
Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore: “Il Terzo settore gioca un ruolo di primo piano nei processi di innovazione sociale: la prossimità alle persone e alle comunità lo rende attento alle priorità emergenti e creativo nella ricerca di nuove soluzioni. Un talento su cui il Paese deve scommettere per il suo rilancio e che la riforma del Terzo settore valorizza anche con strumenti nuovi come la finanza sociale e premiando la capacità di fare rete. Reti e partnership per lo sviluppo e il progresso delle comunità costituiscono la nuova frontiera di impegno per tutti gli attori. In questo senso la co-programmazione e la co-progettazione tra istituzioni e privato sociale rappresentano un’importante evoluzione capace di costruire nuove e più efficaci architetture istituzionali e sociali”
Serena Porcari, Presidente Dynamo Academy Impresa Sociale: “L’impresa sociale è tra le forme organizzative più funzionali alla promozione e creazione di nuova occupazione e di “buona” occupazione. La motivazione e passione verso la causa sociale insieme ad un modello organizzativo efficiente da impresa e una visione del lavoro basata su obiettivi precisi e sostenibilità economica sono gli ingredienti principali che la caratterizzano”.
Fabrizio Sammarco, Amministratore Delegato ItaliaCamp: “Spesso ci scoraggiamo davanti ai piccoli numeri. Invece dobbiamo concentrarci sulla parola "Impatto" e iniziare a leggere i fenomeni con le lenti d'ingrandimento delle esternalità positive prodotte invece che dei soldi investiti”.
Claudio Cominardi, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le Politiche Sociali: “Il fatto che la rivoluzione tecnologica e digitale sia destinata ad avere un impatto significativo sul modo di produrre, lavorare e consumare, è un tema ormai ampiamente discusso su scala globale. Di certo tale rivoluzione non interesserà unicamente le singole persone, bensì le nostre stesse relazioni sociali e umane, ed anche in questi campi l’azione politica non potrà limitarsi ad assistere, ma dovrà svolgere un ruolo attivo per adattare al presente concetti e modelli ormai superati: nel modo di fare impresa, nel modo di formare ed educare, nel modo di fare welfare. Tale consapevolezza ha ispirato l’azione del gruppo politico a cui appartengo ed ispirerà, ne sono certo, quella del Governo del Cambiamento”.