Economia

Jamie Dimon lancia l’allarme per i prezzi troppo alti: "l'età dell’oro” di Donald Trump alla resa dei conti

Dimon ritiene che i dazi di Trump possano in realtà rappresentare non solo uno strumento economico, ma anche una vera e propria “arma”

di redazione economia

Jp Morgan, Dimon lancia l'alert sui prezzi: per Donald Trump è tempo di trasformare le parole in fatti

Jamie Dimon, Ceo di JPMorgan, ha lanciato un avvertimento chiaro e deciso sui rischi che incombono sull’economia globale, durante un intervento al World Economic Forum di Davos. Ha identificato tre principali minacce: la spesa pubblica in deficit, l’inflazione persistente e l’instabilità geopolitica, sottolineando come questi fattori siano strettamente interconnessi e potenzialmente in grado di compromettere gli equilibri economici mondiali.

Dimon ha soprattutto richiamato l’attenzione sull’aumento dei prezzi, ricordando che l’indice S&P 500 ha registrato guadagni superiori al 20% nel 2023 e nel 2024, un risultato che non si vedeva da oltre 25 anni. Tuttavia, ha avvertito che questo trend potrebbe non essere sostenibile, soprattutto in un contesto caratterizzato da un’elevata spesa pubblica e da un’inflazione che, pur non essendo ai livelli di emergenza, rimane un forte problema strutturale da affrontare. Ha inoltre sottolineato come la crescente tensione geopolitica, in particolare la guerra in Ucraina e i difficili rapporti tra Stati Uniti e Cina, rappresenti un rischio a lungo termine sia per le economie occidentali che per il sistema globale.

In un passaggio che ha sorpreso molti, a dispetto di quanto si dice negli ultimi giorni, Dimon ha parlato positivamente dei dazi introdotti dal presidente eletto, definendoli “un po’ inflazionistici ma essenziali per la sicurezza nazionale”. Ha spiegato che, se usati in modo strategico, i dazi possono rappresentare non solo uno strumento economico, ma anche una vera e propria “arma” per influenzare le dinamiche commerciali e politiche internazionali. Secondo Dimon, non si tratta più di discutere se queste misure siano giuste o sbagliate, ma di accettare la loro inevitabilità in un mondo sempre più competitivo e polarizzato.

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Nel corso del suo intervento il numero uno di JPMorgan ha anche riservato parole di grande apprezzamento per Elon Musk, definendolo “l’Einstein della nostra generazione”. Dopo anni di rapporti tesi, Dimon ha rivelato di aver trovato un punto di riconciliazione con Musk durante una conferenza organizzata da JPMorgan. Eppure, nonostante gli elogi a Trump e Musk, le parole di Dimon sembrano inevitabilmente scontrarsi con la promessa di una “nuova età dell’oro”, centrale nelle campagne elettorali del tycoon, suonando quasi come un’idea nostalgica più che una vera visione del futuro del tycoon. Anzi, questo tipo di narrazione potrebbe distogliere l’attenzione dalle sfide concrete che l’economia globale deve affrontare oggi, come la transizione energetica, l’automazione e l’innovazione tecnologica, ben delineate dallo stesso ceo di Jp Morgan.

Insomma mentre Dimon invita a guardare al presente e alle sfide contemporanee, ora è il momento per Trump di passare dalle parole ai fatti: di semplificare la burocrazia, di sostenere l’economia, ma anche il potere di acquisto, di efficientare lo Stato, o di usare la propria forza ed autorevolezza in campo internazionale per giungere ad un accordo in Ucraina. È il momento dei fatti, e su questi Trump dovrà essere giudicato.