Economia

Intesa-Sanpaolo, Messina tira dritto su Ubi. A Bergamo soci ancora in manovra

Luca Spoldi e Andrea Deugeni

L'Ops al vaglio del mercato dopo i sell-off di Borsa. il calo del titolo agevola la difesa dei soci forti di Ubi Banca

I cali di Borsa scatenati dall’epidemia di coronavirus faranno deragliare l’Ops annunciata, ma ancora da lanciare, da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca e che prevede un concambio di 17 azioni della banca guidata da Carlo Messina ogni 10 azioni dell’istituto guidato da Victor Massiah? Gli analisti di Kepler Cheuvreux giudicano l'opzione come "remota". Cosi' come "è sempre meno probabile" che Messina migliori l'offerta, scrivono gli analisti sottolineandone "il senso industriale" anche in condizioni macro-economiche così difficili. 

Però, mentre i valori però stanno cambiando velocemente e Intesa, stando a quanto risulta all'Ansa non modifica i piani sul calendario confermando la data dell'assemblea straordinaria convocata per il 27 aprile, i soci “forti” di Ubi Banca approfittano del calo delle quotazioni per arrotondare le loro partecipazioni e alzare quanto più le difese.

L’obiettivo in questo caso pare il superamento del 33,4% di capitale, soglia oltre la quale Messina non avrebbe più la possibilità di far passare in assemblea straordinaria (dove serve una maggioranza qualificata del 66,7%) la fusione tra i due istituti. Con la chiusura odierna Intesa Sanpaolo e Ubi Banca vedono salire le perdita degli ultimi 3 mesi di borsa rispettivamente ad oltre il 41% e a più del 23%. In parallelo il controvalore dell’operazione è calato dai 4,86 miliardi di euro del 17 febbraio scorso (con un premio implicito di quasi il 25% rispetto ai corsi di borsa di Ubi Banca) a meno di 2,67 miliardi (con un residuo premio del 2%). 

Ubi stanzia 5 milioni per l'emergenza coronavirus/ Il Cda di Ubi Banca ha deliberato lo stanziamento di un'erogazione liberale per un importo pari a 5 milioni di euro destinati a finanziare enti e operatori direttamente attivi nella gestione della forte emergenza Covid-19. Le erogazioni che avverranno in collaborazione con le Fondazioni di territorio collegate alla Banca, interesseranno le aree di presenza dell'istituto, con particolare riguardo per la Lombardia e per le province di Bergamo e Brescia, a oggi tra le più colpite. Ubi Banca donerà anche due ambulanze che verranno destinate in tempi ridottissimi proprio a queste due province. Le Fondazioni che hanno contribuito all'impegno sono la Fondazione Ubi Banca Popolare di Bergamo, Fondazione Ubi Per Varese, Fondazione Ubi Banco di Brescia, Ubi Fondazione CAB, Fondazione Banca Popolare Commercio e Industria. "Il gruppo Ubi Banca c'è per l'Italia e per i territori che ne hanno reso possibile la crescita in questi anni - sostiene Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi Banca - In questa straordinaria emergenza sentiamo forte la responsabilità nei confronti di tutte le comunità economiche e civili con cui lavoriamo e siamo in contatto da sempre'

Non solo: Giuseppe Pilenga, imprenditore bergamasco presidente di Fonderie Officine Pietro Pilenga che partecipa al Comitato azionisti di riferimento (Car) ha infatti acquistato 300 mila azioni a titolo personale tra il 10 e il 17 marzo e altri 175 mila azioni il 17 marzo attraverso la sua holding P4P International. In questo modo la partecipazione complessiva di Pilenga è salita ad oltre 11,7 milioni di titoli (1,02% del capitale), alla pari con quella della famiglia Beretta (proprietaria dell’omonima fabbrica d’armi), davanti agli Andreoletti (cui fa capo il gruppo Scame, stampaggio materie plastiche), fermi a 11,6 milioni (1,01%), e ad Alberto Bombassei (patron di Brembo), a 11,5 milioni (1%). 

Considerato anche i titoli in mano agli altri aderenti al Car, tra cui Fondazione CariCuneo (5,95%), Fondazione Banca del Monte di Lombardia, che dal 3,95% è sale al 4,15% attraverso opzioni acquistate il 16 marzo scorso (con scadenza 17 aprile), famiglia Bosatelli (proprietari di Gewiss, al 2,97% in Ubi Banca) e Cattolica Assicurazioni (1%), il patto, subito schieratosi contro un’offerta ritenuta “inadeguata”, ha ormai superato il 18% e punta al 20%. Quota che potrebbe ancora salire sino a sfiorare il 25%, limite oltre il quale scatterebbe l’Opa. Ai titoli in mano al Car andranno poi aggiunti quelli del Patto dei Mille (1,6% del capitale di Ubi Banca), ugualmente dichiaratosi contrario, e forse quelli del Sindacato azionisti Ubi (accreditato di un 8,37%), che complice il coronavirus deve ancora riunirsi e prendere una decisione ufficiale. 

Il patto riunisce imprenditori ed esponenti della “Brescia che conta” del calibro di Giuseppe Lucchini, Ruggero Brunori, Virginio Fidanza, di Stefano Gianotti, di Romain Zaleski (e relativa consorte, Helene de Prittwitz),delle famiglie De Miranda e Polotti, Niboli, Gandini, Folonari, Camadini, Fenaroli Valotti, Rampinelli Rota, Bossoni Ambrosione, Soncini, Passerini Glazel e Bonera e soprattutto la famiglia del presidente emerito di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli. Proprio i trascorsi di Bazoli fanno pensare ad una possibile posizione favorevole all’operazione, ma a Piazza Affari più di un operatore invita a non dare per scontato l’appoggio. 

Se anche il Sindacato azionisti Ubi voltasse le spalle a Messina, già ora un 28%-29% di capitale sarebbe contrario: da lì a raggiungere il “numero magico” del 33,4% sarebbe una questione di milioni, non miliardi. E qualche fondo potrebbe essere tentato dal fare “melina” per cercare di forzare la mano a Intesa Sanpaolo e ottenere il rilancio di un’offerta che il crollo delle quotazioni di queste settimane ha fatto prematuramente sfiorire.

I soci “forti”, che con la fusione vedrebbero venir meno la loro presa sull’istituto (si diluirebbero a circa il 2% del capitale del nuovo gruppo), incrociano le dita. Se l’operazione salterà resteranno in sella e potrebbero cercare di “pilotare” l’istituto verso altri lidi, se invece Messina rilancerà almeno si potranno consolare dall’aver spuntato un premio più consistente.