Economia

Le imprese e il coraggio di cambiare

McDonald, Marlboro, Google, Facebook, Gap, Alitalia, FIAT, e molte altre: come si riconosce un’azienda “coraggiosa”?

E’ quella che non ha timore di reinventare la propria alleanza con il proprio  consumatore, perché è stata capace di ascoltarlo, di seguire i suoi cambiamenti, i suoi gusti. E’ un’azienda empaticamente concentrata sull’utilizzatore finale, sul miglioramento e quando trova la modalità più genuina per immergersi nell’esperienza dei suoi prodotti e leggerne tutte le sfumature, non mette se stessa davanti. Questo le dà la forza di “navigare” l’ambiguità e l’incertezza, affrontando i rischi in modo deliberato.

Luciano Boccucci
 

Cambio sede, cambio logo, cambio organizzativo, cambio colore pareti: quanto osano le aziende?

Non c’è una risposta assoluta: ci sono manager che scelgono il cambiamento in modo intenzionale ed “osano”, altri che seguono trend del momento in tema di trasformazione applicando delle soluzioni standard. La differenza del risultato va ricercata nel leader che, se audace e lungimirante, è in grado di dare un senso reale a quanto sta accadendo e di utilizzare questi periodi intensi come leva per allenare in modo indiretto il pensiero creativo. Se vogliamo un vero cambiamento, che duri nel tempo, il leader deve deliberatamente scegliere di impattare su persone, processi e clima reinventando la relazione con il customer.

Può farci qualche esempio concreto di cosa significa “impattare” all’interno dell’azienda?

Significa coinvolgere direttamente i propri dipendenti nell’allenamento creativo che citavo. Cito un esempio molto recente, che si è concretizzato in un vero esercizio di creatività. In occasione del lancio di un nuovo prodotto, un'azienda multinazionale ha chiesto a NoStopEvolution di coinvolgere la forza vendita per rimodellare la partnership con il loro cliente e risultare più efficaci nel modo di presentare il prodotto.

Quello che abbiamo fatto è stato ricorrere al linguaggio dell’arte, sfidando la forza vendita a un vero e proprio esercizio di empatia espressa nella creatività: li abbiamo fatti diventare street artist per un giorno e hanno trasformato un semplice muro, in un quartiere di Roma, in un’opera d’arte originale. Il punto attorno al quale ruotava l’esercizio era Il concetto di ascolto

multisensoriale e la ricerca degli insight, cioè della capacità di vedere oltre la  situazione contingente. Questo principio vale per la realizzazione di un murales, ma è anche ciò che accadde anche in una relazione commerciale efficace, nella quale è il venditore a dover entrare in sintonia con il suo interlocutore, sviluppando empatia per trovare una via di comunicazione soddisfacente per entrambi.

In tempo di crisi o all’apice del successo: qual è il momento giusto per dimostrare il coraggio di cambiare?

Questa è la domanda che ci sentiamo fare spesso. Non c’è il momento giusto per essere coraggiosi: il vero coraggio è stare nel “qui ed ora” in modo empatico, con tutti i sensi in allerta. Questo approccio comporta un rinnovato ascolto dell’ambiente, delle persone, delle esperienze per comprendere se c’è bisogno di esercitare un coraggio diverso da quello “semplice” di essere presenti ma di immaginare, pianificare e realizzare un cambiamento, di essere un leader creativo.