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Economia
Inchiesta Genova, l'unico a salvarsi la pelle è Aponte. Ecco perchè
Aldo Spinelli e Gianluigi Aponte

Inchiesta, Aponte si salva: ora il patron di Msc può regnare sul porto

La caduta del Sistema Toti tra mazzette, appalti sospetti e regali di lusso, pur scuotendo il panorama politico ed economico di Genova e dintorni, sembra non aver minimamente intaccato Gianluigi Aponte (non indagato nell'inchiesta ligure), che, al contrario, ne ha giovato.

Sì perchè il potente signore svizzero, residente a Ginevra, si è "tolto dai piedi" il rivale Aldo Spinelli. Come riportato da Dagospia, questo gli apre la strada affinché Aponte possa ora dominare indisturbato e controllare tutti gli affari portuali. In particolare, grazie al finanziamento del maxi progetto della diga foranea di Genova, del valore di 1,3 miliardi di euro e finanziato con fondi del Pnrr, il porto diventerà così il principale hub marittimo del Mediterraneo.

Aponte supera il ciclone giudiziario che ha colpito i vertici di Genova, anche se il suo nome compare più volte nella maxi inchiesta per corruzione. Eppure l'83enne non è indagato e non è stato nemmeno convocato dalla Procura di Genova per essere ascoltato in qualità di persona informata sui fatti.

Ma perché questa rivalità tra Aponte e Spinelli? Ci sono ipotesi che sostengono come Aldo Spinelli abbia peccato di eccesso di ambizione: nonostante non avesse la stessa potenza politica ed economica di Aponte, avrebbe cercato di impadronirsi della futura ricchezza del porto, inserendosi in un gioco molto più grande di quanto le sue risorse potessero sostenere. E nel tentare di sfidare il gigante Msc, contando sui rapporti con i poteri alti locali (aveva chiamato come consulente legale l’ex capo della Procura di Genova, Francesco Cozzi), Spinelli avrebbe voluto levare di mezzo il patron di Msc. 






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