Economia

Dall'obbligazionario all'azionario: l'investitore italiano si sta svegliando

di Francesco Megna

"Evoluzione" del cliente/investitore

Mercato obbligazionario e mercato azionario: ecco dove è più conveniente investire

L'inflazione rientrata, ma con tassi ancora alti e un'economia in ripresa, la messa in discussione della globalizzazione, l'information technology  e i cambiamenti climatici,  sono tutti fattori che un investitore deve considerare nelle scelte di investimento. Ma non tutti i risparmiatori hanno gli strumenti necessari per affrontare i nuovi scenari: c'è chi è dotato di discrete conoscenze finanziarie ma c'è anche chi non riesce  a capire i meccanismi elementari riferibili a risparmio e investimenti.

L'Italia è purtroppo un popolo poco competente  da un punto di vista della finanza. Il 20% non conosce la differenza tra azioni e obbligazioni e non sa come agisce il tasso di interesse attivo su un c/c. C'è ancora tanta liquidità sui conti correnti degli italiani perchè di fronte a tante domande sul da farsi (azioni o obbligazioni? ETF? Polizze?) subentrano reazioni emotive e comportamentali difficili da estirpare. Siamo anche il paese con il più basso tasso di alfabetizzazione finanziaria tra gli stati del G20.

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Di conseguenza, la preferenza per i titoli di Stato e una cauta predisposizione al rischio, sono caratteristiche molto diffuse che spesso danno luogo a decisioni eccessivamente prudenti e poco efficaci col rischio di un reale calo di valore del risparmio. Ma negli ultimi tempi qualcosa sta finalmente cambiando.

In un momento in cui la crescita dei risparmi ha fatto si che le famiglie avessero liquidità da investire molti risparmiatori hanno capito che non si può rimanere ancorati solo all'obbligazionario: mettere tutte le uova in un paniere nel campo degli investimenti non è mai una scelta ragionevole, ma occorre diversificare; è vero che i rendimenti offerti dai Btp son senz'altro migliori rispetto a un anno fa ma va considerato che il rendimento reale depurato dall'inflazione è poca cosa e non permette di recuperare le occasioni perse dai nostri risparmiatori nel passato.

E se è pur vero che a livello nominale non si perdono soldi non si conserva il capitale eroso dall'inflazione. L'unico investimento in grado di battere l'inflazione nel lungo termine è l'azionario. Molti risparmiatori si sono accorti a loro spese che acquistando i Btp nel lungo periodo si corre il rischio concreto di ottenere performance negative soprattutto se l'inflazione dovesse rimanere elevata per un periodo piuttosto lungo. Il risparmiatore per esempio che ha sottoscritto il Btp Futura emesso nel mese di luglio 2020 ha visto la quotazione scendere sino a 86,83.

Il Btp Futura collocato a novembre 2020 durata 8 anni quota 88,12. Quello emesso l'anno successivo (aprile) durata 16 anni vale 72,6; mentre il Btp Futura collocato nel mese di novembre 2021 durata 12 anni quota 80,31. Parallelamente, l'indice azionario Msci World in 5 anni ha reso il 60% circa. il Msci Europe il 34% e gli stessi mercati azionari divisi per settori (energia, industria, salute, finanza, It) hanno realizzato performance dal 30% al 150%.

Gli investitori si sono così accorti che gli investimenti in obbligazioni producono interessi ma non offrono ritorni allettanti; la componente obbligazionaria viene ora spesso utilizzata per diversificare un portafoglio di medio termine che considera anche una componente azionaria possibilmente internazionale.

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Chi investe in Btp opta di solito per scadenze pluriennali (5/10 anni): ma con lo stesso orizzonte temporale adesso sa che  può tranquillamente investire nei mercati azionari con ritorni decisamente migliori. Se cioè il risparmiatore ha un orizzonte temporale lungo combina le due soluzioni (obbligazionario/azionario) perchè il suo obiettivo non è più quello di guadagnare il 3% nominale ma cercare valore nei mercati azionari che sono lo specchio dell'economia reale, del mondo produttivo e delle aziende. Sicuramente un ritorno maggiore dei Btp, come sopra ampiamente dimostrato e recentemente apprezzato da molti risparmiatori.

Chi infatti ha investito in Btp quando i tassi erano negativi sa ora di aver perso importanti opportunità di remunerazione dei propri risparmi e comunque il recente appeal verso l'obbligazionario ha avuto comunque l'effetto di indirizzare verso gli investimenti tanti italiani che sinora erano restii ad investire, privilegiando una gestione attiva dei propri risparmi che tende a performare meglio di una gestione passiva e offre vantaggi in termini di diversificazione del portafoglio.