Economia

La Bank of Japan a scuola da Draghi. Tokyo pronta a stimoli anti-allentamento

Il rallentamento della crescita a livello mondiale a causa delle difficoltà dei Paesi Emergenti e del "soft landing" della Cina (che per molti potrebbe essere "hard" con un tasso di crescita del Pil ben al di sotto del 7% annuo) preoccupano la Banca centrale del Giappone, braccio armato dell'Abenomics (la politica monetaria espansiva del primo ministro nipponico Shinzo Abe).

Secondo alcune fonti a conoscenza dei fatti, la BoJ sta iniziando a prestare maggiore attenzione ai rischi legati al rallentamento della crescita a livello mondiale, che potrebbero ostacolare il raggiungimento dei propri obiettivi, e sta quindi mantenendo la porta aperta a ulteriori misure di stimolo, se necessarie.

Le fonti precisano che l'Istituto è abbastanza ottimista sullo stato attuale dell'economia del Giappone grazie soprattutto alla crescita degli utili aziendali e ad altri segnali di forza dell'economia. Allo stesso tempo però all'interno del board della Banca centrale ci sono membri sempre più preoccupati dei rischi esogeni.

"Se i problemi nelle economie emergenti", e soprattutto della Cina, "si prolungheranno o peggioreranno, ci potrebbe essere un impatto negativo sulla fiducia delle imprese che, eventualmente, potrebbero diventare più avare" a livello di investimenti o di aumenti dei salari, spiegano le fonti. Il Governatore della BoJ, Haruhiko Kuroda, ha riconosciuto a fine settembre che gli aumenti salariali sono cruciali per superare un decennio di deflazione e raggiungere l'obiettivo della Banca centrale del 2% dell'inflazione.

"Se si ritiene che sia più importante concentrarsi sui rischi, il prossimo tema di dibattito" all'interno della Bank of Japan "sarà se è davvero giusto lasciare la politica monetaria così com'e'", concludono le fonti, puntualizzando quindi che l'Istituto è "aperto" a tutte le possibilità, anche se non è scontato che nella riunione di venerdì arriveranno nuove azioni di stimolo.