Economia

Inflazione giù, ma il carrello della spesa esplode: aumenti quasi quadruplicati in vista del Natale. E il debito italiano lievita sempre di più

"I dati definitivi di novembre resi noti oggi dall'Istat sull'inflazione annua, 'pari +1,3%, da +0,9% del mese precedente' sono 'una gelata sul Natale'", secondo quanto affermato dall'Unione nazionale consumatori

di redazione economia

Bankitalia, nuovo record debito pubblico a 2.981 miliardi

Il debito pubblico italiano a ottobre è aumentato di 19,9 miliardi di euro rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.981,3 miliardi, un nuovo massimo storico ormai a un soffio dai 3.000 miliardi. Lo rende noto la Banca d'Italia nel suo rapporto sulla Finanza pubblica. L'incremento del debito - si legge - riflette 17,5 miliardi di fabbisogno delle amministrazioni pubbliche e una crescita delle disponibilità liquide del Tesoro di 2,7 miliardi. Aumenta di 19,8 miliardi il debito dello Stato, e di appena 0,1 miliardi quello delle amministrazioni locali. 

Istat rivede al ribasso stime inflazione, a novembre +1,3%

Nel mese di novembre 2024, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% su base mensile e aumenta dell'1,3% su base annua (da +0,9% del mese precedente); la stima preliminare era +1,4%. Lo rende noto l'Istat rivedendo la stima preliminare. La risalita del tasso d'inflazione risente in primo luogo dell'accelerazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +3,9% a +7,4%) e dell'attenuarsi della flessione di quelli dei beni energetici non regolamentati.

"A novembre l'inflazione torna allo stesso livello del luglio scorso - ricorda l'Istat - La nuova accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi al consumo riflette dinamiche inflazionistiche concentrate in alcuni settori. Si acuiscono le tensioni sui prezzi dei beni alimentari, che registrano un'accentuazione della loro crescita su base annua, e dei beni energetici, la cui spinta deflazionistica risulta fortemente ridimensionata. In accelerazione tendenziale sono anche i prezzi dei servizi relativi ai trasporti". Un sostegno all'inflazione, spiega in dettaglio l'Istat nella nota, "deriva inoltre dall'andamento dei prezzi dei beni alimentari, sia non lavorati (da +3,4% a +3,8%) sia lavorati (da +1,7% a +1,9%), dei servizi relativi ai trasporti (da +3,0% a +3,5%), dei beni non durevoli (da +0,9% a +1,4%) e, in misura minore, di quelli dei servizi relativi all'abitazione (da +2,3% a +2,5%) e dei servizi relativi alle comunicazioni (da +1,0% a +1,2%)". Accelera da +1,8% a +1,9%, a novembre, l'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici (da +1,9% a +2,0%). La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra un'inversione di tendenza portandosi su valori positivi (da -0,5% a +0,2%) e quella dei servizi accelera lievemente (da +2,7% a +2,8%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce quindi, portandosi a +2,6 punti percentuali (dai +3,2 di ottobre).

La diminuzione congiunturale dell'indice generale, spiega l'Istituto di statistica, "si deve principalmente ai prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,2%) e a quelli dei beni durevoli (-0,6%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall'incremento dei prezzi degli energetici regolamentati (+2,7%), degli alimentari non lavorati (+1,2%), degli alimentari lavorati, dei servizi relativi all'abitazione e dei beni non durevoli (tutti +0,3%)". L'inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l'indice generale e a +2,0% per la componente di fondo. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) diminuisce dello 0,1% su base mensile e aumenta dell'1,5% su base annua (in accelerazione da +1,0% di ottobre); la stima preliminare era +1,5%. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e aumenta dell'1,2% su base annua.

A novembre scorso i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona - il cosiddetto carrello della spesa - accelerano su base tendenziale da +2,0% a +2,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +1,0% a +1,6%). Lo comunica l'Istat diffondendo i dati definitivi sui prezzi al consumo. 

Inflazione, Unc: dati di novembre sono una gelata sul Natale

I dati definitivi di novembre resi noti oggi dall'Istat sull'inflazione annua, "pari +1,3%, da +0,9% del mese precedente" sono "una gelata sul Natale". Lo afferma il presidente dell'Unione nazionale consumatori (Unc), Massimiliano Dona, osservando che "questo autunno caldo sul fronte dei prezzi, dato che colpisce spese obbligate come i prodotti alimentari e il carrello della spesa, rischia di frenare, perlomeno per i ceti meno abbienti, i consumi di beni non necessari come quelli tipicamente natalizi". "Purtroppo, infatti, non solo si è interrotto un andamento virtuoso che, per entrambe le voci, durava da 18 mesi, dal febbraio 2023, ma la cosa più allarmante è il carrello della spesa che ha preso il volo quasi quadruplicando in appena 3 mesi, da +0,6% di agosto a +2,3 di novembre, e anche i prodotti alimentari, nello stesso periodo, sono decollati da +0,9 a +2,8%, ossia oltre 3 volte" spiega Dona. "Unica magra consolazione - aggiunge il presidente dell'Unc - è il lieve attenuamento dell'inflazione rispetto al dato provvisorio e il fatto che cali su base congiunturale". "Se l'inflazione tendenziale pari a +1,3% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita complessivamente pari a 448 euro su base annua, è grave che ben 256 euro in più se ne vadano solo per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche e addirittura 276 per il carrello della spesa, una vera e propria stangata. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 397 euro, ma 226 euro sono soltanto per cibo e bevande e 247 per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona. Per una famiglia media, invece, il carrello ora costa 192 euro in più" conclude Dona.

Codacons, con arrivo del Natale salgono prezzi al dettaglio

L'inflazione "torna a rialzare la testa, con i prezzi al dettaglio che aumentano in vista del Natale e dell'incremento dei consumi da parte delle famiglie legato alle festività". Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi dall'Istat. "Un'inflazione al +1,3% si traduce in un aggravio medio di spesa per la famiglia 'tipo' da +427 euro annui, che salgono a +582 euro per un nucleo con due figli - analizza il Codacons - E proprio con l'arrivo del Natale i prezzi al dettaglio di alimentari e bevande analcoliche aumentano a ritmo più che doppio rispetto al tasso medio di inflazione, con listini che salgono del +2,8% su base annua: questo significa che una famiglia con due figli solo per l'acquisto di cibi e bevande deve mettere in conto una maggiore spesa da +256 euro annui". "Sugli aumenti dei prezzi al dettaglio pesano le tensioni sui mercati internazionali delle materie prime, che si ripercuotono in modo diretto sui listini al dettaglio, ma anche aggiustamenti al rialzo legati all'avvicinarsi del Natale, quando cioè le famiglie aumentano i propri consumi - denuncia il presidente Carlo Rienzi - Purtroppo sul fronte dei prezzi assistiamo a un totale immobilismo da parte del governo, che non ha adottato alcuna misura tesa a calmierare i listini e combattere le speculazioni".