Economia
“Gentilezza? Un valore economico: con atteggiamenti virtuosi cresce il Pil"
Intervista a Natalia Re, presidente del Movimento Italiano per la Gentilezza
“La gentilezza è un valore (anche) economico”. Intervista a Natalia Re, presidente del Movimento Italiano per la Gentilezza
La gentilezza è una disposizione d’animo o una leva strategica per creare mondi più funzionali? Non ha dubbi Natalia Re, presidente del Movimento italiano per la Gentilezza, che a fine dell’anno scorso ha lanciato il primo osservatorio italiano per monitorare gli effetti concreti della gentilezza sulla società. “Il concetto di gentilezza, infatti, è molto più ampio di quello a cui siamo abituati a pensare, va oltre l’empatia e l’educazione, e comprende le basi del vivere comune, il rispetto dell’altro, delle differenze e delle leggi dello Stato, è lo strumento che ci aiuta a vivere e interagire con il prossimo in maniera virtuosa” ha detto Re.
Ma da dove partire per “contabilizzare” il valore dell’essere gentili? Obiettivo dell’Osservatorio sarà proprio quello di mettere in correlazione gentilezza ed economia, andando a studiare in che modo un ecosistema “più gentile” possa influenzare la generazione di ricchezza. Il primo passo di questo percorso è la ricerca realizzata dal Centro Studi sul Management e il Lavoro per l’Osservatorio Italiano della Gentilezza e del Comportamento che è andata a stimare il “costo” dei maltrattamenti sui minori che secondo lo studio genererebbero una spesa pubblica - tra costi diretti e indiretti - di oltre 13 miliardi di euro, arrivando a pesare fino allo 0,84% sul PIL, e questo senza contare gli impatti sulla salute del bambino e sul suo futuro.
Presidente Re, implicitamente volete suggerire che maggiore "gentilezza" possa commutarsi in una risorsa economica?
“La gentilezza è qualcosa d'altro rispetto alle buone maniere e all’educazione. La gentilezza deve essere pensata come diritto: diritto di vivere in una società sostenibile, di stare bene. E, come dicevo, rappresenta un valore relazionale che può essere dimostrato in termini di influenza sul PIL. L'osservatorio che ha prodotto il dossier sui costi sostenuti dallo Stato per far fronte alle spese connesse ai crimini contro i minori nasce per rispondere proprio a questo quesito. Quello che immaginiamo è che la gentilezza possa essere dunque uno strumento di conciliazione sociale e un indicatore del benessere di un Paese”.
Dottoressa Re, alla luce del vostro lavoro, secondo lei nella nostra società quale valore è attribuito alla gentilezza?
“La nostra società all’alba del nuovo secolo evidenzia una sorta di sbandamento rispetto ai principi di un armonioso vivere civile. Vengono così a determinarsi malessere e mancanza di ideali e di punti di riferimento. Proprio la gentilezza, con le sue molteplici declinazioni, sembra far fatica a splendere e orientare i comportamenti. Riteniamo che, grazie alla virtù antica e universale della gentilezza, la società contemporanea possa compiere un passo in avanti recuperando ideali e punti di riferimento. La gentilezza può abbattere le barriere più della forza fisica, dimostrando che nella vita degli uomini quello che conta è l’equilibrio, l’armonia e il rispetto. La gentilezza, una volta interiorizzata in ognuno di noi, potrà portarci tutti sulla strada della vera modernità”.
Se guardiamo ai più giovani, la gentilezza è ancora un valore?
“I giovani sono semi da coltivare. Anime in cerca di un'identità cui l'alfabetizzazione alla gentilezza può favorevolmente influire sulla loro crescita. Durante i miei incontri nelle scuole, di ogni ordine e grado, trovo interesse, curiosità che mi fanno ben sperare. I giovani sono aperti al confronto su questo tema specifico e spesso mi concedono la possibilità di connettermi con le loro emozioni e con i loro vissuti”.
Cosa pensano i ragazzi del mondo che hanno attorno?
“Il racconto è sempre lo stesso: denunciano la sopraffazione, gli atti di prevaricazione e bullismo, il timore di essere tacciati, se gentili, come stupidi, ma soprattutto chiedono di essere ascoltati e incoraggiati”.
E nel mondo del lavoro? Come si creano luoghi più gentili?
“La gentilezza stravolge i rapporti di lavoro, apportando un elemento valoriale di grande livello. Le relazioni professionali sono spesso permeate da molta rigidità e anche da rapporti ipocriti. La gentilezza consente, invece, di avere un ambiente di lavoro sano e di reciproco rispetto, dove gli atti di gentilezza devono essere la regolare forma di interlocuzione. Il MIG ci crede davvero tanto a questa declinazione, che produce pure all’interno delle aziende o delle imprese una maggiore produttività ed efficienza. Si tratta di una missione possibile, che consente di motivare e responsabilizzare i lavoratori, favorendo il raggiungimento di successi. Siamo fortemente convinti che la gentilezza dovrebbe rientrare tra le soft skill, unitamente alla capacità di ascolto. La gentilezza è apertura verso gli altri, aiutare in vario modo chi ha bisogno di un piccolo supporto, non si tratta di convenzione sociale ma di una nuova cultura che penetra in tutti i luoghi della socialità, soprattutto in quelli del lavoro”.
Quali sono i prossimi passi del Movimento?
“Nei mesi scorsi ho candidato l'Italia e la città di Palermo ad ospitare l'XI Assemblea Globale del Movimento Mondiale. Il tema scelto è quello del benessere e della gentilezza (anche) come antidoto alle violenze e supporto nella riparazione dei conflitti e disagi psico-sociali. L’obiettivo è stato pienamente raggiunto, e così dal 17 al 20 ottobre 2024 il capoluogo siciliano ospiterà l’Assemblea. Saranno diversi i rappresentanti dei Paesi presenti, ne cito alcuni: Canada, Colombia, Africa, India, Malesia, Nigeria, Uganda, Regno Unito, USA e Svizzera. L’XI Assemblea sarà una grande festa di pace e di gentilezza globale in cui, i delegati e gli osservatori potranno condividere momenti di incontro tra popoli del mondo e strutturare azioni globali nell'interesse del benessere della collettività con l'intento di interessare i Governi e l'ONU alle posizioni degli attivisti”.