Economia

Ita, Draghi vuole Lufthansa ma Meloni frena: "Spetta al prossimo governo"

Il premier sarebbe intenzionato a inviare a Bruxelles già nelle prossime ore le ultime conclusioni e terminare la trattativa

Ita, Draghi vuole accelerare su Msc-Lufthansa ma la Meloni dice no

La privatizzazione di Ita Airways potrebbe sbarcare già nel prossimo Consiglio dei ministri. Si tratta delle battute finali di quanto stabilito a fine 2020, quando Bruxelles acconsentì alla nascita di Ita dalle ceneri di Alitalia a patto che poi la nuova compagnia potesse camminare sulle sue gambe, quindi senza continue iniezioni di aiuti statali. Al momento due sono le cordate che hanno presentato offerte vincolanti per la società: quella di Msc-Lufthansa e quella di Certares-Air France-Delta. La prima sarebbe quella prescelta, ma la crisi di governo ha rallentato l’iter. Ora, invece, sembra che il premier Draghi potrebbe procedere a stretto giro con la cessione dell’80% di Ita a Msc-Lufthansa (rispettivamente alla prima il 60% e alla seconda il 20%), mentre il restante 20% resterebbe, almeno per ora, nelle mani del Tesoro. L’offerta presentata dalla cordata ammonta a 900 milioni e indicherebbe anche strategie future nel settore cargo e trasporto passeggeri, incremento della flotta e delle rotte e garanzie occupazionali

Nel frattempo, Ita ha chiesto al Mef la seconda tranche dell’aumento di capitale, pari a 400 milioni di euro, che si aggiungono ai 720 milioni già erogati. Se dovesse andare in porto la cessione in tempi brevi il Mef potrebbe risparmiare i 250 milioni di euro previsti per l’ultima tranche. Per questo, nelle scorse settimane il presidente esecutivo Alfredo Altavilla aveva invitato a fare presto, proprio per evitare che si bruciasse ulteriore denaro pubblico

Oggi, però, la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni ha invitato il governo a frenare. "Mi auguro", ha scritto in una nota, "che il presidente Draghi smentisca l’ipotesi di un’accelerazione del processo di vendita di Ita a Lufthansa. È un argomento del quale si sta parlando molto sui media e che ci fa letteralmente sobbalzare visto che il governo è dimissionario e può occuparsi solo di affari correnti. Questo non lo sarebbe affatto. Saremmo tutti molto più sereni se arrivasse dal presidente Draghi una sua smentita. Dal 25 settembre in poi tutto potrà cambiare e al rilancio della nostra compagnia aerea di bandiera penserà chi governerà. Ora che abbiamo affrontato sacrifici indicibili per comprimerne i costi, occorre valutare con attenzione la presenza dello Stato nella compagnia e la partecipazione azionaria di altri partner”.

Una dichiarazione che ricalca quella fatta in Parlamento ieri da Fabio Rampelli, altro esponente di spicco di Fratelli d'Italia, ma che confligge con quanto detto da Guido Crosetto. Il 27 luglio scorso, infatti, l'ex parlamentare di FdI, ascoltatissimo consigliere del partito, aveva chiesto di accelerare sui dossier Ita e Ilva perché il prossimo esecutivo avrà altri problemi su cui concentrarsi.