Economia
Garbi (Banca Sistema): "Pnrr sopravvalutato, ci sarà la recessione"
L'amministratore delegato di Banca Sistema ad Affari: "Nessun timore per le elezioni italiane"
A proposito, queste bollette così elevate sono qui per restare? I mercati che cosa pensano della guerra?
Sono convinti che sia destinata a durare ancora a lungo. Ad oggi non si vedono spiragli, anzi, al contrario, la preoccupazione è che si possa andare avanti così ancora a lungo. Tutti fanno molto affidamento sulla Cina, che però si mantiene estremamente ambigua anche sulle piccole cose.
La Cina però non sta crescendo molto, ha registrato un calo della produzione industriale ed è il Paese asiatico che registra la performance peggiore: viene da pensare che in questo momento sia più concentrata sulle sue dinamiche interne che a fare da ago della bilancia della guerra…
La Cina ha un problema di crescita, ma è anche vero che se in altre parti del mondo le recessioni vengono affrontati altrimenti la popolazione insorge, diciamo che a Pechino non c’è questa eventualità. Resta da capire se verranno fatte delle scelte: se andiamo avanti sulle rinnovabili e sulle auto elettriche, sappiamo già che pannelli solari, batterie e accumulatori arrivano da lì. Diciamo che in futuro la Cina potrebbe trovarsi ad avere un vantaggio competitivo senza fare sostanzialmente nulla.
Si aspetta un cap al prezzo del gas?
Così sembra, ma bisogna capire se sarà solo sul gas russo o su tutto il gas in generale. Le aziende però devono contestualmente fare fronte a due problemi: l’incremento del costo dell’energia e l’aumento dei tassi d’interesse e quindi del costo di nuova finanza.
Facciamo qualche esempio pratico…
Se la principale banca del Paese, Intesa Sanpaolo, emette un’obbligazione con una cedola al 4,5%, viene difficile pensare che un’azienda possa farlo a meno del 5,5% a voler essere ottimisti. E con i tassi che continueranno a salire entro l’estate prossima le aziende pagheranno un costo del denaro che supererà facilmente il 6%. E questo sarà un problema notevole per le aziende che sono già indebitate.
Si attende grandi manovre nel settore bancario?
I tassi d’interesse e la volatilità contribuiscono ad aumentare la marginalità delle banche. Questo però non significa automaticamente che ci saranno nuove fusioni, anche perché il sistema è molto più solido rispetto al passato. Se anche dovesse esserci un incremento degli Npl, non necessariamente si tramuterebbe in un problema di capitale per gli istituti di credito.
Il sistema delle garanzie ha retto ma non può essere eterno: che cosa si aspetta?
Le garanzie pubbliche esistevano prima del Covid, tramite Bei e Mediocredito Centrale, e continuano a esserci anche ora che l’emergenza pandemica è tramontata. È un sistema estremamente efficace se si guarda il tema dal punto di vista macroeconomico, nel senso che il tasso di default viene assorbito dal sistema. Certo, a livello micro non sempre funziona, come successo con i Confidi che sono andati in crisi proprio perché avevano una vocazione locale.
Tornando all’Italia, che cosa vi aspettate sull’azionario?
La volatilità rimarrà elevata. Ma mi aspetto che alcuni settori possano crescere in maniera vistosa. È il caso di alcuni segmenti di nicchia del food: se davvero dovessimo rinunciare al grano o dovesse avere prezzi troppo elevati, investire su altri cereali come il riso potrebbe portare nuove opportunità.