Economia

Fuortes rimane in sella alla Rai grazie al centro-sinistra: l'inside di Affari

di Marco Scotti

Alla votazione per l'approvazione del budget (che rimane stabile ma con posizione finanziaria in netto calo) assenti i consiglieri Agnes e De Biasio

Fuortes si salva ancora grazie ai voti del centro-sinistra (e al suo)

Carlo Fuortes si salva ancora una volta grazie ai voti del centrosinistra. È questa la notizia più clamorosa che voci accreditate vicine al cda di Viale Mazzini hanno riferito ad Affaritaliani.it. Ecco come si è arrivati a questa decisione: il consiglio di amministrazione della Rai si compone di sette membri. Oltre allo stesso amministratore delegato, ci sono la presidente Marinella Soldi e la consigliera Francesca Bria, entrambe vicine al centro-sinistra. A loro si sommano Simona Agnes, di area Forza Italia; Igor De Biasio, vicino alla Lega; Alessandro Di Majo indicato dai Cinque Stelle. E Riccardo Laganà espresso dall’Assemblea dei dipendenti Rai.

Le voci che si sono rincorse nei giorni scorsi parlavano di un Fuortes ormai pronto a rassegnare le dimissioni. Ma la vicenda è assai diversa, come può riferire Affaritaliani.it. Agnes e De Biasio non hanno partecipato alla votazione. Bria e la presidente Soldi si sono dette favorevoli alla continuità. E soprattutto, con una scelta non impeccabile dal punto di vista dello stile, lo stesso Fuortes si è "auto-votato". Di Majo ha votato contro e Laganà si è astenuto. Totale: tre voti a favore su cinque presenti e avanti con l’attuale management. 

Non basta: si è finalmente avuta contezza del bilancio previsionale per il 2023, con una chiusura che dovrebbe essere in pari ma con una posizione finanziaria netta che peggiora in modo sostanziale, così come riportano fonti accreditate ad Affaritaliani.it. Non proprio una buona notizia. E ancora: il centro-sinistra pare che non abbia del tutto gradito la scelta di continuità. Si dice che in molti avrebbero preferito la destituzione di Fuortes, la sua sostituzione con un nome vicino al centro-destra e la conseguente necessità di controbilanciare i poteri affidando qualche incarico di peso proprio al centro-sinistra.

Invece così si ottiene un effetto parossistico: Fuortes, per paura di essere messo ancora in discussione, è pronto a scendere a più miti consigli avvicinando la Rai alle esigenze della Meloni e del governo. Ma, rimanendo al timone, non lascia nemmeno le briciole al centro-sinistra, di fatto spostando in maniera netta verso destra la comunicazione di Viale Mazzini. Nominato nel luglio del 2021, l’attuale consiglio di amministrazione andrà in scadenza nel 2024. Facile pensare che le turbolenze siano solo all’inizio, così come sta avvenendo per tutte le altre aziende protagoniste delle nomine che avverranno nei prossimi mesi. 

Un altro momento "topico" per Fuortes si verificherà entro la fine di febbraio, quando l'amministratore delegato dovrà presentare il nuovo piano industriale. Anche quello potrebbe essere un altro snodo importante per la sua permanenza in Viale Mazzini. Attenzione, però, perché il governo sembra voler continuare una strategia già sperimentata con le ultime nomine: tutti tenuti sulla corda fino all'ultimo. A quanto ci risulta, ad esempio, Alessandro Rivera avrebbe saputo che non sarebbe rimasto alla direzione generale del Mef solo la mattina stessa dell'annuncio. E lo stesso sarebbe accaduto a Marcello Minenna all'Agenzia delle Dogane.